Es 20, 2-24 Dio parla a Mosè e a noi oggi, le sue
indicazioni per il nostro tempo
Salmo 19 “Signore, tu solo hai parole di vita eterna”
Ef 1, 15-23 Oltre la Legge, la vera grazia di Dio, Gesù,
morto e risorto, è la vera Legge
Gv 4, 5-42 Nel deserto due cammini si incontrano a un
luogo antico, ma sorgente di nuovi rapporti
Osea
2,16: “Ti condurrò nel deserto e parlerò al tuo cuore”
( Due
personaggi, “siti compulsi”, un’anfora, un pozzo,
il deserto, i discepoli, i samaritani )
❶ Il
Vangelo di Giovanni è come un grande affresco, mirabile ed enigmatico (i
segni), affascinante e misterioso. Alcuni riquadri della rappresentazione già
la Liturgia li ha descritti: le nozze di Cana con le anfore, l’adultera, ora
un’altra donna, oltre gli stereotipi: samaritana, poligama, eretica, esclusa… E’
una parte dell’affresco, con lo scenario del deserto (come domenica scorsa), un
pozzo famoso, attribuito al Patriarca Giacobbe, altri personaggi sullo sfondo e
un’anfora, come alle nozze a Cana.
❷ In
Quaresima si è chiamati attorno a questo pozzo
(fonte battesimale), magari stanchi, depressi per la solita vita senza
sussulti, tristi, perché non si intravvede la via d’uscita. Anche Gesù è
sfinito, assetato, in cerca di ristoro, seduto al pozzo in solitudine (nel “Dies
irae” si allude proprio alla pausa che Cristo si concede: “Quaerens me sedisti
lassus” = eri seduto stanco desideroso di cercarmi), mentre i suoi discepoli cercavano cibo.
❸ Caratteristica
della scena è l’incontro tra due sconosciuti, ma che si “cercano”. Sui nostri
percorsi così aridi, in mezzo a deserti infuocati, il Signore può far sgorgare
l’acqua viva, cioè la possibilità di ripartire. Domenica scorsa Gesù “ebbe
fame”, oggi ha sete: “dammi da bere”. L’incontro sembra casuale, ma al pozzo
arriva sempre qualcuno; in questo caso una donna, che vi viene abitualmente ed
è sorpresa che un giudeo le rivolga la parola. Non scappa via, inizia un
dialogo faticoso , ma anche su piani diversi: l’acqua materiale e quella che
disseta per sempre. Ella ha il coraggio di esporsi, di dire quello che è.
Grazie alla sua sincerità, Gesù può penetrare nella sua storia, che sembra
emergere, prima in modo indistinto, poi sempre più trasparente, come l’acqua
nitida, rinfrescante. L’incontro inizia da un domanda di Gesù; egli è un povero
che chiede la carità di un po’ d’acqua. Non un ricco che offre i suoi tesori,
ma un povero che chiede. Strano modo di avvicinarsi alle creature umane. Non
come un potente che esige o che riempie dei suoi favori, ma come un povero che
tende la mano. A partire dalla richiesta alla donna inizia il dialogo-incontro
prima sul piano materiale: la donna non vorrebbe più accostarsi al pozzo. Gesù
porge l’altra acqua, che non sa di fango, ma viva, dissetante per sempre, che
porta esistenza entusiasta. L’incontro ha a tema anche la verità-rivelazione, che Gesù ricerca in lei: “non ho marito”,
luoghi di culto, nuovo modo di relazionarsi con Dio, “né su questo monte, né
altrove, ma in Spirito e in verità”. La donna ormai si sente a suo agio,
gradualmente riconosce lo SCONOSCIUTO: un Giudeo, Signore, un profeta, il
Cristo, il Salvatore del mondo. Ella sente l’impulso
di annunciarlo ad altri, la notizia va diffusa, soprattutto se "E’
Buona notizia”. E l’annuncio: da adoratrice di idoli, donna di molti amori,
seguace di riti vuoti, privi di senso, a vera discepola che ritrova il gusto di
vivere.
❹ Nell’affresco
vi sono i discepoli, che si preoccupano del cibo materiale; per questo Gesù ha
un altro incontro-quasi scontro con loro. Mentre la donna è arrivata a intuire
il “Chi è Gesù”, essi sono fermi all’acquisto di beni, di riconoscerlo come
maestro, a considerare decisivi i bisogni primari come la fame e il necessario
per eliderla; devono ripercorrere l’itinerario della samaritana, che diventa
modello di “RICONCILIAZIONE”: dal deserto, dove Gesù ha parlato al suo cuore,
alla città, dove è chiamata a vivere la nuova relazione con il divino e
l’umano: IN SPIRITO E VERITA’. Lo Spirito è il comunicare con Dio, la Verità è
la Parola-Cristo da esercitare in ogni circostanza.
❺ Accanto
ai protagonisti di questa porzione di affresco, che
sono in primo piano, emergono man mano i
concittadini della Samaritana: l’ascoltano, non la lapidano, non hanno pregiudizi,
vogliono verificare dal vivo: “credettero in Lui”, dopo averlo ascoltato e
ospitato in città: “Noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è il
Salvatore del mondo”. Hanno sperimentato il “pozzo” vero, non quello delle
acque stagnanti e limacciose, ma ZAMPILLANTI.
❻ Più a
lato
del pozzo nell’affresco viene rappresentata l’anfora, che appare anche nel dipinto del foglietto (Juan de
Flandes). Oramai è inutile (vecchio ferro del mestiere), inservibile ( siamo
noi? ); il pozzo-Gesù è sempre compagno di viaggio, è Emmanuele, basta
attingervi: Parola e Eucaristia: “Se rimanete in me e le mie parole rimangono
in voi, chiedete ciò che volete e vi sarà dato” (Gv 15, 7).
❼ E’ il
tragitto quaresimale di Gesù, della donna, dei discepoli, dei samaritani, il
nostro come Chiesa.
Don
Carlo
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