giovedì 3 aprile 2014

Aldilà


“...passa la scena di questo mondo” (1Cor 7,31)
E’ spesso duro “usare del mondo come se non ne usassi appieno”. La creazione avvince, affascina.Eppure dobbiamo esistere come se tutto ci fosse dato temporaneamente.
E’ la realtà: tutto passa. Ma allora perchè tutto ci è dato in maniera così attraente e vitale?
Ogni cosa in sè prefigura la realtà futura. Se però, ci impossessiamo della realtà presente come fosse quella eterna rischiamo di fossilizzarci in essa, cioè di rimanere cristallizzati nella dimensione spazio-temporale.
E’ l’inferno perchè non avendo alcuna spinta evolutiva saremmo prigionieri del nostro orizzonte.
Una coscienza limitata nel suo orizzonte non potrà mai sostenere l’eternità che è dinamismo, varietà, novità, espansione sempre al di là del proprio “io”.
Così non potremmo nemmeno fissare lo sguardo su Dio che è Colui che va sempre oltre a ciò che la nostra coscienza può immaginare, essendo la Trascendenza Assoluta.
Chi ci potrà liberare da questa mia angusta mentalità che spesso osa attaccarsi alle bellezze del creato senza riferirle direttamente al suo Creatore?
Conversione, quindi, significa cambiamento di mentalità, distacco e apertura verso tutto ciò che va oltre la semplice sensualità terrena.
Siamo fatti per questo: siamo chiamati ad una vita “sovrabbondante” alla “super-vita”. Dio non crea le bellezze cosmiche per imporci sadicamente di non goderle. No, Egli non agisce così. Vuole la nostra felicità. Per questo ci esorta a non fermarci nei limiti dell’oggi.
Godere senza possedere, vivere senza attaccarci, amare tutto e tutti nel più completo distacco, nella piena consapevolezza che “passa la scena di questo mondo”.

Nessun commento: