giovedì 24 aprile 2014

«La nostra vita non è in balìa della tecno-scienza»



S
ui temi sollevati dai più recenti casi di cronaca relativi alla vita umana, nei giorni di Pasqua numerose voci si so­no levate anche in alcune cattedrali del no­stro Paese, attraverso omelie o messaggi nei quali ben quattro cardinali hanno fatto ri­ferimento ai discussi casi su eterologa, ma­ternità surrogata e scambio di embrioni. «La mentalità corrente – secondo l’arcive­scovo di Genova e presidente della Cei car­dinale
 Angelo Bagnasco – ha perso il sen­so del peccato, ritiene che ogni scelta in­dividuale è buona se è libera e responsa­bile. Ma basta la libertà perché un atto sia buono e giusto? Basta che la scienza met­ta in grado di fare qualcosa perché qualcosa sia bene? È dunque la fattibilità tecnica il criterio della moralità? Se così fosse sa­remmo sulla via della barbarie, dove le per­sone diventano oggetto di manipolazione, la vita umana materiale di ricerca, natu­ralmente in mano ai più forti». «La Chiesa – ha detto il cardinale Angelo Scola ,arci­vescovo di Milano – continua a proporre il Vangelo della vita a tutti gli attori della nostra società plurale. Afferma il bene u­niversale della vita dal suo concepimento fino al suo termine naturale e invita a ri­conoscere il dono del figlio come frutto dell’unione d’amore tra l’uomo e la don­na in cui spirito e corpo di entrambi siano coinvolti. Riconoscere e valorizzare le stra­bilianti scoperte della tecno-scienza non significa subirne tutti i risultati, quasi la­sciandosi dominare da una sorta di impe­rativo tecnologico: siccome si può fare, si deve fare». Per il cardinale Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna, «si sta gradual­mente introducendo nella nostra convi­venza una visione dell’uomo che erode e devasta i fondamentali della persona u­mana come tale. Non è di condotte quin­di ciò di cui stiamo discutendo. È la per­sona umana come tale che è in pericolo, poiché si stanno ridefinendo artificial­mente i vissuti umani fondamentali: il rap­porto uomo-donna; la maternità e la pa­ternità; la dignità e i diritti del bambino». «Il progresso senza limiti e senza prezzo in umanità – ha fatto notare infine il cardi­naleGiuseppe Betori, arcivescovo di Fi­renze – è un messaggio illusorio, di cui ci si vorrebbe far abbevererare, ma ogni vol­ta si rivela un veleno mortale

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