mercoledì 16 ottobre 2013

Udienza generale. Il Papa: una Chiesa chiusa in sé e nel passato tradisce la propria identità



"La nostra fede, la Chiesa che Cristo ha voluto, non si fonda su un’idea, su una filosofia, ma su Cristo stesso. E la Chiesa è come una pianta che lungo i secoli è cresciuta, si è sviluppata, ha portato frutti, ma le sue radici sono ben piantate in Lui e l’esperienza fondamentale di Cristo che hanno avuto gli Apostoli, scelti e inviati da Gesù, giunge fino a noi".Professare che la Chiesa è "apostolica" significa – ha spiegato Papa Francesco – sottolineare il suo “legame costitutivo” con gli Apostoli, quei dodici uomini che Gesù un giorno chiamò a se, per nome, perché rimanessero con lui e per mandarli a predicare. Apostolo in greco vuol dire infatti "mandato" "inviato". E il primo lavoro di un apostolo  è pregare e il secondo è annunciare il Vangelo.
"Una Chiesa che si chiude in se stessa e nel passato tradisce la propria identità. Allora, riscopriamo tutta la bellezza e la responsabilità di essere Chiesa apostolica!".





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PAPA FRANCESCO
UDIENZA GENERALE
Piazza San Pietro
Mercoledì, 16 ottobre 2013

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!   
Quando recitiamo il Credo diciamo «Credo la Chiesa una, santa, cattolica e apostolica». Non so se avete mai riflettuto sul significato che ha l’espressione «la Chiesa è apostolica». Forse qualche volta, venendo a Roma, avete pensato all’importanza degli Apostoli Pietro e Paolo che qui hanno donato la loro vita per portare e testimoniare il Vangelo.
Ma è di più. Professare che la Chiesa è apostolica significa sottolineare il legame costitutivo che essa ha con gli Apostoli, con quel piccolo gruppo di dodici uomini che Gesù un giorno chiamò a sé, li chiamò per nome, perché rimanessero con Lui e per mandarli a predicare (cfr Mc 3,13-19). “Apostolo”, infatti, è una parola greca che vuol dire “mandato”, “inviato”. Un apostolo è una persona che è mandata, è inviata a fare qualcosa e gli Apostoli sono stati scelti, chiamati e inviati da Gesù, per continuare la sua opera, cioè pregare – è il primo lavoro di un apostolo – e, secondo, annunciare il Vangelo. Questo è importante, perché quando pensiamo agli Apostoli potremmo pensare che sono andati soltanto ad annunciare il Vangelo, a fare tante opere. Ma nei primi tempi della Chiesa c’è stato un problema perché gli Apostoli dovevano fare tante cose e allora hanno costituito i diaconi, perché vi fosse per gli Apostoli più tempo per pregare e annunciare la Parola di Dio. Quando pensiamo ai successori degli Apostoli, i Vescovi, compreso il Papa poiché anch’egli è Vescovo, dobbiamo chiederci se questo successore degli Apostoli per prima cosa prega e poi se annuncia il Vangelo: questo è essere Apostolo e per questo la Chiesa è apostolica. Tutti noi, se vogliamo essere apostoli come spiegherò adesso, dobbiamo chiederci: io prego per la salvezza del mondo? Annuncio il Vangelo? Questa è la Chiesa apostolica! E’ un legame costitutivo che abbiamo con gli Apostoli.
Partendo proprio da questo vorrei sottolineare brevemente tre significati dell’aggettivo “apostolica” applicato alla Chiesa.
