Letture plurime per la S. Messa
vigiliare e per la Solennità
Uno, Molti, Tutti: Pentecoste - Cognome
della Pasqua
❶ La spiegazione
del Mistero è impossibile, lo Spirito Santo “non si può toccare, vedere, udire, palpare”; si può accogliere, forse
vederne i frutti, lasciarsi permeare e lambire, come sfiora il vento “Soffio di
vita”, alito rivitalizzante; come viene descritto dalle letture odierne nel
loro complesso: lo spirito-vita che aleggia sulle acque della creazione, che
vivifica le ossa aride di Ezechiele, che avvolge il Sinai in modo roboante e
tremante, infuocato e tonante, spirito che rende profeti e permette ai giovani
di sognare e agli schiavi di ottenere la libertà; la persona mossa dallo
Spirito-vita riconosce la presenza divina; l’alito divino è il Paraclito, il
compagno di viaggio, che guida alla verità tutta intera.
❷ E’ il vento
impetuoso che sconquassa gli Undici ,
raccolti in comunità, che riscalda i cuori affranti e scoraggiati, che
fragoroso interrompe la litania del lamento, infervora il coraggio-speranza
verso il mondo esterno, è il soffio ristoratore che Gesù, alla sera di Pasqua,
effuse sugli Apostoli terrorizzati e asserragliati nel Cenacolo, è il rinnovatore
dell’unità, che s’era spezzata a Babele, che ora riunisce salvaguardando la
diversità. L'unico Spirito e le molte lingue, l’unico corpo e le molte membra,
l’unità e la molteplicità nell’armonia: come le tante diverse note sul rigo,
che nell’insieme producono la sinfonia.
❸ Molte volte
il nostro linguaggio richiama lo spirito:
la spirito di corpo, lo spirito degli avi, lo spiritello che suggerisce, essere
senza spirito, battute di spirito, mancanza di spirito, essere senza nerbo… tutto
ciò echeggia il senso dello Spirito Santo. La prima Chiesa, agli esordi, viveva
come in “apnea” = priva di spirito. Aveva conosciuto il Figlio di Dio, qualcuno
lo aveva riconosciuto risorto, gli insegnamenti erano ancora vividi, ma erano
fermi, dubbiosi sul da farsi, alcuni si erano allontanati (discepoli di Emmaus),
tristi e nostalgici di un passato senza ritorno: disorientati. Solo il
misterioso Viandante, accolto e ospitato, ridona vigore e ardore: “ci ardeva il
cuore mentre spiegava le Scritture”. Tutto il Salmo 104 canta la multiforme
azione creatrice di Dio. L’immagine del corpo, utilizzata da Paolo, descrive il
dinamismo della fede che è unica, ma non resa uniforme.
❹ La parabola
di Cristo, che viene dall’Alto e si
rende creatura, grazie allo Spirito Santo, ora si conclude; Egli ritorna donde
era venuto; aveva promesso: “non vi
lascerò orfani” (ci fa suoi eredi ), “verrò da voi”, “egli rimane presso di voi
e in voi”. Ora è il tempo della Chiesa, la “navicella sbattuta qua e là”, con
un compito immane nel mondo di allora e per tutti i tempi, ma con i segnali
della sua Presenza, soprattutto l’Eucaristia. Lo Spirito dona la Presenza: così
la Chiesa supplica a ogni S. Messa: “Manda il tuo Spirito a santificare i doni
che ti offriamo, perché diventino il corpo e il sangue di Gesù Cristo”.
❺ La Chiesa
intera supplica il Padre di donare i “sette doni dello Spirito” per essere fedele al suo Fondatore: “I sette doni
mandaci”, ma nel loro insieme, senza prevaricazione: “Uniti nello Spirito”; “Tutte
queste cose le opera l’unico e medesimo Spirito”. La ripartizione dei doni non
esclude nessuno per l’utilità della Chiesa, per la crescita e maturazione
comune, non a uso e consumo personale.
❻ Questo
Spirito di Cristo “rumoroso e
infuocato”, “fragoroso e impetuoso” si
“abbatte” sulla comunità, radunata: “Tutti insieme nello stesso luogo”. Per
gli Apostoli e tutti i presenti la Pentecoste è slancio proteso all’infuori, ma
anche verifica continua sulla fedeltà al divino Fondatore. La Pentecoste è
anche definita il “compleanno” della Chiesa, che risale alle origini e
interpreta la missione che le fu affidata, dentro la storia contemporanea,
senza cedimenti e allarmismi, senza diritti di preminenza degli uni sugli
altri, senza arroccamento su posizioni anacronistiche o di privilegio. E’
verifica su tre fondamentali elementi.
❼ Lo Spirito dona:
COMUNIONE, COMUNICAZIONE, COMUNITA’. I prodigi iniziali rappresentano la
mutua comprensione (tutti capivano nella medesima lingua: traduzione
simultanea?!), vissuta da persone di appartenenza diversa, ma oranti insieme,
con compiti adeguati ai doni ricevuti. Tutto quello che è a edificio della
comunità e dell’unità è a salvezza dell’umanità intera: “Per noi e per la
nostra salvezza discese da cielo”; tutto quello che è fatto per la divisione va
nel senso della distruzione. Riconoscere e vivere la pluralità delle culture,
delle religioni, la convivenza delle differenze, è nella linea della Nuova
Pentecoste. La Chiesa, come quella primitiva, si apre al mondo, comunica (
COMUNICAZIONE ) il messaggio divino e non altro, testimonia che si è uniti
nella diversità ( COMUNITA’) , per l’utilità comune ( COMUNIONE ).
❽ La Chiesa-comunità,
nata a Pentecoste, deve essere modello per superare vecchi schemi: autorità/obbedienza, un popolo di Dio con pari dignità,
con diritti e doveri reciproci: nessuno è detentore della Verità, tranne lo
Spirito, essa va ricercata insieme e insieme sperimentata.
Don Carlo
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