Ottava
del Natale – 01/01/2014
Nm 6, 22-27 “Il Signore rivolga a te il suo volto e ti
conceda pace”
Salmo 67 “Dio ci benedica con la luce del suo volto”
Fil 2, 5-11 “Un nome al di sopra di ogni altro nome”
Lc 2, 18-21
“Gli fu messo nome Gesù ( DIO SALVA )”
“FRATERNITA’, FONDAMENTO E VIA PER LA PACE”
( Papa Francesco )
❶ Nel
mistero del Dio incarnato (il BAMBINO), Dio abita i nostri occhi,
perché sappiano guardare con bontà e con profondità; abita le nostre parole,
perché abbiano luce; abita le nostre mani, perché si aprano a dare pace, ad
asciugare lacrime, a spezzare ingiustizie
(cfr. E. Ronchi).
❷ Una
nuova carovana di giorni si presenta a noi oggi, con
nubi oscure, che vediamo levarsi sopra le nostre teste: occorre non lasciarsi
afferrare dalla paura, ma mettersi fiduciosi nelle mani del Padre, come la
Madonna di Giovanni Bellini, che tiene il BAMBINO, con lo sguardo rivolto al
visitatore (vedi foglietto), cioè noi:
“Come bimbo svezzato in braccio a sua mamma”. Il compito è confrontare ogni realtà
con la PAROLA compresa e cercare il filo sottile che unisce in un’unica trama e
dà senso a ogni impegno, gravoso o leggero, penoso o gioioso. L’inizio d’anno
ci raccoglie assonnati, frastornati, pensosi, magari rassegnati, con giorni che
seguono giorni identici ai precedenti, un franare verso il basso, senza un
barlume di cambiamento. I bilanci consuntivi e preventivi non prospettano
elementi di serenità. Confrontarsi con la PAROLA per i credenti nel BAMBINO
significa porsi su un altro piano: i nostri occhi abbiano la luce di Dio.
❸ Questo
giorno d’inizio anno ha molteplici significati civili e religiosi.
Veniamo inondati di promesse, di bilanci, di fantomatici miglioramenti:
basterebbe confrontare le prospettive dello scorso anno, le speranze disattese,
il “fumo negli occhi”; Dio si è reso BAMBINO per abitare tra noi, nella storia
quotidiana; desidera che guardiamo il mondo con il suo sguardo di innamorato
delle sue creature, anche le più miserevoli (soprattutto gli ULTIMI), sguardo
che emana “grazia”, che diffonde “pace”.
❹ Da
molti anni la Chiesa, per iniziativa di Paolo VI, dedica questa giornata alla
PACE.
A ogni inizio il Papa rivolge il messaggio sia alla Chiesa, sia al mondo intero
(“Pace in terra alle persone che egli ama”). Il messaggio diventi filigrana per
il correre dei giorni, preghiera, azione, mediazione nelle contese, perché il
mondo crei le condizioni per la solidarietà e la fratellanza. A fronte della
“globalizzazione dell’indifferenza”, Papa
Francesco richiama la domanda rivolta
a Caino: “Dov’è tuo fratello?”; la sua risposta echeggia tanti nostri
comportamenti e parole: “Non lo so. Sono forse il guardiano di mio fratello?”.
Poi la Bibbia conclude: “Caino si allontanò dal Signore” (Gen 4, 16).
Il BAMBINO da adulto afferma: “Voi siete tutti fratelli” (Mt
23, 8), perché vi è un solo Padre.
❺ Il
Papa richiama alcune conseguenze: “La
fraternità, fondamento e via per la pace”. “La fraternità, premessa
per sconfiggere la povertà”. “La riscoperta della fraternità nell’economia”
(consumo e guadagno oltre ogni logica di una sana economia). “La fraternità
spegne la guerra”, i conflitti che si consumano nell’indifferenza generale.
Nelson Mandela, per vincere odi e vendette, costituì la “commissione per la
verità e la riconciliazione”. “La corruzione e il crimine organizzato avversano
la fraternità”, che mietono ogni giorno milioni di uomini e donne,
bambini e inermi, “rubando loro il futuro”. Infine: “La fraternità aiuta a
custodire e a coltivare la natura”, che siamo chiamati ad amministrare responsabilmente.
“Invece siamo spesso guidati dall’avidità, dalla superbia del dominare, del
possedere, del manipolare, dello sfruttare; non custodiamo la natura, non la
rispettiamo, non la consideriamo come un dono gratuito, di cui avere cura e da
mettere a servizio di fratelli e sorelle, comprese le future generazioni”. Il
Papa nel suo messaggio ha davanti agli occhi tre isole italiane: il carcere minorile di Roma, Lampedusa,
la Sardegna; isole di dolore e di privazione di fraternità (si pensi a
cosa succede nelle carceri e nei C.I.E.).
A Cagliari disse: “La speranza non è di uno, la speranza la facciamo
tutti”. A Lampedusa: “Cercavano un
posto migliore per sé e le loro famiglie”. Ai
detenuti disse “Non lasciatevi rubare la speranza”. Fratellanza non
significa “dobbiamo essere più buoni”, sarebbe troppo superficiale. Fratellanza
è prima di tutto simpatia, azione e scommessa del discernimento, è un dire: Le
cose stanno così? Ne prendo atto e vado oltre, vincendo paure e consuetudini,
individualismo e indifferenza.
❻ Concludo
, parafrasando la prima lettura:
“Dio ti benedica”;
bene-dire = dire bene sulla vita degli altri e sulla storia.
“E ti custodisca”:
la nostra paura del domani si rimpicciolisce, se siamo certi di essere nelle
mani di Dio.
“Faccia brillare il
suo volto”: Dio ci guarda sorridendo, non è adirato mai, perché
misericordioso.
“Ti conceda grazia”:
ti colmi di tutti i suoi doni, come con Maria.
“Rivolga a te il suo
volto”. Un volto alla ricerca, perché vuole relazionarsi con noi.
“E stabilisca su di te PACE”. Il suo
sorriso su tutto il creato, il suo porre per
sempre PACE.
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