1. La Chiesa è apostolica perché è fondata sulla predicazione e la preghiera degli Apostoli, sull’autorità che è stata data loro da Cristo stesso. San Paolo scrive ai cristiani di Efeso: «Voi siete concittadini dei santi e familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, e avendo come pietra d’angolo lo stesso Cristo Gesù» (2, 19-20); paragona, cioè, i cristiani a pietre vive che formano un edificio che è la Chiesa, e questo edificio è fondato sugli Apostoli, come colonne, e la pietra che sorregge tutto è Gesù stesso. Senza Gesù non può esistere la Chiesa! Gesù è proprio la base della Chiesa, il fondamento! Gli Apostoli hanno vissuto con Gesù, hanno ascoltato le sue parole, hanno condiviso la sua vita, soprattutto sono stati testimoni della sua Morte e Risurrezione. La nostra fede, la Chiesa che Cristo ha voluto, non si fonda su un’idea, non si fonda su una filosofia, si fonda su Cristo stesso. E la Chiesa è come una pianta che lungo i secoli è cresciuta, si è sviluppata, ha portato frutti, ma le sue radici sono ben piantate in Lui e l’esperienza fondamentale di Cristo che hanno avuto gli Apostoli, scelti e inviati da Gesù, giunge fino a noi. Da quella pianta piccolina ai nostri giorni: così la Chiesa è in tutto il mondo. 
2. Ma chiediamoci: come è possibile per noi collegarci con quella testimonianza, come può giungere fino a noi quello che hanno vissuto gli Apostoli con Gesù, quello che hanno ascoltato da Lui? Ecco il secondo significato del termine “apostolicità”. Il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma che la Chiesa è apostolica perché «custodisce e trasmette, con l’aiuto dello Spirito Santo che abita in essa, l’insegnamento, il buon deposito, le sane parole udite dagli Apostoli» (n. 857). La Chiesa conserva lungo i secoli questo prezioso tesoro, che è la Sacra Scrittura, la dottrina, i Sacramenti, il ministero dei Pastori, così che possiamo essere fedeli a Cristo e partecipare alla sua stessa vita. E’ come un fiume che scorre nella storia, si sviluppa, irriga, ma l’acqua che scorre è sempre quella che parte dalla sorgente, e la sorgente è Cristo stesso: Lui è il Risorto, Lui è il Vivente, e le sue parole non passano, perché Lui non passa, Lui è vivo, Lui oggi è fra noi qui, Lui ci sente e noi parliamo con Lui ed Egli ci ascolta, è nel nostro cuore. Gesù è con noi, oggi! Questa è la bellezza della Chiesa: la presenza di Gesù Cristo fra noi. Pensiamo mai a quanto è importante questo dono che Cristo ci ha fatto, il dono della Chiesa, dove lo possiamo incontrare? Pensiamo mai a come è proprio la Chiesa nel suo cammino lungo questi secoli – nonostante le difficoltà, i problemi, le debolezze, i nostri peccati - che ci trasmette l’autentico messaggio di Cristo? Ci dona la sicurezza che ciò in cui crediamo è realmente ciò che Cristo ci ha comunicato? 
3. L’ultimo pensiero: la Chiesa è apostolica perché è inviata a portare il Vangelo a tutto il mondo. Continua nel cammino della storia la missione stessa che Gesù ha affidato agli Apostoli: «Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,19-20). Questo è ciò che Gesù ci ha detto di fare! Insisto su questo aspetto della missionarietà, perché Cristo invita tutti ad “andare” incontro agli altri, ci invia, ci chiede di muoverci per portare la gioia del Vangelo! Ancora una volta chiediamoci: siamo missionari con la nostra parola, ma soprattutto con la nostra vita cristiana, con la nostra testimonianza? O siamo cristiani chiusi nel nostro cuore e nelle nostre chiese, cristiani di sacrestia? Cristiani solo a parole, ma che vivono come pagani? Dobbiamo farci queste domande, che non sono un rimprovero. Anch’io lo dico a me stesso: come sono cristiano, con la testimonianza davvero?
La Chiesa ha le sue radici nell’insegnamento degli Apostoli, testimoni autentici di Cristo, ma guarda al futuro, ha la ferma coscienza di essere inviata – inviata da Gesù – ,  di essere missionaria, portando il nome di Gesù con la preghiera, l’annuncio e la testimonianza. Una Chiesa che si chiude in se stessa e nel passato, una Chiesa che guarda soltanto le piccole regole di abitudini, di atteggiamenti, è una Chiesa che tradisce la propria identità; una Chiesa chiusa tradisce la propria identità! Allora, riscopriamo oggi tutta la bellezza e la responsabilità di essere Chiesa apostolica! E ricordatevi: Chiesa apostolica perché preghiamo – primo compito – e perché annunciamo il Vangelo con la nostra vita e con le nostre parole.

