Domenica delle Palme – 13/4/2014
(
Giornata mondiale della gioventù)
Zac 9, 9-10
Is 52, 13-53, 12 Il mio servo avrà successo … esulta
Salmo 88 ”
Signore in te mi rifugio”
Salmo 48 ”Ecco, o figlia di Sion, il tuo Re”
Eb 12, 1-3;
Col 1, 15-20
Tenere fisso lo sguardo su Gesù,
primogenito di coloro che risorgono
Gv 12, 12-16
Gv 11, 55-12 La città luogo di incontro-scontro: accoglienza e respingimenti
La città come convivenza partecipata
❶ La
Liturgia introduce nella SETTIMANA SANTA, perché Gesù la rende
tale. Questo motivo apre lo scenario complesso degli eventi, fondanti la Chiesa
e la fede Cristiana. Durante la Quaresima il percorso è partito dal deserto,
dalla solitudine, si è protratto in tanti sentieri contrastanti, la barra dritta,
nel ginepraio dell’esistenza, è testimoniata dal Figlio di Dio. Da qui
l’invito-comando: “Fisso lo sguardo su Gesù”. E’ lo sguardo di satana, della
Samaritana, dei mis-credenti, del cieco nato, di Marta e Maria, dei tanti
avversari arroganti, che hanno diritto di vita e di morte, ma anche di Lazzaro
alla cena di Betania, di Giuda, di Maria che spande profumo, della folla presso
la casa e nelle vie di Gerusalemme, dei capi che si autoproclamano detentori di
ogni potere.
Tenere fisso lo sguardo sul SERVO sfigurato, senza bellezza,
disprezzato, umiliato, uomo dei dolori, schiacciato dalle iniquità altrui,
intercedente verso i colpevoli, nell’alto del patibolo, disonorato, ma amante:
“Nessuno ha amore più grande di chi dona la vita anche per i nemici”, amabile
verso il suo traditore e il suo rinnegatore, donante perdono per i suoi
carnefici. RISORTO e “siede alla destra di Dio”. L’invito ai credenti è il
finale dell’Epistola: “Perché non vi stanchiate e non vi perdiate d’animo”.
❷ La
Liturgia, attraverso due formulari, oggi segue passo passo la settimana
conclusiva del Gesù terreno, ci immerge nel fulcro della vita cristiana. Dal
deserto, dove Dio ha invitato a entrare per parlare al cuore, ora vi è un altro
scenario. Il deserto è solo una pausa, anche per Gesù, ora si deve entrare
nella CITTA’, luogo simbolo di convivenza, di conflitti, di poteri, di
sotterfugi, di corruzione (Giuda icona del corrotto e i Capi i corrotti per
antonomasia). Molte volte il Maestro è stato dissuaso di recarvisi (domenica
scorsa gli Apostoli). Il mandato del Padre: entrare nella città “per la vita
del mondo”, coinvolgersi “come il lievito nella pasta”, “come il sale sugli
alimenti”, “come il Pastore che custodisce, protegge, cura le sue pecore”.
❸ La
festa di oggi richiama l’ingresso di Gesù in Gerusalemme. E’
uno strano ingresso: non certo cavalcando un’asina riceverà l’investitura di
Messia, ben altri erano e sono i festeggiamenti e i mezzi. Gli uomini forti
scelgono di apparire in tutta la loro potenza, come condottieri; l’asino invece
è la cavalcatura della povera gente, simbolo di pace. Gesù non blocca
l’entusiasmo popolare, i gesti di accoglienza folkloristica, non blocca neanche
l’ostilità dei capi. I mantelli stesi insieme con i rami testimoniano stima e
venerazione: “Figlio di Davide”, che viene “nel nome del Signore”.
❹ Questo
“osannare” della folla fra un po’ si tramuterà in urlo inferocito “CRUCIFIGE”. Il “referendum”
di Pilato, Barabba o Gesù, è plebiscitario, il buon senso cede il passo al
senso comune, interpretato dai capi e accolto senza battere ciglio dalla folla.
Nonostante ciò, il “Figlio di Davide” si propone alla città, per la quale aveva
pianto, prevedendo la sua rovina:… “non resterà pietra su pietra”, risorgerà
per essa, sarà la “Nuova Gerusalemme”, universale, la città di tutti ,
progettata da Dio stesso, la CITTA’ DELLA PACE, affidata ai credenti in Lui,
protagonisti attivi e positivi.
❺ Non
sembri dissacrante soffermarsi sul compito-vocazione dei cristiani/e riguardo
alla convivenza tra tutti e quale ruolo svolgervi; Gesù sembra dire: “Vi ho
dato l’esempio, anche voi fate altrettanto”. Sono pressanti al riguardo i
riferimenti di Papa Francesco nella “Evangelii
Gaudium”, di cui in Quaresima si è meditato sul primo capitolo. Nel quarto
vi è un invito pressante riguardo “alla dimensione sociale
dell’evangelizzazione”. Ciascuno e come Chiesa deve cogliere “le Sue
preoccupazioni”. Nel cuore stesso del Vangelo vi sono la vita comunitaria e
l’impegno con gli altri. Afferma: “Cristo non redime solamente la singola
persona, ma anche le relazioni sociali tra gli uomini”, che significa avere a
cuore il bene degli altri e l’esperienza cristiana tende a provocare
conseguenze sociali. Precisa il Papa: “La conversione cristiana esige di
riconsiderare tutto ciò che concerne l’ordine sociale e il conseguimento del
bene comune”. Una fede autentica implica sempre, sull’esempio di Gesù, un
profondo desiderio di cambiare il mondo, secondo il progetto del Creatore.
❻ Il
Figlio di Dio entra nella città, non ha paura, esorta a partecipare alla
costruzione di relazioni nuove, senza pretendere che siano gli altri a prendere
l’iniziativa, o lasciare al potere di disporre quello che più è conforme agli
interessi individuali o di casta. E’ suggestivo il richiamo di Papa Francesco:
“Come sono belle le città che superano la sfiducia malsana e integrano i
“differenti” e che fanno di tale integrazione un nuovo fattore di sviluppo!
Come sono belle le città che, anche nel loro disegno architettonico, sono piene
di spazi che collegano, mettono in relazione, favoriscono il riconoscimento
dell’altro!… Non facciamo finta”.
Gesù entra senza paura, i credenti siano coprotagonisti con
Lui. Tu, cristiano/a entra nella città, sii protagonista; è vero! c’è la
zizzania, ma alla fine il seme buono frutterà e la zizzania (menefreghismo) sarà estirpata.
Don
Carlo
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