lunedì 3 marzo 2014

La forma più alta di amore

ChoristesW«Come faccio ad educare mio figlio?» Tante volte ci è capitato, come preti, di sentirci rivolgere questa domanda. Come rispondere? Il modo più semplice non è quello di parlare di tecniche pedagogiche o dare consigli sulla psicologia degli educandi. La strada più sicura è quella di rimandare al modello di educatore più luminoso che abbiamo incontrato, ovvero Gesù.
Educare è infatti innanzitutto una prerogativa divina. Dio Padre è il primo e più grande educatore. È Lui che sin dall’inizio ha preso per mano l’uomo, Adamo, dopo averlo creato e lo ha portato a conoscere la realtà, lo ha invitato a dare un nome alle cose, agli animali e a cogliere il nesso tra il particolare e il tutto. Lo ha reso partecipe della Sua opera e lo ha investito del compito di custode del mondo da Lui creato. E non ha smesso di educare l’uomo neppure dopo la sua caduta: lo ha attirato nuovamente a sé, prima attraverso Abramo e il popolo di Israele e poi ha mandato Suo Figlio per raggiungere, attraverso la Chiesa, l’umanità intera. In questo modo gli ha fatto conoscere la verità e gli ha mostrato il cammino per realizzare se stesso.
Ogni opera educativa è allora imitazione dell’opera di Dio, archetipo di ogni padre e di ogni educatore. Con Gesù è diventato chiaro il metodo: ha chiamato i discepoli a seguirlo, ha proposto loro un modo di vivere nuovo ed affascinante, ha spiegato loro la vita, mostrando un’intelligenza della realtà fuori dal comune e invitando chi lo incontrava a entrare dentro quella stessa realtà con una profondità unica, che è propria solo di chi conosce e possiede il senso di tutte le cose. Gesù ha dato ai suoi discepoli degli ideali grandi da perseguire, li ha corretti, sgridati, consolati, perdonati.
E qual è stato il frutto di questa opera educativa? Che un pugno di pescatori ha cambiato per sempre la storia del mondo. Quel gruppetto di uomini, così apparentemente fragile ed effimero, è diventato un popolo. Oggi ci chiediamo se sia possibile cambiare la nostra società, influire sulla storia del mondo. Guardando a quel Maestro e ai suoi discepoli la risposta è: sì, è possibile, attraverso l’educazione. Che è anche la più concreta e feconda forma di amore. È questo, infatti, che ha fatto Gesù: ha educato comunicando se stesso, si è consegnato a quei dodici e li ha consegnati al rapporto con il Padre Celeste. Si è donato a loro in modo totale fino a dare la vita per loro. In una parola, li ha amati.
«Padre, come faccio ad educare mio figlio?» E come facciamo con i bambini, gli studenti, le persone che ci sono affidate? Facendo come Gesù, amandoli. Così come è vero il reciproco: «come faccio ad amare davvero mio figlio?». Non venendo meno al tuo compito. Ovvero, educandolo. don Emmanuele Silanos  - http://www.sancarlo.org/

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