Santa
Nascita di Gesù – 25/12/2013
La
Parola di Dio nei quattro formulari, per contemplare il MISTERO
GESU’:
IL BAMBINO, SOLIDALE E CONVIVENTE IN TOTO
❶ “E’ nato per noi un Bambino, un Figlio è donato a noi”. E’
il canto-preghiera, atto di fede, che si protrae e si esplicita sempre di più a
ogni Natale. La Parola di Dio, nella liturgia, come “un raggio laser”, si
proietta nell’EVENTO del Dio che si rivela BAMBINO,
non riconosciuto dai più, anzi cercato dai potenti di ogni epoca per essere
epurato, cancellato, o ridotto a fiaba, a mito, a un insieme di tradizioni
magiche. I credenti, che formano la Chiesa, fondata dal BAMBINO, si identificano in coloro che lo hanno scoperto, visitato,
adorato, contemplato: i PASTORI,
sorpresi dall’annuncio, per loro sconvolgente, dei messaggeri di Dio: “Vi
annunciamo una grande gioia, che sarà di tutto il popolo; oggi vi è nato nella
città di Davide un Salvatore, che è il CRISTO,
SIGNORE” (Luca 2, 10-11). Celebrare,
vivere il Natale è tutto qui. Gli Angeli precisano: “Questo per voi il segno,
troverete un BAMBINO avvolto in
fasce, che giace in una mangiatoia” (2, 12). Altri lo cercheranno per finalità
diverse (i nostri natali forse sono snaturati!). Il BAMBINO dischiude, apre condotte alternative alle logiche del
mondo, è un fascio di Luce che penetra i meandri della storia, anche se la LUCE non sempre sarà illuminante: “Venne
tra i suoi e i suoi non l’hanno accolta, a quanti l’hanno accolta, la LUCE ha dato potere di diventare figli
di Dio” (Gv 1, 11.12).
❷ Il racconto di Luca è ambientato al tempo in
cui a Roma impera Ottaviano Augusto, che da vent’anni si fregia del titolo di Imperatore. Egli
è celebrato in tutto l’impero per la sua audacia, mitezza, pietà e giustizia;
in Oriente riceve un culto riservato agli dei. A Priene, nell’Asia Minore, nell’anno
9 d.C., vi è l’iscrizione che ricorda la sua nascita: “… ciascuno può
considerare questo avvenimento come l’origine della sua vita e della sua
esistenza, come il tempo a partire dal quale non si deve più piangere per la
propria nascita. Donandoci Augusto, la Provvidenza divina ha inviato a noi e a
quelli che verranno dopo di noi, come salvatore, colui che doveva porre fine
alle guerre e riordinare tutto. Il giorno della nascita del dio
(Ottaviano) è stato per il mondo l’inizio di lieti annunci ricevuti grazie a lui”.
❸ Si dice ancora oggi: “Quello è uno che conta… tu non conti nulla”. Il criterio con cui
nel mondo si valuta l’importanza di una persona è il potere di contare: è ammirato chi conta i soldi,
macchine, ville e spesso è esaltato anche chi conta le persone che lo servono, che gli sono sottomesse e della
cui vita può disporre. Luca propone uno che conta
diversamente, di fronte a cui il mondo si inchina; poi descrive chi per il
mondo non conta nulla: Giuseppe,
Maria sua sposa, un BAMBINO, i
pastori.
Essi non sono cercatori di alternative, la loro condizione è
prestabilita: esclusi per sempre, non contano. Dio allora si muove per loro;
l’annuncio vero, autentico, preconizzato da secoli, anzi dalla creazione del
mondo, che le classi sacerdotali e rabbiniche attendevano quasi a loro esclusiva,
è per i “PARIA” del tempo, di ogni stagione storica. L’EMMANUELE trascende gli
schemi precostituiti, scende la scala sociale (“da ricco che era si è fatto povero”), si posiziona, pone “la sua
tenda tra gli esclusi”, con loro è solidale, ma è ricercato come un sobillatore
del popolo, traditore dei profeti, connivente con le forze di occupazione,
incurante delle classi sociali “alte”.
❹ Gesù,
tramite i messaggeri divini, si sente a “casa sua” con gli “ULTIMI”,
vive la loro esistenza, è solidale (“Beati gli ultimi, voi poveri, voi miti,
voi assetati di giustizia, voi operatori di pace, vostro è il Regno dei cieli).
I Pastori, che oggi generano tenerezza, poesia, mito, spesso vivevano per
lunghi periodi separati dalle famiglie, su di loro si dicevano le peggiori
malefatte del tempo. Erano gli impuri da allontanare. Proprio a loro Dio mandò
l’annuncio sconvolgente: “ed essi andarono senza indugio” (Lc 2,8-18). Essi non
avevano possibilità di cercare, l’iniziativa è di Dio. I Magi, perché ne
avevano la possibilità, si misero in viaggio e tramite segni celesti vanno per
il mondo in cerca della vera luce. I pastori no.
❺ Il
Natale di Gesù si attualizza nell’oggi, nella storia delle nostre disparità sociali, si rivela a
chi non cerca salvatori fittizi, entra nei nostri limiti, nelle nostre
debolezze, nelle nostre infedeltà. Dio, in Gesù, si svela ai disperati, ai
senza patria, ai senza casa (“Non c’era posto per Lui nell’albergo”), agli
umili, senza illusioni di aiuto umano. Per loro “Vi annuncio una grande gioia”;
ma Gesù “non è buono solo a Natale”, la sua vita terrena, così pure quella nel
suo Regno (“Oggi sarai con me in Paradiso”), sarà sempre “CONVIVENZA E SOLIDARIETA’, come Pastore che raduna, ma anche cerca
chi è sperduto nei labirinti che la vita prospetta. Egli cerca nella “Notte”
dei nostri giorni complicati, dei nostri egoismi, dei nostri dubbi, della
nostra solitudine (i pastori erano soli; gli “Altri” erano nei palazzi), delle
nostre rassegnazioni. E’ convivente e solidale, così immette nel mondo quel
“fascio di luce”, per essere a nostra volta conviventi e solidali nelle
quotidianità odierne. Non basta, come ormai è consuetudine, essere “BRONTOSAURI”
di tutto, starsene con le mani in tasca, oppure con l’indice puntato contro chi
crediamo essere gli autori dello sfascio. Il BAMBINO si è intrufolato, coinvolgendosi, “Si è fatto carne” della
nostra carne, mano nella mano in ogni dove e circostanza, è “stato lievito
nella pasta”, ha cambiato l’umanità. Oggi continua la sua opera certa, usando i
nostri piedi, le nostre mani, il nostro cuore, i nostri talenti, la nostra
solidarietà. Se tutto ciò non è disponibile, è il paradosso, Lui non può agire.
❻ E’ la
missione della Chiesa, perché ogni giorno sia il Natale di Gesù nel vasto campo,
che è il mondo.
Don
Carlo
Nessun commento:
Posta un commento