giovedì 24 ottobre 2013

«Io, prof, a lezione di vita da questi studenti»

 L a prima esperienza di volontariato l’ha fatta a vent’anni, quando studiava all’università. Ora che è passato più di mezzo secolo e da quattro anni ha lasciato l’insegnamento di Lettere nell’ateneo patavi­no, non ha ancora perso il vizio. E continua a ripetere che «si riceve molto più di quanto si dà. Anche con studenti speciali come i de­tenuti, anzi, soprattutto con loro». Il professor Giorgio Ronconi è il pioniere del polo universitario realizza­to nel carcere Due Palazzi, nato nel 2002 grazie a un accordo tra l’università e l’amministrazione peni­tenziaria e che oggi con i suoi 52 iscritti in sette aree scientifiche detiene il re­cord nazionale di carcerati studenti. L’età media è di 45 anni, alcuni hanno già una laurea alle spalle, in media si registrano due diplomati all’anno e alcuni studenti sono sottoposti al regime di alta sicurezza, il cosiddetto carcere duro. A conferma che niente può fermare la voglia di rinascere. L’espe­rienza di questi anni ha di­mostrato l’effetto 'terapeu­tico' dello studio ai fini del riscatto umano e professio­nale dei detenuti e lascia in­travedere quali benefici po­trebbe avere la società dal ritorno in circolazione, do­po la pena, di persone che durante la detenzione han­no incrementato il loro ca­pitale umano.
  L’attività didattica viene for­nita attraverso l’assistenza di docenti volontari e da u­na rete di tutor che aiutano i detenuti nel percorso for­mativo e fanno da tramite tra le esigenze dell’ateneo e quelle dell’amministrazio­ne carceraria, occupandosi in particolare degli aspetti burocratico-amministrati­vi, difficili da gestire per chi sta in cella. In virtù della convenzione con l’ammi­nistrazione penitenziaria, l’iscrizione all’università è gratuita, ai detenuti è ri­chiesto il pagamento della sola tassa regionale, e il Gruppo operatori carcera­ri volontari, di cui Ronconi è presidente, grazie a un ac­cordo con la Fondazione Cassa di risparmio di Pado­va e Rovigo, mette a dispo­sizione contributi per que­sto e per l’acquisto di libri e materiale didattico. Nel corso della sua pluridecen­nale esperienza, Ronconi ha 'contagiato' molti col­leghi «che rimangono stu­piti dalla ricchezza umana che incontrano e dalla vo­lontà di riscatto che anima i detenuti. Personalmente sono stato spettatore am­mirato del cambiamento u­mano generato dallo stu­dio, e penso a quanto sa­rebbe opportuno che queste esperienze diven­tassero sempre più diffu­se, mentre restano anco­ra delle rarità». Ci sono persone che in cella hanno fatto tutto il percorso scolastico, dal­le elementari all’univer­sità. L’ultimo della serie è stato accompagnato proprio da Ronconi: di­scuterà la tesi in filoso­fia l’11 dicembre quan­do il professore com­pirà il suo settantacin­quesimo compleanno.
  Sarà una festa speciale, per tutti e due.
 
 Giorgio Paolucci
 
La poesia scritta da un detenuto del carcere Due Palazzi di Padova in onore del professor Giorgio Ronconi che lo ha accompagnato nel corso dei suoi studi universitari


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