domenica 13 ottobre 2013
MARIA E LA CHIESA PER IL PAPA - FORMIDABILE DOCILITÀ
Che un Papa sia devoto della Madonna non stupisce. Fa però riflettere che questi primi sette mesi di pontificato di papa Bergoglio siano già stati largamente segnati da tappe mariane. Una peregrinatio cominciata l’indomani dell’elezione con la sua uscita dal Vaticano per rendere visita alla Salus Populi Romani (l’icona mariana venerata in Santa Maria Maggiore a Roma), che è poi proseguita oltre oceano per approdare davanti a Nossa Senora Aparecida in Brasile, ed è continuata verso il santuario mariano di Bonaria a Cagliari, fino all’appuntamento di ieri in piazza San Pietro con la Madonna di Fatima. A questi gesti compiuti in un ordine di significato si uniscono i frequenti richiami alla Vergine Maria. È un aspetto che ci conduce a un legame sensibile ed essenziale della spiritualità del Papa ancora poco messo a fuoco. Cogliere la profonda dimensione mariana di Francesco, come mostrano anche le riflessioni mariane di questi ultimi due giorni, non è secondario: aiuta a calarci nel suo sentire la Chiesa, significa soprattutto comprendere il cuore e il disegno della 'sua' Chiesa.
P erché nella visione ecclesiale di papa Bergoglio «quello che si dice della Chiesa si può dire anche della Madonna e quello che si dice della Madonna si può dire anche della Chiesa», come ha sottolineato all’udienza generale dell’11 settembre. Un connubio inscindibile. Antico, certamente, ma sempre nuovo e dunque foriero di rinnovata vitalità, di prospettive aperte, di respiro. È centrale, infatti, nel magistero di Francesco l’immagine della Chiesa come madre, è un filo che percorre con singolare accento tutti i suoi interventi, e in modo inconsueto e ardito lo ha ribadito anche nelle riflessioni di ieri a commento della Mulieris dignitatem: «La Chiesa non è 'il' Chiesa, è la Chiesa. La Chiesa è donna, è madre!». Nell’udienza di mercoledì aveva spiegato: «È una delle immagini più usate dai Padri della Chiesa nei primi secoli... ed è tra le immagini più belle che il Concilio ha scelto per farci capire meglio la natura della Chiesa».
Ma in che senso e in che modo la Chiesa è madre? «Anzitutto una madre genera alla vita, apre alla vita il proprio figlio, così è la Chiesa». Da qui l’identificazione con Maria, perché in Maria si riflette la vita stessa della Chiesa: «La Chiesa ci genera nella fede, per opera dello Spirito Santo che la rende feconda, come la Vergine Maria. La Chiesa e la Vergine Maria sono mamme, ambedue!». E «una madre – dice Bergoglio – non si limita a dare la vita, con grande cura aiuta i suoi figli a crescere... gli insegna il cammino della vita, li accompagna sempre con le sue attenzioni, con il suo affetto, con il suo amore, anche quando sono grandi. E in questo sa anche correggere, perdonare, comprendere, sa essere vicina sempre...
come fa Maria». «Vicinanza», «prossimità», «misericordia» sono termini che ricorrono anche in riferimento a Maria. «Uno degli eventi fondanti della Chiesa è il 'sì' che sbocciò da Maria... La Vergine di Nazaret ha avuto una missione unica nella storia della salvezza, concependo, educando, accompagnando e soffrendo con suo figlio fino al sacrificio supremo e poi alla resurrezione. Ma lì non termina la sua fatica, perché Gesù le affida la Chiesa nascente e da allora lei accompagna la Chiesa nascente, la Chiesa missionaria». «Dal Vangelo – afferma quindi Francesco – emerge la sua figura di donna libera e forte, coscientemente orientata alla vera sequela di Cristo».
Come sempre colpisce il lessico efficace, plastico e attuale con il quale il Papa parla della Madonna: «Lei non ha narcotizzato l’amore, coraggio e amore la definiscono»; «La Madonna va sempre di fretta... perché ha questo dentro: aiutare, Lei esce in fretta per noi, non va per vantarsi». E rievocando il primo miracolo di Gesù alle nozze di Cana, ripreso anche nell’incontro di ieri: «Si vede il realismo, l’umanità, la concretezza di Maria che è attenta ai fatti, ai problemi... riflette e decide di rivolgersi al Figlio perché intervenga... e poi invita: 'Fate come Lui vi dirà'».
La personale dimensione mariana di papa Francesco affonda le sue radici in quella pietà popolare che ha visto nei santuari mariani attirare le moltitudini alla riconciliazione e alla comunione con Gesù e con la sua Chiesa cui lo stesso Bergoglio ha dato voce facendosene interprete nel documento conclusivo della Conferenza di Aparecida, testo di riferimento essenziale sulla Chiesa. In uno dei primi messaggi a Santa Maria Maggiore, Bergoglio aveva sintetizzato questi tre aspetti riguardo alla Madonna: «Lei ci aiuta a crescere, ad affrontare la vita, a essere liberi». Questo sguardo di Maria su di noi e di noi a Maria, «grande donna», come ha voluto di nuovo definirla, «Madre di Gesù e di tutti i figli di Dio», «più importante degli apostoli e dei vescovi», illumina e rende dunque sempre presente la vera natura della Chiesa, per aprire continuamente il suo cammino nella docilità al soffio dello Spirito di Dio e uscire da se stessa per essere autenticamente missionaria.
È una dimensione mariana che si configura perciò come il migliore antidoto contro una concezione autoreferenziale della Chiesa.
Stefania Falasca
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