martedì 17 dicembre 2013

BELLA MUSICA, CON VUOTO

 

Bello e innovativo il Concerto di Natale trasmesso domenica su Rai1 dal Senato. Con commozione ab­biamo 'visto' cantare i ragazzini sor­domuti del Coro delle mani bianche, che «hanno fatto della disabilità un valore aggiunto» sventolando in aria i loro guanti candidi, come ha notato la presentatrice. Di nuovo c’era poi l’or­chestra, interamente di adolescenti, giunti da ogni regione d’Italia e bravi come dei professionisti: all’estero non sarebbe un’eccezione, ma qui siamo in Italia, il Paese che ha dato al mon­do le note, la lirica e il bel canto, ma che di ministro in ministro ha affos­sato l’educazione musicale e i con­servatòri, condannando larga parte delle nuove generazioni al silenzio e all’ignoranza dei suoi maestri. Senti­ta e condivisa anche la dedica a Man­dela pronunciata dal presidente del Senato, Piero Grasso: «Il vincitore è un sognatore che non si è mai arreso»...
  Eppure alla fine del Concerto di Na­tale rimaneva un vuoto, un senso di in­completo, quasi di ingiustizia. «La mu­sica nutre lo spirito», aveva detto Gras
so, ma proprio lo spirito restava inap­pagato. Il perché lo ha spiegato senza volerlo la stessa presentatrice, com­mentando che mai un concerto di Na­tale era stato così «spensierato»: tra­scinanti le note di Nicola Piovani (di­rettore d’orchestra) da 'La vita è bel­la', che da sole hanno occupato qua­si tutta l’esecuzione; allegre, quasi ban­distiche, le danze di Béla Bartòk; sola­re il Modugno di 'Volare'... Ma che fi­ne ha fatto il Natale? Nessun accenno alle melodie che per secoli hanno ac­compagnato la devozione popolare donando atmosfere e intime emozio­ni, nessun accenno al Bambino la cui nascita si festeggiava, solo la breve pa­storale di Corelli poteva, ai più esper­ti, far baluginare l’idea che non si stes­se celebrando carnevale o ferragosto. Natale sfrattato per un concerto «spensierato»... E sì che proprio Man­dela insediandosi a presidente del Su­dafrica disse un tempo che «tutti sia­mo nati per rendere manifesta la glo­ria di Dio che è dentro di noi, nati per risplendere, come fanno i bambini». 
Lucia Bellaspiga 

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