lunedì 2 giugno 2014

CAMBIAMENTI.

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Le elezioni europee consegnano un messaggio ai governanti centrali e ai capi 
degli stati più importanti ( Germania e Francia) dell'UE: cambiare politica. Lo fa, 
come accade di solito nei periodi di crisi, punendo chi sta al governo. Hollande 
e Merkel, pur se in diversa misura - clamorosa a Parigi ma significativa anche 
a Bonn- sono stati avvisati dagli elettori. Il dato italiano rappresenta - proprio 
alla vigilia della assunzione della presidenza di turno- la conferma invece di un 
paese che non ci sta a fare la parte che banche e finanza internazionale ci 
avevano assegnato da anni. E che si stringe intorno al proprio governo ritenendo 
che ci sia da trattare nuovamente un po' di cose.
Due osservazioni: Grillo, pur raccogliendo ancora il molto risentimento e sconforto 
senza direzione, comincia come tutte le onde a calare.
Forza Italia di Berlusconi si attesta a fare i renziani dall'opposizione.
Ncd ottiene il minimo per sopravvivere ( poco sopra il 4 per cento in coppia 
con Udc) e non è un gran che.
La sinistra più radicale riesce a esistere grazie a un leader straniero.
Il buon risultato, ad esempio, di Lupi in nord Ovest e Alessandro Rondoni 
a nord est ( non eletto, come prevedibile, ma il più votato del suo partito 
nella sua regione) fa sperare nella crescita di presenze appassionate e capaci.
Dr

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