venerdì 27 giugno 2014

Il Papa annulla la visita al Gemelli -


Gemelli, il cardinale Scola
legge l'omelia del Papa
Una lieve indisposizione ha impedito a Papa Francesco di recarsi nel pomeriggio al Policlinico Gemelli di Roma per l'annunciata visita nel 50.mo di fondazione della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica. "Gli impegni del Santo Padre in agenda per sabato 28 e domenica 29 giugno sono confermati - ha riferito padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa Vaticana - non vi sono motivi di preoccupazione per la salute del Papa". Dispiaciuti i vertici della struttura così come i 5mila fedeli in attesa del Pontefice. La messa è stata celebrata nel piazzale degli Istituti Biologici dal cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano e presidente dell’Istituto Toniolo che è l’ente fondatore del Gemelli. Il porporato ha letto l'omelia preparata dal Papa.Il dispiacere per il mancato incontro con il Papa si trasforma in un momento di comunione per la famiglia del Policlinico Gemelli. Nel pomeriggio caldo, in tanti affollano il piazzale degli Istituti Biologici per partecipare alla messa celebrata dal cardinale Angelo Scola. L’arcivescovo di Milano legge l’omelia che Francesco aveva preparato in occasione della visita. E’ l’amore di Dio il cuore del discorso del Papa, un amore declinato in tanti aspetti. Si ricorda che il Signore è fedele, “sopporta le nostre infedeltà, le nostre lentezze, le nostre cadute”. “Non ha paura di legarsi”, “ama i legami, crea i legami: legami che liberano e non costringono”:
“Oggi in particolare la fedeltà è un valore in crisi perché siamo indotti a cercare sempre il cambiamento, una presunta novità, negoziando le radici della nostra esistenza, della nostra fede. Senza fedeltà alle sue radici, però, una società non va avanti: può fare grandi progressi tecnici, ma non un progresso integrale, di tutto l’uomo e di tutti gli uomini”.
L’amore di Dio – sottolinea il cardinale Scola, riportando le parole del Papa - è fedele e questo si manifesta nell’averci donato Gesù:
“Per onorare il legame di Dio con il suo popolo, si è fatto nostro schiavo, si è spogliato della sua gloria e ha assunto la forma di servo. Nel suo amore non si è arreso davanti alla nostra ingratitudine e nemmeno davanti al rifiuto”.
Papa Francesco aggiunge che Gesù ci aspetta sempre per perdonarci perché è il volto misericordioso del Padre. L’amore è l’umiltà del cuore di Gesù che si è mostrato ai piccoli e non ai potenti, offrendo il suo amore “con mitezza e umiltà”:
"Noi possiamo sperimentare e assaporare la tenerezza di questo amore in ogni stagione della vita: nel tempo della gioia e in quello della tristezza, nel tempo della salute e in quello dell’infermità e della malattia.  La fedeltà di Dio ci insegna ad accogliere la vita come avvenimento del suo amore e ci permette di testimoniare questo amore ai fratelli in un servizio umile e mite".
Lo stesso servizio che i medici, i paramedici, i volontari del Gemelli compiono, portando “ai malati  un po’ dell’amore del Cuore di Cristo”, “con competenza e professionalità”. Compito – ricorda il cardinale Scola nell’omelia del Papa - che è in linea con i valori fondanti che Padre Gemelli pose alla base dell’Ateneo dei cattolici italiani, “per coniugare la ricerca scientifica illuminata dalla fede e la preparazione di qualificati professionisti cristiani”.
Infine, nel suo consueto stile, Papa Francesco interroga la coscienza di ognuno e lo fa con domande che arrivano al cuore di tante persone: sono piccoli semi che getta e che mettono in dubbio le nostre certezze:
“Com’è il mio amore per il prossimo? So essere fedele? Oppure sono volubile, seguo i miei umori e le mie simpatie? Ciascuno di noi può rispondere nella propria coscienza. Ma soprattutto possiamo dire al Signore: Signore Gesù, rendi il mio cuore sempre più simile al tuo, pieno di amore e di fedeltà”.
Al termine della messa poi il cardinale Scola invia un particolare saluto a Papa Francesco:
“Sono certo di interpretare il cuore e la mente di tutti noi nell’inviare da qui un grande abbraccio a Papa Francesco, perché presto superi questa indisposizione”.

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