giovedì 5 dicembre 2013

Da Pietro a Pietro


Duemila anni bruciati così, in pochi minuti. Quando papa Francesco, il 24 novembre, ha preso in braccio la teca con le reliquie di Pietro e le ha guardate a lungo, attonito, davanti alla piazza gremita per la messa che chiudeva l’Anno della Fede, sono stati in molti a pensarlo. Duemila anni, da allora. E una catena ininterrotta di fatti, volti, testimoni perché quell’avvenimento che stiamo per festeggiare - la presenza di Dio nel mondo - arrivasse fino a noi. Duemila anni colmi di una Presenza che in fondo ha un solo scopo: la nostra felicità. La pienezza della mia e della tua vita.

Poco dopo quel gesto, il Papa ha consegnato al popolo di Dio un documento che, come dice lui stesso, ha «un valore programmatico», ovvero esprime quello che gli sta più a cuore. È un testo ricchissimo, come si vedrà sfogliando queste pagine, ma soprattutto approfondendolo nei prossimi giorni. Ma il titolo dice già tutto: Evangelii Gaudium, «la gioia del Vangelo», quella che «riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù».

Sono parole che riecheggiano quelle che avete trovato in copertina, tratte dal Volantone con cui, come di consueto, Comunione e Liberazione saluta i momenti decisivi dell’anno. In quel «legame che Cristo stabilisce con te, non che tu stabilisci con Lui», come scrive don Giussani, c’è il cuore di questa gioia: un Fatto, Lui che si dona. Non un’idea, un progetto da realizzare o un obiettivo da raggiungere. Ma Dio che, come ci ricorda di continuo il Papa, «primerea», viene prima e prende l’iniziativa. Diventa «una presenza che ci accompagna». Tanto che «lasciarsi afferrare e guidare dal suo amore allarga l’orizzonte dell’esistenza, le dona una speranza solida che non delude». In due parole, usate ancora dal Papa, «dilata la vita».
È questa la promessa del Natale: dilatare la nostra vita. Allargarla, darle respiro e profondità. Pienezza. È una promessa decisiva: che cosa possiamo desiderare d’altro? Ma è anche una promessa semplice da verificare. Non si tratta di interpretazioni o ipotesi. Il test per vedere se la vita si dilata può essere solo uno: la vita stessa, l’esperienza. Possiamo sapere se una cosa riempie davvero il cuore soltanto ritrovandoci, in maniera inattesa e sorprendente, con il cuore pieno. Su questo non riusciamo a barare, neanche con noi stessi. Quando accade, è inconfondibile.

Ecco, questo Tracce è un piccolo viaggio in luoghi dove il Natale accade e la vita si dilata. Luoghi diversissimi, come un ospedale bolognese o un campo petrolifero nel deserto di Dubai. E vite normali, ordinarie, che lo possono testimoniare a tutti. Perché quel «legame che Cristo stabilisce con noi» è concreto. Da quella notte di Natale, passa attraverso vite e volti. Da Pietro a Pietro, brucia duemila anni in un istante. E riempie la storia per riempire la nostra vita, ora. Buon Natale.
EDITORIALE  

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