L’attività didattica viene fornita attraverso l’assistenza di docenti volontari e da una rete di tutor che aiutano i detenuti nel percorso formativo e fanno da tramite tra le esigenze dell’ateneo e quelle dell’amministrazione carceraria, occupandosi in particolare degli aspetti burocratico-amministrativi, difficili da gestire per chi sta in cella. In virtù della convenzione con l’amministrazione penitenziaria, l’iscrizione all’università è gratuita, ai detenuti è richiesto il pagamento della sola tassa regionale, e il Gruppo operatori carcerari volontari, di cui Ronconi è presidente, grazie a un accordo con la Fondazione Cassa di risparmio di Padova e Rovigo, mette a disposizione contributi per questo e per l’acquisto di libri e materiale didattico. Nel corso della sua pluridecennale esperienza, Ronconi ha 'contagiato' molti colleghi «che rimangono stupiti dalla ricchezza umana che incontrano e dalla volontà di riscatto che anima i detenuti. Personalmente sono stato spettatore ammirato del cambiamento umano generato dallo studio, e penso a quanto sarebbe opportuno che queste esperienze diventassero sempre più diffuse, mentre restano ancora delle rarità». Ci sono persone che in cella hanno fatto tutto il percorso scolastico, dalle elementari all’università. L’ultimo della serie è stato accompagnato proprio da Ronconi: discuterà la tesi in filosofia l’11 dicembre quando il professore compirà il suo settantacinquesimo compleanno.
Sarà una festa speciale, per tutti e due.
Giorgio Paolucci
La poesia scritta da un detenuto del carcere Due Palazzi di Padova in onore del professor Giorgio Ronconi che lo ha accompagnato nel corso dei suoi studi universitari
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