venerdì 11 ottobre 2013

"Effetto Francesco" anche in Russia

«Il contraccolpo del Papa non lascia indifferenti». Non lascia indifferenti neanche i fratelli delle Chiese ortodosse. Lo attesta monsignor Paolo Pezzi, classe 1960, del clero della Fraternità missionaria San Carlo Borromeo, dal 2007 arcivescovo della diocesi della Madre di Dio a Mosca. L'arcivescovo Pezzi è venuto per alcuni giorni in Italia, a Milano, per partecipare al convegno Identità, alterità, universalitàorganizzato dalla Fondazione Russia Cristiana in collaborazione con le Università degli Studi e Cattolica e con la Scuola d’arte Beato Angelico, insieme al Centro Culturale moscovita «Biblioteca dello Spirito» in collaborazione con l’Università Ortodossa e l’Istituto russo di architettura.

Come definirebbe in questo momento le relazioni tra la Chiesa cattolica e l'ortodossia russa?
Li ritengo buoni e per certi versi costruttivi per una comune testimonianza della novità di bene che può portare il cristianesimo. Come ha detto recentemente Papa Francesco nell'intervista con Scalfari: «E poi la grazia dispensata dal Signore come elemento fondante della fede. Della vita. Del senso della vita. Chi è non toccato dalla grazia può essere una persona senza macchia e senza paura come si dice, ma non sarà mai come una persona che la grazia ha toccato. Questa è l'intuizione di Agostino». In certi momenti penso alle nostre relazioni con questa commozione di uomini toccati dalla grazia. Che responsabilità abbiamo a viverla questa grazia!

Come è visto il nuovo Papa Francesco negli ambienti dell'ortodossia russa e del Patriarcato di Mosca?
Papa Francesco è guardato con molta attenzione e curiosità. Basti dire che in taluni casi vescovi o lo stesso Patriarcato hanno ritenuto opportuno commentare interventi o decisioni del Papa. Come a dire che il contraccolpo del Papa non lascia indifferenti.
In  questi primi anni del suo episcopato nella capitale russa le relazioni con gli ortodossi sono cambiate, e se sì come?
«Sì, le relazioni direi che sono un crescendo di distensione e anche vedo la possibilità in taluni rapporti di una amicizia franca con una certa correzione reciproca. Ma penso che sia dovuto non tanto al mio ministero, quanto alla crescente passione di conoscersi e di trovare l'uno nell'altro punti di interesse e di accrescimento della propria esperienza di fede».

Quanti sono e come vivono i cattolici a Mosca? Quali limitazioni ha, se ne ha, la vostra attività pastorale?

«Non sono molto ferrato nei numeri, e temo sempre di incorrere nel peccato di Davide di voler contare il popolo... Lascio questo al buon Dio che è normalmente più misericordioso dei nostri calcoli. Quello che so è che dobbiamo per il momento celebrare 21 messe in due sole chiese durante ogni fine settimana. I cattolici vivono a Mosca come in qualunque altro posto del mondo come ammoniva la Lettera a Diogneto, essendo nel mondo, ma non del mondo e portando il proprio contributo al bene della società in cui vivono. Non abbiamo limitazioni nel nostro programma pastorale. Dobbiamo noi essere sempre più certi e umili testimoni del grande dono di grazia che abbiamo ricevuto». 


Quale contributo ha dato e può dare "Russia Cristiana" al dialogo tra cattolici e ortodossi?

«Russia Cristiana ha dato un contributo unico ed eccezionale. Quando nessuno lo faceva, ha dato con coraggio voce in Occidente alla vita e alla testimonianza della Chiesa Ortodossa Russa nell'Unione Sovietica. Nessuno come Russia Cristiana ha reso testimonianza al martirio silenzioso di una intera Chiesa. Per anni poi, ha fatto conoscere il pulsare di tante altre comunità cristiane. In un mondo in cui al massimo si dà voce a chi la pensi almeno formalmente come te, è stata una testimonianza incredibile di carità e gratuità. Poi ha favorito l'incrementarsi di un rapporto di conoscenza e amicizia, consapevole del fatto che spesso quando ci si conosce cadono barriere, pregiudizi e si diventa perfino amici pur rispettando la diversità e il cammino che ognuno deve fare. Sono stato testimone anni fa in Siberia di un evento che non stento a dire unico: in una università statale si ebbe l'occasione di portare una bellissima mostra organizzata dal Meeting di Rimini, "Dalla terra alle genti", abbinata a un convegno sulla storicità dei Vangeli e dello stesso Gesù Cristo. Bene, quell'incontro fu possibile perché un decano di facoltà aveva nel passato incontrato padre Romano Scalfi, fondatore di Russia Cristiana, che ha compiuto recentemente 90 anni! Ed era rimasto convinto della bontà e sincerità dell'opera di Russia Cristiana».

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