martedì 22 ottobre 2013

Quarto: liberiamo la domenica

«L’istituzione del giorno del Signore contribuisce a dare a tutti la possibilità di godere di sufficiente riposo e tempo libero che permetta loro di curare la vita familiare, culturale, sociale e religiosa» (Catechismo 2184).
  Il culto a Dio è il primo modo di santificare il giorno del Signore. Il secondo è il riposo dal lavoro: «Il settimo giorno – recita il comandamento – vi sarà riposo assoluto, sacro al Signore» (Es 31,15). La motivazione è teologica: «Perché il Signore in sei giorni ha fatto il cielo e la terra, ma nel settimo ha cessato e si è riposato» (Es 31,17). L’agire di Dio è esemplare e vincolante: come Dio, anche l’uomo deve ritmare lavoro e riposo, dedicando a questo il sabato; che, con la Risurrezione di Cristo, diventa la domenica.
  Il riposo non è un tempo vuoto e ozioso. È un tempo libero per Dio, per se stessi e per gli altri. Per Dio, perché libera spazi per il culto, la preghiera, la partecipazione alla vita liturgica ed ecclesiale. Per se stessi, perché consente di ritrovare quell’unità interiore e quelle energie fisiche, emotive e spirituali che le fatiche e le ansie del lavoro tendono a logorare. Consente quei tempi di silenzio, raccoglimento, riflessione, studio che nutrono l’anima, alimentando ragioni di vita e di speranza. Il riposo è un tempo libero per gli altri. Per la famiglia e i parenti anzitutto, prestando loro quelle attenzioni che i giorni di lavoro non consentono. E in particolare per coloro che sono nel bisogno: «Dalla
 pietà cristiana la domenica è tradizionalmente consacrata alle opere di bene e agli umili servizi di cui necessitano i malati, gl’infermi, gli anziani» (2186).
  In una società che commercializza il tempo libero, il rischio è di trasformare la Domenica in un giorno più occupato e logorante degli altri. Non solo inducendo a un consumo ludico, massivo e stressante del tempo di riposo. Ma anche costringendo a un lavoro festivo non più ristretto a servizi indispensabili, ma sempre più allargato a servizi superflui, come l’apertura domenicale di mercati e negozi. Di qui l’esigenza di richiamare al rispetto del riposo domenicale, non meno doveroso del lavoro feriale.
Mauro Cozzoli

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