martedì 22 aprile 2014

«Niente è così serio come la vita»

Don Julián Carrón.

Saluto a conclusione del Triduo pasquale di GS  


Cari amici,

il desiderio di essere felice, prima o poi, si affaccia sulla vita di ciascuno. Da quel momento la vita è diversa. E uno capisce che è una cosa seria. «La vita è mia, irriducibilmente mia», diceva don Giussani. Niente è così serio come la vita. Perché è in gioco la felicità. Cioè la ragione del vivere. 

E allora la vita diventa drammatica. 

Perché? 

Perché non si può vivere più come se un desiderio così struggente non si fosse reso presente. Per il fatto stesso di avvertirlo, io sono già diverso. Dal momento in cui l’ho presentito, ho smesso di essere un bambino. 

Inizia così l’avventura del vivere. E la lotta. 

È la lotta tra il prendere sul serio questo desiderio e il fare finta di non averlo avvertito.

Ma c’è un inconveniente: occorre volersi veramente bene per ingaggiare questa lotta a cui tutto il mio essere, tutta la mia umanità, mi spinge senza sosta.

La vita è, alla fin fine, un problema di affezione. Di affezione a sé. 

Proprio per ridestare questa affezione, «Uno morì per tutti». E risorgendo ha vinto. Come documentano le facce di Pietro e Giovanni nella corsa verso il sepolcro la mattina della resurrezione.

Chi non desidera una affezione così?

Buona Pasqua, amici. 

Julián Carrón

Nessun commento: