domenica 8 giugno 2014

Partecipazione in crescita alla marcia Macerata-Loreto: molti i giovani


“Di cosa abbiamo bisogno per vivere?” è il titolo scelto quest’anno per la 36.ma edizione del Pellegrinaggio a piedi Macerata-Loreto, promosso da Comunione e Liberazione. L’evento prevede, stasera alle ore 20.30, la Santa Messa nello Stadio Helvia Recina di Macerata, presieduta dal cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin. Alle 22.30 l’inizio del cammino, un  percorso, di circa 27 chilometri scandito da momenti di preghiera, canti, letture, testimonianze. L’arrivo al Santuario di Loreto è previsto per domani alle 6.30 del mattino. Federico Pianaha intervistato  Emanuele Sorichetti ,dell’Ufficio stampa del Pellegrinaggio:
R. – Questo è un pellegrinaggio mariano, nato 36 anni fa. Nel 1978, don Giancarlo Vecerrica, attuale vescovo di Fabriano-Matelica, propose ai suoi studenti di incamminarsi verso Loreto per ringraziare la Madonna dell’anno scolastico appena trascorso e per chiedere anche la grazia della promozione agli esami imminenti. Da questo piccolo gesto, e da quel piccolo manipolo che iniziò quell’avventura, il pellegrinaggio è andato poi allargandosi in tutti questi anni fino alle 100 mila presenze degli ultimi anni. Centomila presenze: centomila cuori, centomila pellegrini che si incamminano verso Loreto, ciascuno con la propria domanda, ciascuno con la propria intenzione. Tutta questa storia naturalmente si appoggia sulla grande tradizione del pellegrinaggio verso la Santa Casa di Loreto. Quello che ha tentato di fare mons. Vecerrica è stato rinnovare questa tradizione e rinnovare questa supplica nei confronti della Vergine di Loreto.
D. – Il tema di quest’anno è: “Di che cosa abbiamo bisogno per vivere?”. Perché questo tema?
R. – Questo tema è tratto da una riflessione di don Luigi Giussani e rintraccia una domanda e un interrogativo di tutti gli uomini di oggi e cioè: di cosa effettivamente ho bisogno per vivere? Non di un discorso vigoroso, non di un discorso coerente, che mi spieghi la vita, ma piuttosto di incontrare qualcosa che mi permetta di vivere e mi permetta di vivere bene. Un po’ come gli Apostoli con Gesù, un po’ come tutti coloro che hanno incontrato Gesù. Per loro il problema non era vedere o sentire un discorso. Il problema era incontrare qualcuno che permettesse loro di vivere all’altezza del loro desiderio. Per cui, abbiamo messo tra le mani di ogni pellegrino questo interrogativo, perché ciascuno possa immedesimarsi in esso.
D. – Il pellegrinaggio vede sempre la partecipazione di molti giovani. Perché questo appeal con loro?
R. – I giovani non attendono altro che una risposta ai loro interrogativi e alle loro inquietudini e nel momento in cui viene proposto loro di incamminarsi, di fare un’esperienza che possa dare loro delle risposte, a quel punto loro aderiscono, senza alcun problema e iniziano questa marcia: credenti e non credenti, ci tengo a dire. L’esperienza del pellegrinaggio è un’esperienza per tutti perché rintraccia un bisogno dell’uomo: quello di vivere la vita come un pellegrinaggio. Il pellegrinaggio è il paradigma della vita e questo è un po’ il nocciolo del messaggio cristiano, d’altronde.
D. – Le novità di quest’anno sono state consistenti, anche dal punto di vista mediatico. Ce le vuoi raccontare?
R. – Sì, quest’anno abbiamo deciso di aprirci un po’ al mondo dei social network, non tanto per il clamore mediatico, quanto piuttosto per dare la possibilità a ciascuno di incontrare la nostra esperienza. Chi viene al pellegrinaggio non lo dimentica così facilmente e noi vorremmo che in questi anni lo conoscessero più persone possibile.
D. – Si torna cambiati da un pellegrinaggio di questo tipo?
R. – Sì, si torna cambiati e noi lo riscontriamo dalle molte e-mail e dalle molte lettere di ringraziamento che arrivano nella nostra sede, soprattutto dalle richieste di preghiera ma anche di grazie ricevute. Il pellegrinaggio non ha solamente un aspetto di cammino e di tentativo umano, ma ha anche questo aspetto di efficacia della grazia di Dio sul popolo cristiano. 

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