Natale, una luce nella notte! La luce di Betlemme è piccola e guida a una piccola grotta; ma la luce di Gesù è grande, infinita, perché è il Figlio di Dio. Senza di lei, le piccole luci della vita umana sarebbero come scintille di un momento: si accendono all’improvviso e subito si spengono lasciando il sentiero del tempo più oscuro e la vita più incerta. La luce apre l’orizzonte davanti a noi, indica la meta alta del peregrinare umano. Offre ad ogni uomo l’amore che salva. E’ dunque questa la letizia del Natale: è nato Gesù e il deserto fiorisce. Non viene a cancellare dall’alto le miserie e le fatiche, le ingiustizie e gli egoismi degli uomini; ma viene a condividere il vissuto di un’umanità affaticata e spesso dolente che cerca giustizia e pace, felicità e amore. Viene a dirci che non siamo soli di fronte alla vita, che nessuno è orfano anche se povero di beni, di ruolo e di affetti. Viene a dirci che, se anche fossimo invisibili al mondo, nessuno è invisibile agli occhi di Dio. All’uomo del nostro tempo, assediato dalla morsa dell’incertezza e dell’ inquietudine, Gesù bambino dice: aprimi la porta del tuo cuore e ti porterò la fiducia per guardare al domani. A coloro che si sentono schiacciati dal peso della disoccupazione dice: fatemi posto e troverete la forza per non arrendervi. A chi non ha casa né patria, come tanti immigrati, Gesù chiede: lasciami entrare, perché io sono la tua terra. Ai giovani, ai malati, agli anziani, che spesso si sentono un peso nella società efficiente e individualista, il Dio fatto carne assicura che Lui non scarta nessuno. Alle famiglie che sono il grembo della vita, palestra per una società solidale, e che sentono di essere trascurate, la sacra Famiglia dice: non avere paura, noi siamo con voi. Ma sarà possibile sentire questa voce? Sarà in grado l’uomo moderno, preso da mille preoccupazioni e distratto da mille rumori? Penso di sì se ciascuno cercherà di essere un’eco di quella voce, un segno di quella presenza, un indicatore della via di Betlemme. Se, cioè, diremo a chi è vicino una parola di stima e di incoraggiamento, se faremo un gesto di amore concreto, se apriremo la casa a chi attende anche un solo momento di calore e di famiglia. Allora il Natale del Figlio di Dio si compirà davvero, e non sarà solo un dolce ricordo: ci accorgeremo che la luce di Gesù si sarà accesa più vivida in noi e forse anche in altri attraverso di noi. Allora il nostro cuore batterà all’unisono con il cuore di Dio e il mistero sarà compiuto anche quest’anno. L’augurio è proprio questo: che il Natale di duemila anni fa diventi il Natale oggi nei cuori, nelle case, nelle strade del nostro amato Paese. ANGELO BAGNASCO | |
martedì 24 dicembre 2013
UNA VOCE CI DICE
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento