giovedì 2 gennaio 2014
«Partiti in crisi, troppi egoismi» Scola: la via è il bene comune
http://www.youtube.com/watch?v=APNteIqb7FM
Nella Giornata mondiale della pace il cardinale Angelo Scola rilancia il messaggio di papa Francesco sulla fraternità quale «fondamento e via per la pace», chiama la politica all’ìmpegno e al rinnovamento, riconosce le «gravi difficoltà» dei partiti, addita – fra le cause – l’«egoismo personale, di lobbies e di nazioni ». Quindi chiama tutti i credenti al dovere di «promuovere con decisione, anche pagando di persona, figure e forme politiche nuove». Infine, incontrando il Consiglio delle Chiese cristiane della città, annuncia che dal 31 gennaio al 2 febbraio sarà a Istanbul, dove ricambierà la visita a Milano del patriarca ecumenico Bartolomeo I, evento chiave dell’Anno Costantiniano appena celebrato.
Erano seimila i fedeli ieri pomeriggio in Duomo per la Messa per la pace. Una giornata, quella del 1° gennaio, dal sempre più forte respiro ecumenico. Ed ecco, sul presbiterio, gli esponenti ortodossi e protestanti del Consiglio delle Chiese cristiane di Milano – a partire dal loro presidente, l’archimandrita Teofilatto Vitsos – cui sono state affidate le preghiere dei fedeli e la benedizione finale al fianco di Scola.
«Oggi preghiamo per la pace. Vogliamo diffondere la 'pedagogia evangelica' della pace contro ogni progetto di morte», ha detto l’arcivescovo in omelia riprendendo il messaggio di papa Francesco per la 47ª Giornata mondiale, Fraternità, fondamento e via per la pace. Un testo in cui il Ponte- fice sviluppa «gli obiettivi per la costruzione di un improcrastinabile nuovo ordine mondiale, edificato a partire dalla fraternità come cemento dell’unica famiglia umana voluta da Dio Padre: lotta alla povertà secondo il principio della destinazione universale dei beni, allargamento della 'ragione economica', l’imperativo di spegnere la guerra attraverso la non proliferazione delle armi e il disarmo, lotta alla corruzione e al crimine, rapporto equilibrato tra diritti, doveri e leggi come garanzia dell’inviolabile dignità di ogni persona e del ben-essere della società, rapporto di cura verso la dimora del creato». L’«assoluta necessità» di promuovere, «attraverso la fraternità», tutti i «fattori decisivi per la pace – prosegue l’arcivescovo – esige un profondo ripensamento del compito delle istituzioni, nazionali ed internazionali. Compito impossibile senza l’impegno dei politici. Anche in Italia i partiti – che pure restano «strumenti di mediazione insostituibili », puntualizza Scola – sono in grave difficoltà a causa delle formidabili mutazioni in atto all’inizio di questo terzo millennio, ma lo sono anche per uno squilibrato eccesso della cosiddetta politica del realismo – realpolitik – che spesso, magari proclamando a parole di perseguire il bene possibile, nasconde forme gravi di egoismo personale, di lobbies e di nazioni». I credenti? Non possono limitarsi all’indifferenza o – peggio – allo sterile esercizio del tua culpa. «I cristiani e gli uomini delle religioni devono promuovere con decisione, anche pagando di persona, figure e forme politiche nuove – chiede Scola –. A garanzia di un rinnovato, necessario stile politico non basta il pur utile venire in primo piano di generazioni più giovani. È richiesta tensione all’ideale del bene comune che non è utopia, ma richiede di subordinare sempre gli interessi legittimi delle persone, dei corpi sociali e dei partiti al bene della famiglia universale. La fraternità è questo bene. E la fraternità domanda gratuità e abnegazione. Nessuna diversità e nessun conflitto riuscirebbero ad impedire questo nuovo ordine, se l’ideale del bene comune fosse stabilmente e tenacemente ricercato, mediante l’auto-esposizione di tutti gli attori in campo. Questo stile di vita sociale, culturale e politica comporta uno sguardo integrale sull’umano. Per i cristiani domanda che non si separi la fede dalla vita».
Dopo la Messa, incontrando in Curia il Consiglio delle Chiese cristiane, Scola ha parlato degli ambiti d’impegno comune, fra cui l’Expo, e ha ringraziato monsignor Giafranco Bottoni per il ruolo da pioniere svolto nell’ecumenismo e nel dialogo interreligioso a Milano, invitandolo a continuare a collaborare a questo cammino.
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