venerdì 14 marzo 2014

Quell’amore che avvicina gli uomini a Dio.Gli esercizi spirituali della Curia romana

Giudicare ogni gesto nella logica del mondo, o meglio nella logica dell’economia di mercato, significa rischiare di non comprendere il valore di quell’amore che avvicina gli uomini a Dio, Dio agli uomini e gli uomini agli altri uomini, in modo da creare quella comunione d’amore che è una Chiesa accogliente.
John William Waterhouse«L’annunciazione» (1914)
Un bambino — certamente inconsapevolmente e in modo indiretto — ha ispirato stamane, giovedì 13 marzo, la riflessione della penultima giornata di esercizi spirituali di Papa Francesco e della Curia romana, che si concluderanno nella mattina di domani, venerdì 14 marzo. Monsignor Angelo De Donatis ha infatti iniziato la sua predica, nella cappella della Casa Divin Maestro ad Ariccia, individuando nella domanda postagli da un bimbo — che si preparava alla prima comunione — la capacità di Dio di trasformare un gesto semplice, ma fatto con amore, in qualcosa che si diffonde intorno a sé e crea comunione: «Ma tu conosci così bene Gesù per motivi di lavoro o perché siete amici?» è stata la sua richiesta. La conoscenza profonda di Gesù che sconfina nell’amicizia, dunque nell’accoglienza e nell’amore, è stato l’argomento della meditazione.
Il predicatore ha commentato l’episodio evangelico della donna sconosciuta la quale raggiunge Gesù nella casa del lebbroso a Betania e gli unge il capo con un olio preziosissimo, l’olio di nardo (Marco 14, 1-9). Un racconto, ha detto, denso di contenuti sia per il luogo in cui si svolge, sia per il periodo, sia per gli effetti che produce. Il luogo, ha spiegato è la casa del lebbroso, cioè un luogo in cui c’è il male. Gesù dunque va là dove c’è il male. Va perché sa che comunque è amato. La casa infatti si trova a Betania, simbolo dell’accoglienza. Gesù aveva tanti amici a Betania e sapeva di essere amato in quel luogo. Una sensazione, ha sottolineato, a cui aspira oggi ogni uomo che lascia la sua città per altri lidi.
Il Signore è a tavola con i suoi amici, cioè nel momento della condivisione, quando arriva la donna, rompe un vasetto di marmo e comincia a cospargergli il capo con quell’olio prezioso. È un gesto d’amore gratuito, ha spiegato monsignor De Donatis, che acquista ancor più importanza perché compiuto in un tempo in cui si respirava piuttosto un clima di violenza e di odio contro Gesù: mancavano due giorni alla Pasqua e gli scribi stavano cercando un motivo valido per mandarlo a morte.

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