martedì 17 giugno 2014

Italia invecchiata · L’Istat certifica la crisi demografica ·

Un Paese che invecchia sempre più e dove a frenare il calo demografico non vale neppure l’apporto degli immigrati. Anche l’arrivo di questi ultimi è fra l’altro in diminuzione, mentre al contrario aumenta l’emigrazione, soprattutto di giovani che non vedono prospettive di futuro.
È preoccupante il quadro dell’Italia che emerge dal rapporto sulla popolazione pubblicato ieri, lunedì 16 giugno, dall’Istat. I numeri certificano una crisi che non è solo economica e finanziaria ma è divenuta anche sociale, culturale e persino identitaria, se è vero che la rinuncia a mettere al mondo figli può essere letta come perdita di fiducia nel futuro.
Nel 2013 si sono registrate sono state registrate 514.308 nascite, circa ventimila in meno rispetto all’anno precedente, con una diminuzione del 3,7 per cento. Si tratta del picco negativo di sempre nel rapporto tra nascite e decessi in Italia. Il saldo naturale, quello dato dal rapporto tra nascite e decessi, è negativo per 86.436 unità. A questo ha contribuito la diminuzione, per la prima volta da decenni, delle nascite di figli d’immigrati — 2.189 in meno del 2012 — che pure rappresentano il 15 per cento del totale. Poiché gli immigrati sono l’8,1 dei residenti, questo dato sulle nascite è essenziale ad arginare in qualche modo il progressivo invecchiamento della popolazione.
L'aumento della popolazione residente di appena lo 0,1 per cento. Anche questo è dovuto all'immigrazione, sebbene sebbene il numero degli immigratigli arrivi nel 2013 siano stati 43.000 in meno rispetto all’anno precedente. Comunque, il loro numero ha superato di circa 182.000 unità quello degli emigrati, stimato in 82.000 (14.000 in più rispetto al 2012). A lasciare l’Italia sono soprattutto i giovani con i maggiori livelli di scolarizzazione.
Ottantamila emigranti non sembrerebbero di per sé un numero drammatico in un Paese che in passato ne ha avuti decine di milioni. Ma proprio questo non ritrovare in patria risposte al bisogno di futuro di tanti giovani italiani è uno dei dati del rapporto dell’Istat che più sollecita una presa di coscienza. Conferma infatti il cortocircuito tra depressione demografica, depressione economica e riduzione di speranze.
Pierluigi Natalia

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