giovedì 27 marzo 2014

In cammino dentro il mondo

95A_140_CamminoLRÈ in libreria il nuovo libro di Massimo Camisasca sulla storia di Comunione e Liberazione. Pubblichiamo un estratto dalla prefazione dell’autore.

Tre anni fa, l’Editore San Paolo mi chiese con insistenza di pensare alla ripubblicazione in un unico volume della storia di CL che avevo scritto tra il 1998 e il 2005. Ciò significava ridurre il numero delle pagine, rinunciare alle prefazioni, alle note e tagliare alcune parti per dare una dimensione di lettura più agevole dell’intera opera. Naturalmente i tre volumi con tutto l’apparato critico rimangono a testimonianza del lavoro percorso, ma spero che questa seconda pubblicazione possa accostare nuovi lettori al sapore di quegli anni. Non per una rievocazione piena di nostalgia, ma perché il senso profondo di questa storia innerva il nostro presente attraverso la realtà del movimento e di tutti coloro che sono stati toccati direttamente o indirettamente dalla grande personalità di don Giussani, che attende ancora di essere riscoperta.
In occasione di questa pubblicazione, così strettamente legata ai tre volumi che la precedono, desidero raccontare la genesi delle mie ricerche sulla storia di Comunione e Liberazione.
Il 21 novembre 1997 ricevetti una lettera a firma Giorgio Feliciani. Era il vice presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione. Mi incaricava di scrivere una prima bozza in vista della stesura di una storia del movimento. Mi scriveva: «La nostra fraternità [di CL] ha da tempo promosso la ricerca, la raccolta e la catalogazione, di tutta la documentazione che possa avere qualche rilevanza per la storia del nostro movimento. L’ampio materiale finora raccolto esige ora di essere studiato e valorizzato in funzione di una adeguata pubblicazione che esponga organicamente le alterne vicende della nostra compagnia dall’origine ai nostri giorni». Da tempo sapevo che don Giussani aveva in animo di far scrivere la storia del movimento che da lui era nato. A questo scopo aveva radunato intorno a sé un piccolo gruppo di persone con cui dialogava periodicamente. Sono nati così parecchi incontri in cui don Giussani ricordava liberamente gli eventi degli anni passati che più salivano alla sua memoria. Ne uscivano ritratti di persone, giudizi su avvenimenti, atmosfere, racconti, che furono fondamentali per il mio lavoro successivo. Io non partecipai a quegli incontri se non raramente, perché allora non si pensava ancora a me come futuro scrittore, ma ho potuto godere della lettura dei dialoghi nella loro trascrizione.
È iniziato così per me un intenso lavoro che mi avrebbe tenuto occupato a fasi alterne lungo sette anni. Ero superiore della Fraternità san Carlo, il mio tempo era mangiato quotidianamente dalle preoccupazioni per i miei fratelli, per i preti, i seminaristi, la nascita delle case e i viaggi. Eppure sentivo che scrivere quel libro sarebbe stato importante, innanzitutto per la mia persona. «Uno stare con don Giussani», come avrebbe detto nella prima udienza che mi ha concesso Benedetto XVI. Mi chiese: «Cosa è stato per lei scrivere la storia di CL?» Prima ancora che gli rispondessi, lui mi disse: «È stato frequentare per sette anni un corso di esercizi predicato da don Giussani».
Massimo Camisasca

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