domenica 22 giugno 2014

2^ dopo Pentecoste – 22/6/2014 Omelia di don Carlo Venturin


Sir 17, 1-4. 6-14                 L’ideale del creatore
Salmo 104                          “Benedici il Signore, anima mia”
Rom 1, 22-25. 28-32        La persona libera può scegliere anche il male 
Mt 5, 2. 43-48                    Il percorso che Gesù indica, è anche quello della Chiesa

Rapporti umani buoni: “Talis Pater, Talis Filius, Tales Filii”: condizioni dell’Amore

Dopo le “Mirabilia Dei”, donate a noi dallo Spirito e rivelate a noi dal Figlio, da oggi viene indicato ai Credenti  in Cristo il percorso esistenziale: vivere da Cristiani. L’ideale viene dalla prima lettura, che presenta il progetto del Creatore, con la conclusione perentoria: “Guardatevi da ogni ingiustizia” e a ciascuno ordinò di prendersi cura del prossimo. Il Salmo esprime la lode di tutto il creato per Dio, “rivestito di maestà e splendore … avvolto di luce … i tuoi cieli come una tenda”. L’umanità non rispetta il progetto originario: “Gli uomini sono divenuti stolti… sono colmi di ogni malvagità, di azioni indegne, di ogni ingiustizia, di malizia… senza cuore, senza misericordia… pur conoscendo il giudizio di Dio… non solo le commettono, ma anche approvano chi le fa” ( Paolo ). Una descrizione di degrado umano.

La “discesa” di Gesù dal cielo, per essere tra gli umani e ristabilire il progetto originario, “rompe la disumanità” e indica il reintegro nella famiglia di Dio dell’umanità alla deriva. L’Evangelista Matteo svela il “programma” di Gesù, che è “sul monte”, come Mosè, e riguarda le “novità” rispetto all’antico. Il criterio della pena meritata salta in forza di un amore più grande da parte della vittima. Non più “la legge del taglione”, ma l’amore verso tutti, compresi i nemici, quelli che non lo meritano affatto: è lo stile di Dio “che fa splendere il sole sui buoni e sui cattivi”, lo stile di Gesù, che perdona i suoi uccisori e il “ladrone”, è lo stile dei suoi figli e fratelli. E’ questo il senso del “siate perfetti, come è perfetto il Padre vostro celeste”. Per essere più preciso, Gesù riporta alcuni esempi, presi dai “pagani”: amare quelli che ci amano, rivolgere il saluto a chi ci saluta. Gesù è l’imitatore del Padre:  la persona non meritava nulla, meritevole di condanna, anche per questo viene reintegrato nel “cerchio” dell’amore trinitario. I cristiani, figli adottivi di Dio, assomigliano al loro Padre. Non si tratta di divenire perfetti, ma di accogliere le “BellaNotizia”del Dio che ama.

Amate i vostri nemici” è l’antitesi delle tesi del mondo, un comando irricevibile, se non ingiusto. Padre Michele Pellegrino, Arcivescovo di Torino negli anni sessanta, fino al 1977, scrivendo ai detenuti, così iniziò: “Carissimi fratelli”, con grave scandalo dei benpensanti, come scandalizzerebbe noi se chiamassimo “fratello” l’omicida di Motta Visconti. Così si espresse all’inizio: “Dietro ogni detenuto è mancato un maestro”, compito della Chiesa “è anche condannare l’errore, non la persona. Condannare significa estirpare qualcosa che non può essere accettato, escludere dalla comunità e dalla stessa vita”. Padre Pellegrino si rivolgeva anche ai famigliari dei detenuti: “Non abbandonate e non condannate due volte chi ha sbagliato… Senza l’affetto dei propri cari, è più difficile cambiare”. Conclude così: “Oltre quel muro ci sono dei fratelli che hanno sbagliato. Abbandonarli e condannarli non rende migliori”.

Il Vangelo vuole abrogare due leggi : la legge della vendetta e la legge del taglione, per introdurre la legge dell’amore verso tutti, anche ai nemici. M.L. King, parlando dei suoi nemici affermò: “Ai nostri nemici noi diciamo: fateci quel che volete e noi continueremo ad amarvi; metteteci in prigione e noi continueremo ad amarvi; lanciate bombe sulle nostre case, nell’ora di mezzanotte, batteteci e lasciateci mezzi morti e noi vi ameremo ancora. Siate sicuri: vi vinceremo! Non perché vi combatteremo, ma perché vi ameremo”.

Sembra irrazionale e impossibile questa relazione con il nemico, ma “niente è impossibile a Dio” e a coloro che sono fatti a sua immagine e somiglianza. La seconda legge che il Vangelo vuole per i credenti: la legge del perdono. Come agire di fronte alle offese per restare veri discepoli? Gesù afferma: non vendicarti mai di fronte all’offesa, guardati dentro il cuore, cerca di chiarire a te stesso i tuoi sentimenti e, se vedi che ci sono desideri di vendetta, sradicali del tutto, essi non possono dirigere correttamente le tue azioni. La mamma e il papà di Yara Gambirasio, hanno scelto il SILENZIO e non la sguaiatezza, non hanno invocato vendetta, hanno riversato il più dell’amore agli altri tre figli. “La nostra - disse il papà - è una famiglia semplice, un nucleo di persone che ha basato la propria unità sull’amore, sul rispetto, sulla sincerità e sulla solarità del nostro quotidiano vivere”.

Forse – diciamo - Gesù esagera con tali richieste, che contrastano con il mondo di arroganti e di furbi ( cfr. elenco di S. Paolo ), di furfanti e di “tangentofili”.
Ci vuole “fegato” per attuare le indicazioni. Per il Cristiano non esistono scorciatoie. Forse anche la società dovrà intraprendere una direzione diversa dall’attuale, con comportamenti  impensabili, ma necessari per “cambiare verso”.


Don Carlo



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