Saluti:
Je salue avec joie tous les francophones présents, particulièrement les pèlerins de l’Ile de la Réunion, l’Association Chorale « Son qui » de Belgique et les nombreux jeunes. Comme les Apôtres de Jésus, puissiez-vous porter, sans peur ni honte, l’Évangile à tous vos frères et sœurs ! Par vos paroles et surtout par votre vie chrétienne, soyez toujours et partout des missionnaires pleins de dynamisme et de joie ! Bon séjour à Rome !
[Saluto con gioia tutti i fedeli di lingua francese, specialmente i pellegrini dell’Isola di Riunione, l’Associazione Corale «Son qui»del Belgio e i numerosi giovani. Come gli Apostoli di Gesù, possiate portare, senza paura né vergogna, il Vangelo a tutti i vostri fratelli e sorelle. Con le vostre parole e soprattutto con la vostra vita cristiana, siate sempre e dappertutto missionari pieni di forza e di gioia! Buon soggiorno a Roma.]
I cordially greet all the English-speaking pilgrims present at today’s Audience, including those from England, Scotland, Denmark, Norway, Israel, Ghana, Nigeria, Australia, China, Japan, Korea, Trinidad and Tobago, Canada and the United States. My particular greeting goes to the delegation from the NATO Defense College and the pilgrims from Norway. Upon all of you, and your families, I invoke God’s blessings of joy and peace!
[Rivolgo un saluto cordiale a tutti i pellegrini di lingua inglese presenti a questa Udienza, specialmente a quelli provenienti da Inghilterra, Scozia, Danimarca, Norvegia, Israele, Ghana, Nigeria, Australia, Cina, Giappone, Corea, Trinidad e Tobago, Canada e Stati Uniti. Saluto in modo particolare la delegazione della NATO Defense College e i pellegrini venuti dalla Norvegia. Su tutti voi e sulle vostre famiglie invoco la gioia e la pace del Signore!]
Von Herzen grüße ich alle Brüder und Schwestern deutscher Sprache. besonders die vielen Jugendlichen wie z.B. die Schüler der Liebfrauenschule Mülhausen. Ihr, die ihr in eurer Ausbildung seid, lernt vom heiligen Augustinus, der einmal gesagt hat: Glaube, um zu verstehen, und verstehe, um zu glauben. Der heilige Geist geleite euch auf eurem Lebensweg.
[Saluto di cuore tutti i fratelli e le sorelle di lingua tedesca, in particolare i tanti giovani come gli studenti dellaLiebfrauenschule di Mülhausen. Voi, che state studiando, cercate di imparare da Sant’Agostino che ha detto «Credi per comprendere: comprendi per credere». Lo Spirito Santo vi accompagni nel vostro camino.]
Dirijo un cordial saludo a los peregrinos de lengua española, en particular a los grupos provenientes de España, Argentina, México y los demás países latinoamericanos. Invito a todos a ser testigos auténticos de Cristo Resucitado y a anunciar el Evangelio a todas las gentes, en comunión con los Obispos, sucesores de los Apóstoles. Muchas gracias.
Saúdo os peregrinos de língua portuguesa, particularmente os fiéis da Paróquia do Olival, em Portugal, e os fiéis brasileiros de São José dos Campos, Santos e São Paulo. Queridos amigos, Jesus vos chama a levar a alegria do Evangelho a todos os homens e mulheres, como suas autênticas testemunhas! Que Deus vos abençoe a todos!
[Saluto tutti i pellegrini di lingua portoghese, in particolare i fedeli della Parrocchia di Olival, in Portogallo, e i fedeli brasiliani di São José dos Campos, Santos e São Paulo. Cari amici, Gesù vi chiama a portare la gioia del Vangelo a tutti gli uomini e donne, come suoi autentici testimoni! Dio vi benedica tutti!]
الأخوات والإخوة الأحباء الناطقون باللغة العربية، لا سيما القادمون من العراق ومن الأردن: يؤكد الاعتراف بكنيسة رسولية على الصلة الوثيقة والتأسيسية التي تربط بين الكنيسة وبين الرسول. فالكنيسة في الحقيقة تجد جذورها في تعليم الرسل، وتحي الحاضر مرتكزة على صخرة إيمانهم، وتتطلع إلى المستقبل، بإدراك ثابت لكونها، على مثالهم، مرسلة ومبشرة. فلنصلي من أجل الكنيسة كي تكون في العالم الشعلة المتقدة، التي تقود الجميع إلى المسيح: الطريق، والحق والحياة! لتكن بركة الرب دائما معكم!
