lunedì 9 dicembre 2013

Il Papa: nella sofferenza umana c’è Gesù che porta il peso con noi . Messaggio per la Giornata mondiale del malato


Cari fratelli e sorelle, 
1. In occasione della XXII Gior­nata mondiale del malato, che quest’anno ha come tema Fede e ca­rità: «Anche noi dobbiamo dare la vi­ta per i fratelli» (1 Gv 3,16), mi rivolgo in modo particolare alle persone am­malate e a tutti coloro che prestano lo­ro assistenza e cura. La Chiesa rico­nosce in voi, cari ammalati, una spe­ciale presenza di Cristo sofferente. È così: accanto, anzi, dentro la nostra sofferenza c’è quella di Gesù, che ne porta insieme a noi il peso e ne rivela il senso. Quando il Figlio di Dio è sali­to sulla croce ha distrutto la solitudi­ne della sofferenza e ne ha illuminato l’oscurità. Siamo posti in tal modo di­nanzi al mistero dell’amore di Dio per noi, che ci infonde speranza e corag­gio: speranza, perché nel disegno d’a­more di Dio anche la notte del dolore si apre alla luce pasquale; e coraggio, per affrontare ogni avversità in sua compagnia, uniti a Lui.
  2. Il Figlio di Dio fatto uomo non ha tol­to dall’esperienza umana la malattia e la sofferenza, ma, assumendole in sé, le ha trasformate e ridimensionate. Ri­dimensionate, perché non hanno più l’ultima parola, che invece è la vita nuova in pienezza; trasformate, per­ché in unione a Cristo da negative pos­sono diventare positive. Gesù è la via, e con il suo Spirito possiamo seguirlo. Come il Padre ha donato il Figlio per amore, e il Figlio ha donato se stesso per lo stesso amore, anche noi pos­siamo amare gli altri come Dio ha a­mato noi, dando la vita per i fratelli. La fede nel Dio buono diventa bontà, la fede nel Cristo Crocifisso diventa forza di amare fino alla fine e anche i nemici. La prova della fede autentica in Cristo è il dono di sé diffondersi del­l’amore per il prossimo, specialmen­te per chi non lo merita, per chi soffre, per chi è emarginato.
 
 3. In forza del Battesimo e della Con­fermazione siamo chiamati a confor­marci a Cristo, Buon Samaritano di tutti i sofferenti. «In questo abbiamo conosciuto l’amore; nel fatto che e­gli ha dato la sua vita per noi; quin­di anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli» ( 1 Gv 3,16). Quando ci accostiamo con tenerezza a coloro che sono bisognosi di cure, portia­mo la speranza e il sorriso di Dio nel­le contraddizioni del mondo. Quan­do la dedizione generosa verso gli al­tri diventa lo stile delle nostre azio­ni, facciamo spazio al Cuore di Cri­sto e ne siamo riscaldati, offrendo così il nostro contributo all’avvento del Regno di Dio.
 
 4. Per crescere nella tenerezza, nella carità rispettosa e delicata, noi ab­biamo un modello cristiano a cui di­rigere con sicurezza lo sguardo. È la Madre di Gesù e Madre nostra, at­tenta alla voce di Dio e ai bisogni e difficoltà dei suoi figli. Maria, spinta dalla divina misericordia che in lei si fa carne, dimentica se stessa e si in­cammina in fretta dalla Galilea alla Giudea per incontrare e aiutare la cu­gina Elisabetta; intercede presso il suo Figlio alle nozze di Cana, quando ve­de che viene a mancare il vino della festa; porta nel suo cuore, lungo il pel­legrinaggio della vita, le parole del vecchio Simeone che le preannun­ciano una spada che trafiggerà la sua anima, e con fortezza rimane ai pie­di della Croce di Gesù. Lei sa come si fa questa strada e per questo è la Ma­dre di tutti i malati e i sofferenti. Pos­siamo ricorrere fiduciosi a lei con fi­liale devozione, sicuri che ci assisterà, ci sosterrà e non ci abbandonerà. È la Madre del Crocifisso Risorto: rimane accanto alle nostre croci e ci accom­pagna nel cammino verso la risurre­zione e la vita piena. 5. San Giovanni, il discepolo che stava con Maria ai piedi della Croce, ci fa ri­salire alle sorgenti della fede e della ca­rità, al cuore di Dio che «è amore» ( 1 Gv 4,8.16), e ci ricorda che non possiamo amare Dio se non amiamo i fratelli. Chi sta sotto la Croce con Maria, impara ad amare come Gesù. La Croce «è la cer­tezza dell’amore fedele di Dio per noi. Un amore così grande che entra nel no­stro peccato e lo perdona, entra nella nostra sofferenza e ci dona la forza per portarla, entra anche nella morte per vincerla e salvarci…La Croce di Cristo invita anche a lasciarci contagiare da questo amore, ci insegna a guardare sempre l’altro con misericordia e a­more, soprattutto chi soffre, chi ha bi­sogno di aiuto» ( Via Crucis con i giova­ni , Rio de Janeiro, 26 luglio 2013).
  Affido questa XXII Giornata Mondiale del Malato all’intercessione di Maria, affinché aiuti le persone ammalate a vi­vere la propria sofferenza in comunio­ne con Gesù Cristo, e sostenga coloro che se ne prendono cura. A tutti, mala­ti, operatori sanitari e volontari, impar­to di cuore la Benedizione Apostolica.
 
 Francesco
 
 © LIBRERIA EDITRICE VATICANA
 

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