giovedì 30 gennaio 2014

Un seminarista scrive al Papa: lui lo riceve e lo confessa

Francesco al confessionale durante la Gmg in Brasile
FRANCESCO AL CONFESSIONALE DURANTE LA GMG IN BRASILE

Un giovane brasiliano ha ricevuto la chiamata di Bergoglio sul cellulare: “Vieni a trovarmi a Santa Marta”


 Anche papa Francesco sembra ormai consapevole del fatto che le sue telefonate fanno il giro del mondo ma non rinuncia a chiamare chi gli scrive e invia messaggi suscitando sorpresa e commozione nei destinatari delle sue telefonate `pastorali´. Questa volta è capitato a Gleison de Paula Souza, un brasiliano della Congregazione di Don Orione, che non solo è stato chiamato da Bergoglio già il giorno seguente al ricevimento di un suo biglietto ma è stato anche invitato a Santa Marta dal Papa che lo ha poi confessato. Occasione in cui Francesco ha anche esaltato figure di santi e religiosi piemontesi, terra d'origine della sua famiglia: «Il Cottolengo è un'opera bella, la vostra vocazione è bella, dentro quella cornice di santi Piemontesi dell'Ottocento, un laicismo feroce, anticlericalismo feroce, massoneria feroce e poi viene fuori don Bosco, Cafasso, don Orione, il Cottolengo, e anche le donne, tante donne sante».


La storia la racconta lo stesso giovane seminarista. «Ho scritto - spiega - una lettera al Papa Francesco e l'ho data ad un'amica affinché gliela consegnasse personalmente. L'ha fatto durante la sua visita del 19 gennaio alla Parrocchia del Sacro Cuore di Gesù. Mi ha poi detto che il Papa l'ha messa nella sua tasca». «Lunedì 20 - continua - stavo studiando. Alle 15.56, squilla il mio cellulare. Era un numero privato. Rispondo. Una voce ripete più volte: `È Gleison? È Gleison? Parlo con Gleison?´. Rispondo `Si´, Santo Padre, sono Gleison'. Prosegue: `Vedo che riconosci la mia voce. La mia voce è ormai troppo conosciuta".


Con il Papa Gleison ha parlato di quanto aveva scritto nella lettera riguardo al suo cammino vocazionale ed è stato da lui incoraggiato. Poi Francesco gli ha detto: «Vieni a trovarmi». Gleison ha tentato a sua volta di invitare il Papa a visitare la comunità del Teologico. Bergoglio ha risposto che non sapeva se era possibile anche se stando la comunità a Monte Mario, non distante dal Vaticano, era «un po' più facile» e che glielo avrebbe fatto sapere dopo qualche giorno. Giovedì 23 il Papa ha quindi richiamato e invitato il giovane ad andare a Santa Marta, dove Gleison si è recato con due confratelli. Lunedì 27, alle 16.15, con il direttore Don Carlo Marin e il padre spirituale Don Giacomo Defrancesco, si è dunque presentato all'ingresso del Vaticano e a Santa Marta, dopo un'attesa di soli 5 minuti, è comparso lo stesso Papa ad aprire la porta. «Scherza con noi - riferisce Gleison - perché dall'emozione non sapevamo ove sederci e lui dice: `È meglio guardare in faccia i nemici´, e si mette a sorridere. Ci ha sorpreso la sua veste bianca con tre bottoni con la stoffa sfilacciata, segno della sua povertà e semplicità».


Il Papa ha quindi parlato della Congregazione, dicendo di conoscerla bene e ha ricordato che a Buenos Aires, faceva fare un'esperienza di volontariato al Cottolengo di Claypole di circa 15 giorni ai novizi gesuiti.

Alla fine Gleison si è intrattenuto da solo col Pontefice circa 35 minuti e il Papa lo ha confessato come da lui richiesto. «Lui non mi ha dato risposte - fa sapere -, ma mi ha lasciato libertà di riflettere dicendo che è con me». Il Papa, conclude, «ci ha evangelizzato non con parole ma con la sua presenza accogliente, la sua semplicità, i suoi gesti e la sua tenerezza».  http://vaticaninsider.lastampa.it/

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