[Cari fedeli di lingua araba, in particolare quelli provenienti dall’Iraq e dalla Giordania: confessare che la Chiesa è apostolica conferma che essa ha con gli Apostoli un legame profondo e costitutivo. Infatti, la Chiesa ha le sue radici nel loro insegnamento, vive il presente basandosi sulla roccia della loro fede e guarda al futuro, riconoscendosi di essere, come loro, inviata e missionaria. Preghiamo affinché la Chiesa sia la fiamma ardente che conduce tutti a Cristo: Via, Verità e Vita! La benedizione del Signore sia sempre con voi!]
Pozdrawiam polskich pielgrzymów. Dziś w Katowicach ma miejsce ważne wydarzenie kulturalno-religijne: misterium o życiu i duchowości św. Franciszka, z udziałem setek aktorów i tysięcy widzów. Jego organizatorom i uczestnikom życzę, aby to artystyczne spotkanie z Biedaczyną z Asyżu budziło w sercach wszystkich miłość do Boga Stwórcy, szacunek dla stworzenia i czynne miłosierdzie dla tych, którzy potrzebują duchowej i materialnej pomocy.
Wszystkich Was tu obecnych i waszych najbliższych zawierzam wstawiennictwu Błogosławionego Jana Pawła II, w trzydziestą piątą rocznicę wyboru na Stolicę Piotrową, i z serca Wam błogosławię. Niech będzie pochwalony Jezus Chrystus!
[Saluto i pellegrini polacchi. Oggi a Katowice si svolge un importante evento culturale-religioso: una sacra rappresentazione sulla vita e sulla spiritualità di San Francesco, con la partecipazione di centinaia di attori e migliaia di spettatori. Agli organizzatori ed ai partecipanti auguro che quest’incontro artistico con il Poverello di Assisi susciti nei cuori di tutti l’amore per Dio Creatore, il rispetto per il creato e la fattiva carità per coloro che necessitano dell’aiuto spirituale e materiale.
Voi tutti qui presenti e i vostri cari affido alla celeste intercessione del Beato Giovanni Paolo II, nel trentacinquesimo anniversario dell’elezione alla Cattedra di Pietro, e di cuore vi benedico. Sia lodato Gesù Cristo!]
* * *
Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare saluto i fedeli delle Diocesi di Piacenza-Bobbio, Faenza-Modigliana, Bergamo, Fabriano-Matelica, Forlì-Bertinoro e Agrigento, con i loro Pastori, venuti alla Sede di Pietro in occasione dell’Anno della fede. Saluto inoltre le religiose, in particolare le Agostiniane Missionarie, che celebrano il Capitolo Generale; la Fondazione Raphael, impegnata in favore dei figli dei detenuti; e i gruppi parrocchiali, specialmente i fedeli di Jelsi e Bisceglie. Un caloroso saluto rivolgo al personale di varie Ambasciate presso la Santa Sede, che ringrazio vivamente per il prezioso lavoro, e ai delegati del Mouvement International Quart Monde, alla vigilia della Giornata del Rifiuto della Miseria, nel giorno in cui ricorre la Giornata Mondiale dell’Alimentazione, indetta dalle Nazioni Unite. Auguro a tutti di essere rafforzati nel legame con Cristo e con la sua Chiesa!
Infine, un pensiero affettuoso ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. Oggi celebriamo la memoria di Santa Margherita Maria Alacoque. La devozione al Sacro Cuore di Gesù insegni a voi, cari giovani, specialmente ai ragazzi dell’Istituto Salesiano Borgo di Roma e dell’Istituto Smaldone di Salerno, ad amare come amava lui; renda forti voi, cari ammalati, nel portare la croce della sofferenza con pazienza; e sia di sostegno a voi, cari sposi novelli, nel costruire la vostra famiglia sulla fedeltà e la dedizione.


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