lunedì 28 aprile 2014

Il Papa ai giovani: una vita alla grande non è una vita per forza felice, Gesù è gioia vera

Essere ragazzi che non voltano le spalle a Gesù come il "giovane ricco". O, anche se lontani come il "figliol prodigo", hanno "il coraggio di ritornare” per sentire da Lui “l’abbraccio della misericordia”. Ed essere ragazze capaci di donare al mondo ciò che è più tipicamente femminile, tenerezza e pace, a imitazione della Madre di Gesù. Sono inviti che Papa Francesco rivolge ai giovani di Buenos Aires, in un videomessaggio inviato in occasione della loro Giornata regionale della gioventù, svoltasi sabato scorso nella capitale argentina. 
Il giovane ricco, quello furbo e il giovane morto. E le donne, maestre di tenerezza in una Chiesa che è “femminile” come loro, come Maria. Nel videomessaggio ai giovani argentini, sviluppato con una freschezza di linguaggio molto coinvolgente, Papa Francesco parte da alcuni esempi di giovani che nel Vangelo hanno incrociato la strada di Gesù e ne analizza il comportamento. Parlo di loro, spiega all’inizio ai ragazzi, “perché ‘fate chiasso’ ve l’ho già detto, di ‘non avere paura di niente’ ve l’ho già detto, di ‘essere liberi’ ve l’ho già detto “. Dunque, il discorso del Papa si impernia sul gioco di luci-ombre determinato dal confronto tra i “giovani Apostoli” di Gesù – alcuni di loro lo erano, dice – e altri, come ad esempio il “giovane ricco”, che con la sua “vita impeccabile” da “bravo ragazzo” rifiuta di donare i suoi averi ai poveri e di seguire il Maestro, perché "avvinghiato alla mondanità":
“Y se fue con su plata…
E quel ragazzo è andato via triste perché aveva un mucchio di soldi e non voleva rimetterci per Gesù. E se n’è andato con i suoi soldi e con la sua tristezza. I primi [cioè gli Apostoli - ndr] avevano la loro gioia, quella bella allegria che l’incontro con Gesù donava. Egli invece se n’è andato con la sua tristezza”.
Certo, riconosce Papa Francesco, anche gli Apostoli “cedettero” – “Pietro lo rinnegò, Giuda lo tradì, gli altri scapparono” – ma successivamente, sottolinea, “lottano per restare fedeli a quell’incontro, l’incontro con Gesù”. Non così il figliol prodigo della parabola, che Papa Francesco chiama il “giovane furbo” e che, sostiene, “ha voluto scrivere da solo la propria vita”, ha “voluto prendere a calci le regole della disciplina paterna”, “e se l’è spassata per bene” finché – lui, figlio del padrone – “che aveva una vita alla grande, ha conosciuto quello che mai aveva conosciuto prima: la fame”:
“Pero Dios es muy bueno. Dios aprovecha nuestros fracasos...
Ma Dio è molto buono. Dio approfitta dei nostri fallimenti per parlarci al cuore. Dio non ha detto a questo giovane: ‘Sei un fallito, guarda cosa hai combinato!”’. Lo fa ragionare. Dice il Vangelo che il giovane ‘è rientrato in sé’: ‘Cosa me ne faccio di questa vita? La baldoria non mi è servita a nulla’. (...) Ed è tornato. La sua grande sorpresa – e gli prese un colpo – è stata che il padre lo stava aspettando da anni. (…) E questo grande peccatore, questo grande sperperatore di tutto il guadagno di suo padre, ha incontrato qualcosa che non aveva mai conosciuto: l’abbraccio di misericordia”.
Terzo esempio, il “giovane morto”, figlio unico di una madre vedova, che Gesù incontra uscendo dalla città di Naim, mentre il corteo funebre va a seppellirlo. In questo caso, nota Papa Francesco, “Gesù ebbe pietà della madre, non del ragazzo. Ma il ragazzo, grazie alla madre, ha ottenuto il miracolo ed è risorto”. Poi, il Papa si mette nei panni della ragazze che lo ascoltano e scherza sul fatto di aver preso esempi per “maschi”. E trova delle parole belle e delicate per parlare dell’essere donna in ottica cristiana, persone come Maria, capaci di portare tenerezza, pace, gioia:
“La mujer tiene una capacidad para dar vida...
La donna ha una capacità di dare vita e di dare tenerezza che noi maschi non abbiamo. Voi siete donne di Chiesa. Della Chiesa o ‘dello’ Chiesa? No, non è ‘il’ Chiesa, è 'la' Chiesa. La Chiesa è femminile, è come Maria. E’ quello il vostro posto. Essere Chiesa, conformare la Chiesa, essere insieme a Gesù, dare tenerezza, accompagnare, far crescere. Che Maria, la Signora della carezza, la Signora della tenerezza, la Signora della Prontezza nel servire, vi indichi il cammino”.
http://www.news.va/ 

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