L a prima esperienza di volontariato l’ha fatta a vent’anni, quando studiava all’università. Ora che è passato più di mezzo secolo e da quattro anni ha lasciato l’insegnamento di Lettere nell’ateneo patavino, non ha ancora perso il vizio. E continua a ripetere che «si riceve molto più di quanto si dà. Anche con studenti speciali come i detenuti, anzi, soprattutto con loro». Il professor Giorgio Ronconi è il pioniere del polo universitario realizzato nel carcere Due Palazzi, nato nel 2002 grazie a un accordo tra l’università e l’amministrazione penitenziaria e che oggi con i suoi 52 iscritti in sette aree scientifiche detiene il record nazionale di carcerati studenti. L’età media è di 45 anni, alcuni hanno già una laurea alle spalle, in media si registrano due diplomati all’anno e alcuni studenti sono sottoposti al regime di alta sicurezza, il cosiddetto carcere duro. A conferma che niente può fermare la voglia di rinascere. L’esperienza di questi anni ha dimostrato l’effetto 'terapeutico' dello studio ai fini del riscatto umano e professionale dei detenuti e lascia intravedere quali benefici potrebbe avere la società dal ritorno in circolazione, dopo la pena, di persone che durante la detenzione hanno incrementato il loro capitale umano.L’attività didattica viene fornita attraverso l’assistenza di docenti volontari e da una rete di tutor che aiutano i detenuti nel percorso formativo e fanno da tramite tra le esigenze dell’ateneo e quelle dell’amministrazione carceraria, occupandosi in particolare degli aspetti burocratico-amministrativi, difficili da gestire per chi sta in cella. In virtù della convenzione con l’amministrazione penitenziaria, l’iscrizione all’università è gratuita, ai detenuti è richiesto il pagamento della sola tassa regionale, e il Gruppo operatori carcerari volontari, di cui Ronconi è presidente, grazie a un accordo con la Fondazione Cassa di risparmio di Padova e Rovigo, mette a disposizione contributi per questo e per l’acquisto di libri e materiale didattico. Nel corso della sua pluridecennale esperienza, Ronconi ha 'contagiato' molti colleghi «che rimangono stupiti dalla ricchezza umana che incontrano e dalla volontà di riscatto che anima i detenuti. Personalmente sono stato spettatore ammirato del cambiamento umano generato dallo studio, e penso a quanto sarebbe opportuno che queste esperienze diventassero sempre più diffuse, mentre restano ancora delle rarità». Ci sono persone che in cella hanno fatto tutto il percorso scolastico, dalle elementari all’università. L’ultimo della serie è stato accompagnato proprio da Ronconi: discuterà la tesi in filosofia l’11 dicembre quando il professore compirà il suo settantacinquesimo compleanno.
Sarà una festa speciale, per tutti e due.
Giorgio Paolucci

La poesia scritta da un detenuto del carcere Due Palazzi di Padova in onore del professor Giorgio Ronconi che lo ha accompagnato nel corso dei suoi studi universitari


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