lunedì 24 marzo 2014

«Uomo e donna? Non è innovativo Idea da bocciare»


Ecco perché il Comune ha escluso un progetto educativo per le scuole


Una strategia semplice per «qualificare l’attività didattica»? Calpestare la Costituzione. Natural­mente per un intento lodevole, perché parlare di famiglia fondata sull’unione tra un uomo e una don­na, potrebbe «creare disagio». È l’incredibile giustificazione arrivata dal Comune di Livorno a proposito della vicenda dell’Associazione I Baluardi, esclu­sa dai progetti 'Scuola Città' per­ché nel proprio statuto sottolinea il principio secondo il quale ap­punto «l’unica forma familiare pos­sibile è quella fondata sul matri­monio tra un uomo e una donna e sulla reciproca fedeltà, oggi attac­cata da modelli familiari alternati­vi ». Nella lettera si precisa che il pro­getto 'Conosci il tuo cuore?!', pre­sentato dalla stessa Associazione, è stato scartato per­ché non rispondente ai criteri di «innovazione e qua­lificazione didattica attraverso percorsi culturali e pro­fessionali inediti». Caratteristiche presenti invece nel fascicolo di proposte del Cred (Centro Risorse Educa­tive del Comune). «Uno staff tecnico (2 psicologhe e 9 pedagogiste) – continua la lettera, firmata dall’assessore Carla Ron­caglia – valuta la congruità degli obiettivi e le caratte­ristiche psicopedagogiche dei progetti che vengono proposti dalle associazioni del territorio, sulla base del­la congruità didattica e senza preclusioni di tipo ideo­logico ». Eppure la preclusione 'ideologica' è fin trop­po evidente, visto che la lettera prosegue affermando che il progetto dei Baluardi «è teso ad una formazione dell’affettività della persona secondo l’impostazione dell’associazione stessa. Un’associazione che, è vero, come è appunto specificato sullo statuto, è segnata­mente orientata, sul piano culturale e ideologico».
  La replica ribadisce poi come «lo staff tecnico del Co­mune abbia valutato che l’impo­stazione del progetto in questione potesse creare disagio in bambini e ragazzi educati con diverse sensi­bilità ed in diverse condizioni fa­miliari (convivenze, separazioni), che non sono elementi di minorità, ma la fotografia di una condizione di una società multiforme».
  Una valutazione fatta dunque non tanto sul progetto (che aveva come scopo quello di rafforzare la perso­nalità dei ragazzi preadolescenti orientandoli a per­corsi di affettività, amicizia e prevenzione al bullismo), quanto su una valutazione del tutto discutibile a pro­posito dei principi che sono alla base dell’Associazio­ne
 bocciata.Nella lettera si precisa infine che «il Comune non vin­cola nessuno» e che l’Associazione anche se esclusa dal fascicolo proposto dal Cred può proporre il pro­prio corso. Quando si dice un Comune davvero di lar­ghe vedute. CHIARA DOMENICI 

 

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