martedì 3 dicembre 2013

Il metodo Francesco per le visite alle parrocchie

 Francesco in visita alla parrocchia romana
FRANCESCO IN VISITA ALLA PARROCCHIA ROMANA

Incontri più lunghi, al pomeriggio, lasciandosi avvicinare da tutti e parlando con tutti. Messa, sacramenti, confessioni, dialoghi di un Papa che vuol fare anzitutto il vescovo di Roma



«La ricerca di ciò che è sempre più veloce attira l’uomo d’oggi... E tuttavia si avverte una disperata necessità di calma, vorrei dire di lentezza. La Chiesa, sa ancora essere lenta: nel tempo, per ascoltare, nella pazienza, per ricucire e ricomporre?». Questo diceva lo scorso 27 luglio ai vescovi brasiliani Papa Francesco, ormai alla fine del suo viaggio a Rio de Janeiro. Questa «calma», questa disponibilità all'incontro ravvicinato con le persone senza guardare con impazienza l'orologio sono una delle caratteristiche degli incontri di Bergoglio con i fedeli, ad esempio nelle udienze del mercoledì o in incontri come quello con i malati dell'Unitalsi.

Ma ora anche lo schema usuale delle visite nelle parrocchie romane sembra destinato a cambiare. Lo si deduce da quanto è accaduto domenica scorsa. A Buenos Aires, il cardinale Bergoglio era solito fare le visite alle parrocchie di domenica pomeriggio, fermandosi tutto il tempo necessario per incontrare le persone. Così è avvenuto l'altro giorno nella parrocchia di San Cirillo d'Alessandria a Tor Sapienza.

La visita alle parrocchie la domenica mattina comprimeva i tempi a motivo dell'Angelus (più di qualche volta sia Giovanni Paolo II sia Benedetto XVI si erano affacciati con qualche ritardo a motivo del traffico cittadino o del protrarsi della celebrazione). Il pomeriggio permette invece tempi più distesi. Francesco è arrivato una decina di minuti prima delle 16: ha cominciato la visita salutando le persone assiepate dietro le transenne, poi all'interno della parrocchia ha incontrato e salutato uno a uno gli ammalati del quartiere e i bambini che faranno la prima comunione. Quindi è passato in un'altra sala, per incontrare le giovani famiglie dei neonati battezzati nell'ultimo anno e infine ha salutato i ragazzi che si preparano alla cresima, rispondendo anche alle loro domande e curiosità.

Dopo mezz'ora buona di colloquio con i ragazzi, Francesco ha confessato sette parrocchiani, quindi ha celebrato la messa. Ha tenuto un'omelia breve, ha impartito le cresime a nove ragazzi. Al termine della celebrazione, ha incontrato i nuovi cresimati. Francesco ha quindi ricevuto, fuori programma, una delegazione di rappresentanti del movimento per la casa, che aveva inscenato una protesta. A conclusione della visita l'ultimo appuntamento, con i rappresentanti delle realtà attive nella comunità parrocchiale. E prima di andarsene, Bergoglio ha trovato il tempo di un ultimo saluto con la folla radunata sul piazzale. Quasi quattro ore durante le quali si sono intrecciati saluti, dialoghi, catechesi, parole semplici e profonde che ripropongono l'essenziale del messaggio evangelico, attenzione ai problemi sociali.

Una visita vera, dunque, per entrare davvero in contatto con la realtà della parrocchia di periferia. Il Papa è stato con la gente, ha parlato con la gente, ha ascoltato tutti, è stato disponibile con tutti, raggiungibile da tutti. Senza guardare l'orologio. E chi ha visto il suo sguardo sorridente a fine giornata, assicura che fosse davvero contento di questa salutare full immersion. La prossima visita a una parrocchia romana è prevista per gennaio. Non è difficile immaginare che quanto accaduto domenica scorsa si ripeterà con una certa frequenza, come tratto caratteristico del pontificato di Francesco, il quale, fin dai primi momenti dopo l'elezione, aveva sottolineato in modo speciale il suo essere soprattutto e anzitutto vescovo di Roma.

Non si deve dimenticare, infine, che con queste visite, come pure con le omelie della messa mattutina a Santa Marta, Francesco sta indicando un esempio concreto per i pastori di tutto il mondo, insegnando loro come prendere «l'odore delle pecore» e annullare ogni distanza.ANDREA TORNIELLI

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