mercoledì 2 aprile 2014

Figlia disabile e mamma coraggio si laureano insieme in pedagogia


Un battito di palpebre, un mo­vimento delle dita, un com­puter per sintetizzare la voce che quel corpo malato non può più emettere e tanta, tantissima forza di volontà. Nulla è impossibile per Gioela e Orsola, figlia e madre-coraggio, che han­no abbattuto l’ultima delle barriere: lau­rearsi insieme a Genova in Scienze peda­gogiche e dell’educazione con una vota­zione di 100/110. Proprio come cinque an­ni fa avevano raggiunto insieme la meta del diploma al liceo psicopedagogico Re­gina Margherita. Quella di Gioela Vicari e della mamma Or­sola Savoca è una storia di tenacia e amo­re. Il calvario di Gioela, terza di quattro so­relle, comincia il 5 marzo 1992. A tre anni, viene contagiata dal morbillo, che alla fine del suo decorso mette in luce una grave pa­tologia metabolica congenita, di cui Gioe­la è affetta dalla nascita, ma che non si era ancora sviluppata. Bastano alcune convul­sioni e improvvisamente quella bimba smette di parlare e di camminare. Il ver­detto non lascia dubbi: Glutarico Aciduria di tipo 1, pochissimi casi in tutto il mondo. Da allora una raccolta di fondi do­po l’altra, per sostenere le spese dei viaggi della speranza. Tantissime o­perazioni per raddrizzare la colon­na vertebrale, allungare i tendini, tenerla in vita. L’ultima a Baltimo­ra, per poter rimettere di nuovo in asse il collo.
  Adesso Gioela ha 25 anni. Può co­municare solo attraverso gli occhi e i gesti delle dita, ha sviluppato u­na forma di linguaggio attraverso
 un computer. Ma non si è fermata mai da­vanti a niente. Due estati fa, per esempio, vide in tv il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in vacanza a Strombo­li e chiese ai genitori di accompagnarla a incontrarlo. Detto fatto. Ed è stato grazie al­l’amore e all’aiuto della madre che in soli cinque anni, assieme a lei, ha conseguito la laurea. «Questa è una storia che deve farci riflettere e che deve insegnarci moltissimo – afferma il sindaco di Palermo, Leo­luca Orlando, che ieri ha voluto pre­miare con la medaglia della città le due donne –. Madre e figlia hanno scritto un nuovo inno alla vita».
  L’ultimo risultato straordinario è stato raggiunto lo scorso 17 marzo a Genova, dove le due donne erano iscritte all’Università e dove hanno sostenuto tutti gli esami, studiando da autodidatte a casa a Palermo. «Gioela ha studiato grazie al libro
 parlato e, quando si sentiva pronta per so­stenere l’esame, andavamo a Genova, do­ve le venivano sottoposti test e domande a­perte, a cui lei rispondeva autonomamen­te, con l’aiuto di un tutor – racconta mam­ma Orsola –. In alcune materie, psichiatria per esempio, i professori hanno voluto an­che interrogarla, ed è stato incredibile ve­derla rispondere con i suoi gesti. Mia figlia ha finito le materie a giugno scorso, io a feb­braio, ma lei mi ha detto di volere laurear­si con me». Le due 'colleghe' non hanno alcuna in­tenzione di fermarsi qui. Sono pronte a i­scriversi alla specialistica. Gioela, però, de­ve essere sottoposta negli Stati Uniti ad al­cune visite di controllo. Ma prima di sali­re sull’aereo la mamma ci tiene a sottoli­neare: «Quando il Signore dona certe me­raviglie come Gioela, vuol dire che siamo prediletti». ALESSANDRA TURRISI

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