mercoledì 2 aprile 2014

La domanda fondamentale. E un’amara sorpresa parole perdute



A
volte capita che ti trovi in una si­tuazione inaspettata, come fare sup­plenza in una classe che non conosci e che è anche alquanto agitata. E allora può spuntare un’idea come un coniglio dal cilindro, per cui il trucco riesce: per esempio, fare svolgere un compito scrit­to su questo 'argomento': «Prendete un foglio e scrivete: 'tutto quello che so su Gesù'; vi do venti minuti per dirmi tut­to quello che vi viene in mente. Forza!». All’inizio ci sono state risate e moti di ri­bellione, ma poi il gusto della sfida ha
 prevalso, e tutta la classe si è impegna­ta, silenziosamente, a rispondere allo strano quesito.
  Alla fine ho capito che non si tratta sol­tanto del lessico, di parole perdute, ma anche di sostanza, si è perso non solo il linguaggio di Gesù (e del cristianesi­mo), ma anche Gesù stesso. L’idea dun­que non è balzana, perché è la doman­da per eccellenza, quella che Gesù stes­so fece nei pressi di Cesarea di Filippo ai suoi amici più intimi: «Voi, chi dite che io sia?». All’epoca solo uno su do­dici diede la risposa giusta, e questo può rincuorarci, visto che oggi la media è un po’ più alta.
  Ovviamente, sono più interessanti gli errori o le fantasiose ricostruzioni. Già girando tra i banchi avevo ascoltato
 qualche notevole scambio di domande tra i ragazzi, del tipo: «Senti un po’, chi è che è nato alla Befana?». E i primi com­piti che ho corretto si sono rivelati ric­chi di dettagli curiosi: «Gesù è nato da Giuseppe, falegname, e da Maria, casa­linga », il che, in effetti, è incontestabi­le. «Gesù fu il più grande falegname del­la storia»; «Si è reincarnato nel seno del­la Vergine Maria, fecondata dalla Spiri­toSanto senza preavviso». C’è poi un problema di base, proprio con le categorie spazio-temporali: non si sa né dove né quando sia nato e vis­suto Gesù. Molti lo fanno nascere a Na­zareth, altri lo fanno morire a Roma. An­che sul 'quando' c’è da preoccuparsi. Ad esempio Donato, interrogato oral­mente, mi ha risposto: «Gesù è nato ai tempi di re Erode». L’infarinatura c’è, ma solo quella. Quando chiedo di pre­cisare l’epoca storica, Donato fa scena muta. Lo rimando al posto e lui mi chie­de: «Come sono andato?». «Male, Do­nato, che domanda mi fai?». «Beh, Ero­de c’eratutto!». Sono simpatici questi ragazzi, ti strap­pano le risate in mille modi, ma il qua­dro che rivelano spesso è desolante. I­noltre, e questo forse è il dato più (dram­maticamente) interessante, la maggior parte degli elaborati ha omesso o smi­nuito il fatto della morte e resurrezione di Cristo, ha prevalso per lo più l’indi­cazione del messaggio portato da Gesù, non il messaggero e il suo destino. Mi a­spetta molto da fare.  
 Andrea Monda 

Nessun commento: