venerdì 27 dicembre 2013

Il mistero della Natività si «svela» nel presepe

                  
Numerosi gli allestimenti collocati all’interno delle parrocchie: si passa dagli scenari biblici a quelli lignei

Si rimane incantati dinanzi al presepe biblico che, suddiviso in 43 scene di­namiche lungo due corridoi a forma di grotta, si dispiega nella cripta della parrocchia diSant’Apollinare in Baggio, coprendo una superficie di circa 350 metri quadrati. Nelle nicchie sono collocati diversi episodi delle Sa­cre Scritture, dalla creazione del mondo alla diffusione della Parola, che si irradiano dal lo­ro centro virtuale, ossia la Natività di Betlem­me. Il presepe è frutto del lavoro dei volontari del quartiere che, dall’inizio degli anni Ses­santa, hanno contribuito a realizzare questa «macchina» scenografica davvero unica, me­ta di numerosi visitatori (. org).La tradizione del presepe, dalla notte di Nata­le del 1223 – quando Francesco d’Assisi a Grec­cio rievocò con una rappresentazione vivente la nascita di Gesù – a oggi, è più attuale e sen­tita che mai. Molte case e ogni parrocchia han­no il loro presepe, che si presenta multiforme per la scelta dei materiali.
  A
 Milano , nella basilica di San Nazaro Mag- giore , la Basilica Apostolorum consacrata nel 386 da Sant’Ambrogio, fa capolino la tavola da­tata primi del ’500 e attribuita alla bottega di Adam Kraft, scultore tardogotico di Norim­berga. Si tratta dello stupefacente «Presepio li­gneo », un altorilievo in ebano e oro in cui una moltitudine di personaggi si accavallano ai la­ti della scena centrale, immersa nella luce del rivestimento dorato.
  Diverso è il presepe di metà ’700 conservato nella basilica di
 San Marco a Brera e realizza­to da Francesco Londonio, pittore che sotto Maria Teresa d’Austria si guadagnò l’incarico ufficiale di scenografo della Scala proprio gra­zie a questa composizione. Si tratta di una tren- tina di figure a grandezza naturale, dipinte su carta applicata a sua volta su sagome di legno. Ma torniamo ai nostri giorni e all’abbazia di Morimondo, dove nel chiostro è stata allesti­ta una Natività ad altezza naturale, mentre nel­le sale adiacenti si potrà visitare fino al 6 gen­naio la mostra di presepi etnici provenienti da ogni parte del globo (). AGroppello di Cassano d’Adda, nell’ex chiesa di Santa Maria Nascente, si potranno ammirare fino al 12 gennaio una cinquantina di presepi in cartapesta, gesso e polistirolo; nel­lo stesso periodo, a Villa Borromeo Litta di Lainate sarà di scena: «Il presepe, momento di festa» e lo Spazio Oberdan di Milano ospiterà una rassegna di presepi artigianali e artistici.
  Decisamente inusuale è il «Presepe sull’acqua» allestito a
 Robecco sul Naviglio ,mentre è il ter­zo anno che la parrocchia di Santa Maria del­le Grazie al Naviglioorganizza «El presepi de la riva», rappresentazione animata e in scala naturale che riproduce un caseggiato di rin­ghiera della vecchia Milano, il tutto su una pe­dana galleggiante nel Naviglio Grande.
  Concludiamo con un piccolo dilemma lingui­stico: è più corretto presepio o presepe? Sa­rebbe preferibile il primo, anche se il secondo termine è d’uso corrente, proprio perché quel­la del presepe è una tradizione viva.
 
avvenire.it

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