Un grande abbraccio di famiglia, con i contorni di una festa di compleanno a sorpresa. Così si è svolto questa mattina l’incontro di Papa Francesco con i responsabili, i volontari e gli assistiti del Dispensario pediatrico Santa Marta, una struttura caritativa vaticana che offre aiuto in modo particolare a mamme e bambini in difficoltà. Il Papa ha fatto visita nei locali del Dispensario, che si trova in Vaticano a pochissima distanza da Casa S. Marta, quindi si è lasciato avvolgere dall’affetto delle centinaia di persone che lo attendevano in Aula Paolo VI.
A pochi metri dal cuore di Papa Francesco. È lì che vive – con la discrezione di chi fa il bene con una mano senza che l’altra lo sappia – il Dispensario Santa Marta. A un respiro da Casa S. Marta, dozzine di volontari – dai medici alle persone di buona volontà – danno ogni giorno aiuto a dozzine di mamme e bambini. Da un check sanitario a un pacco di pannolini, dal sostegno psicologico a una carrozzina, un giocattolo, un pacco di pasta, da oltre 90 anni la solidarietà vive senza rumore e con le porte aperte tra le stanze che volle Pio XI nel 1922 e che Papa Francesco ha visitato prima di raggiungere l’Aula Paolo VI e ricevere dal “popolo” del Dispensario, circa 800 persone, una calorosissima accoglienza. Meglio ancora, una vera e propria festa a sorpresa, perché di questo si è trattato, a tre giorni dal 77.mo compleanno di Papa Francesco. Poco dopo il suo arrivo, un gruppo di 9 bambini armato di cubi recanti varie scritte li ha posizionati ad arte su un carrello che, voltato, ha mostrato un ritratto del Papa con sotto la scritta “Auguri”. Quindi, un altro gruppo di 19 bambini, ciascuno con una maglietta bianca e una grande lettera gialla stampata sopra, ha composto la scritta “Auguri Papa Francesco”, mentre la tradizionale canzoncina “Tanti auguri” in sottofondo accompagnava l’entrata in scena di una torta con le candeline, forse un assoluto inedito in un contesto simile. Molto divertito dal tutto, Papa Francesco si è alzato, ha spento le candeline, ha ricevuto il dono di un pullover e ha ringraziato con queste parole:
“Vi ringrazio per questa visita! Ringrazio per l’amore che voi avete, la gioia di questi bambini, i doni, la torta… Che era bellissima! Dopo vi dirò se è buona o no, eh! Grazie tante! Che il Signore vi benedica!”.
Un saluto breve perché molto più a lungo Papa Francesco ha preferito dare spazio a ciò che preferisce, il contatto diretto, affettuoso, con chi lo circonda. In questo caso, con chi – vivendo molto spesso in gravi difficoltà – ha voluto stringersi a lui per avere il conforto del suo calore paterno, come ha voluto sottolineare Elisabetta, una mamma peruviana che dal Dispensario ha ricevuto aiuto per il suo bambino:
“Che cosa dire del tuo sorriso? E’ così sorprendente che arriva al cuore di tutti, donandoci tantissima pace. Sappiamo quanto amore hai verso i bambini, specie verso quelli che hanno più bisogno. Al Dispensario ci sentiamo particolarmente privilegiati perché sappiamo di essere nel tuo cuore e nella tua mente. E siamo contenti perché, ogni giorno, ci aiuti ad incontrare Gesù. Caro Papa Francesco, questi nostri bambini ricevono oggi il più bel regalo di Natale che potessero immaginare: il tuo sorriso, una tua carezza, un tuo abbraccio”.
All’appuntamento in Aula Paolo VI, Papa Francesco era giunto con una ventina di minuti di ritardo, avendo prolungato la precedente sosta nei locali del Dispensario, dov’era stato accolto dal suo elemosiniere, l’arcivescovo Konrad Krajewski – che ricopre la carica di presidente della Fondazione Dispensario Santa Marta – e dalla direttrice della struttura, suor Antonietta Collacchi, che più tardi, di fronte alla “famiglia” del Dispensario ha descritto al Papa da dove scaturisca la forza di un’esperienza dove il bene è fatto bene, proprio come Papa Francesco chiede a un cristiano:
“La Divina Provvidenza non ci fa mancare il suo sostegno, moltiplicando ogni giorno, nelle nostre mani, la carità. Le nostre giornate sono scandite dalla gioia dell’essere cristiani, dalla luminosità di un sorriso e dal calore della riconoscenza e questo ci permette di poter ripetere – con la solidità dell’esperienza – alcune sue parole: ‘Il vero potere è il servizio’, per un cristiano ‘progredire’ significa ‘abbassarsi’, come ha fatto il Figlio di Dio. In questa prospettiva, noi lavoriamo per globalizzare la solidarietà e l’amore, invece dell’indifferenza e dell’egoismo”.Alessandro De Carolis:
http://it.radiovaticana.va/
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