lunedì 17 marzo 2014

Papa Francesco: il buon pastore che "vuole salvare ognuna delle sue pecorelle"




Padre Livio Fanzaga, direttore di Radio Maria, commenta il primo anno di pontificato di Bergoglio
 (- Direttore di Radio Maria dal 1987, padre Livio Fanzaga, grazie alla sua rassegna stampa quotidiana e alle sue catechesi radiofoniche, è oggi una delle voci più popolari dell’intero etere italiano. Vivace e schietto come sempre, ha risposto alle domande di ZENIT sul pontificato di Francesco ad un anno dal suo inizio. Padre Livio, che dice di aver vissuto con serenità la rinuncia di Benedetto XVI in quanto ha compreso che derivava dalla ”obbedienza alla volontà di Dio”, riconosce e apprezza di papa Francesco la sua “impostazione evangelica”. È proprio l’evangelizzazione, del resto, la linea guida di Radio Maria, che trasmettendo in 63 Paesi costituisce un colosso della radiofonia mondiale.
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Padre Livio, cosa ha pensato quando Benedetto XVI ha annunciato le dimissioni?
Padre Livio: Il primo momento è stato di stupore, perché si trattava di un’assoluta novità. Mi sono raccolto un momento in preghiera prima di annunciare la notizia ai microfoni di Radio Maria. Ho detto ai nostri ascoltatori che se Benedetto XVI aveva preso questa decisione era in obbedienza alla volontà di Dio. Abbiamo compreso la grandezza del gesto e lo abbiamo vissuto con serenità.
Cosa ricorda del momento in cui è stata annunciata l’elezione di Bergoglio e del momento in cui egli è uscito dal balcone Pontificio?
Padre Livio: Non me l’aspettavo, perché era noto che nel precedente conclave il cardinal Bergoglio si era fatto da parte per favorire l’elezione del cardinal Ratzinger. Mi era sfuggito che l’avesse fatto per favorire un’elezione unitaria. La prima cosa che ho notato quando papa Francesco si è affacciato al balcone è stato il suo viso buono e paterno.
È passato un anno da quei momenti. A suo avviso in questo lasso di tempo quali sono gli aspetti del nuovo pontificato che più hanno costituito un elemento di novità?
Padre Livio: Papa Francesco in questo anno ha manifestato a tutti, dentro e fuori la Chiesa, con la parola e con la sua persona, la misericordia di Dio che si è manifestata in Gesù Cristo, che cammina con noi e che vuole salvare ognuna delle sue pecorelle. La novità di questo pontificato è la novità del Vangelo. Ha fatto soffiare nel mondo il vento della speranza.
È vero che il cardinale Bergoglio è stato molto vicino a Radio Maria in Argentina? Cosa può dirci in proposito?
Il cardinal Bergoglio ha apprezzato il progetto mondiale di Radio Maria, che è una forma di evangelizzazione popolare in stretta unione con la Chiesa, e ne ha favorito la diffusione a Buenos Aires. Non per nulla Radio Maria Argentina è quella che ha più ripetitori dopo l’Italia e la Spagna. Nei principi guida della famiglia mondiale di Radio Maria sono indicati come punti qualificanti la fedeltà al Magistero della Chiesa e l’obbedienza al Santo Padre.
Da storico direttore di un’emittente intitolata a Maria, cosa ne pensa dell’affermazione del Papa nel corso della recente intervista al Corriere della Sera secondo cui “la Vergine Maria è più importante di qualsiasi vescovo e di qualsiasi apostolo”?
Padre Livio: Riguardo alla Madonna “non si dice mai abbastanza”, afferma San Bernardo. “Se non si conosce Gesù Cristo è perché non si conosce sua Madre”, è il pensiero del Monfort. Tuttavia la Madonna svolge nella Chiesa una funzione materna. Non si sostituisce ai Pastori, che agiscono per l’autorità data loro da Gesù Cristo. Nel medesimo tempo i Pastori sono suoi figli, che si lasciano condurre da Lei, come ci ha insegnato in modo sublime Giovanni Paolo II.
Nel messaggio che papa Francesco ha inviato ai partecipanti al Congresso Mondiale del Signis sui media, ha scritto che “i comunicatori cattolici devono affrontare la sfida sempre più grande di presentare la sapienza, la verità e la bellezza del Vangelo”. Da esperto della comunicazione cattolica, che effetto le ha fatto leggere questo invito? Quali strumenti sta utilizzando Radio Maria per raggiungere questa sfida?
Padre Livio: A mio avviso l’efficacia dell’evangelizzazione, anche attraverso i mass media, dipende innanzi tutto dalla fede di chi evangelizza. Chi è convinto convince. Chi è convertito tocca i cuori. Trasmette Gesù Cristo chi lo ha incontrato. Basta un santo per cambiare un popolo intero. Non c’è nulla di nuovo in questo campo. Papa Francesco è entrato nel cuore della gente perché vede in Lui la figura di Gesù Buon Pastore. A me interessa che i conduttori di Radio Maria siano dei credenti veri. Anche i lontani sentono il “buon odore” di Cristo.
Molti lamentano di papa Francesco la poca attenzione ai temi della bioetica, considerando ciò un elemento di discontinuità con Benedetto XVI. Qual è il suo parere al riguardo?
Padre Livio: Papa Francesco ha il cuore traboccante di misericordia per l’uomo, creatura di Dio, dal momento del concepimento fino al momento della sua morte naturale. Si china con amore su ognuna delle sue ferite ed è sensibile ai problemi della gente, anche quelli materiali, come il pane, la casa, il lavoro. La sua impostazione è evangelica. Come Gesù predica, guarisce, sfama. È presente su tutti i problemi del gregge. C’è una profonda continuità nei pontificati da papa Giovanni ad oggi, ma ogni Papa ha i suoi doni con cui arricchisce la Chiesa.Zenit.org

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