mercoledì 4 settembre 2013

Negri: «Il senso del digiuno proposto da papa Francesco per la Siria»

negriL’arcivescovo di Ferrara spiega quale sia il senso profondo dell’appello del Pontefice: «Il digiuno dà densità esistenziale ed etica alla preghiera»


Luigi Negri, arcivescovo di Ferrara-Comacchio, parla ancora della Siria. Monsignor Negri – 

che ha firmato l’appello di tempi.it contro l’intervento armato – ha diffuso una nota in cui

 accoglie «con profonda gratitudine l’invito che il Santo Padre ha rivolto a vivere una giornata 

di preghiera e di digiuno per propiziare l’aiuto della Madonna sulla terribile vicenda del

 Medio Oriente, affinché si allontanino i venti di guerra e, per la buona volontà di coloro che

 sono implicati, si possa aprire una possibilità di pace».


I SOLDI DEL PASTO PER LA SIRIA. Oltre alle preghiere e al digiuno, l’arcivescovo ha 

proposto di «devolvere alla Caritas Diocesana, come aiuto alle grandi povertà che 

caratterizzano ormai il nostro paese, il corrispettivo del pasto a cui si è rinunziato».

«Questo momento – si legge nella nota – così provvidenzialmente propostoci dalla grande 

pietà e dalla grande carità di papa Francesco sia un evento per la vita di ciascuno, cioè una 

consegna della nostra vita al Signore e a Sua Madre, perché la nostra esistenza personale, 

comunitaria, sociale e la vita di questi luoghi così martoriati dal fanatismo, dalla violenza e da 

interessi innominabili, possa trovare un momento di apertura, nuove possibilità di 

comprensione e di pace»

Udienza generale di Papa FrancescoIL SENSO DEL DIGIUNO. Intervistato poi oggi 

dalla Radio Vaticana, Negri ha parlato dell’importanza della preghiera e del digiuno 

per la pace nel mondo: «È il potere di Dio», ha spiegato. «Tutto il resto viene, perché 

se c’è la preghiera e Dio ci ascolta, ciascuno di noi può dare il suo contributo. I

potenti dovrebbero almeno dare il contributo di un ripensamento e il popolo quello di 

una partecipazione solidale, perché non ci sono soltanto i venti di guerra, ci sono due 

milioni di siriani che stanno scappando e, tra questi milioni di siriani, c’è un numero 

impressionante di bambini».

«Il digiuno – ha proseguito Negri – aggiunge alla preghiera una particolare 

sottolineatura di sacrificio: dà densità esistenziale ed etica a una preghiera che 

altrimenti potrebbe essere un po’ verbalistica e un po’ pietistica. La preghiera è una 

delle cose più impegnative, ma può essere vissuta in modo del tutto astratto se non ci 

si sacrifica in qualche cosa. Tutte le cose, anche le più grandi, possono essere 

affermate, ma in modo irrelato alla vita».



AUTENTICAMENTE CATTOLICO. 

Secondo Negri, il fatto che la proposta sia rivolta anche a persone di altre religioni è la 

dimostrazione che «un gesto autenticamente cattolico rivela la sua capacità di 

comprendere e di valorizzare anche tutte le differenze. Mi sembra che sia stata per 

secoli la grande testimonianza della Chiesa. Non è una verità esclusiva, è una verità 

inclusiva». e il fatto che vi aderiscano anche persone non credenti può diventare 

«un’occasione fondamentale di ripensamento sulla propria identità di uomo, sulle 

esigenze che costituiscono il cuore umano, tra le quali una delle più fondamentali è 

certamente la pace, ma la pace non disgiunta dalla verità».

http://www.tempi.it/negri-il-senso-del-digiuno-proposto-da-papa-francesco-per-la-siria#.UidqJxtM8Wc


Davide Pagnanelli, ha intervistato mons. Luigi Negri, sull'importanza della preghiera e del digiuno per la pace nel mondo:


D. -
 
Papa Francesco ha parlato di "preghiera e digiuno" per la giornata di sabato, in risposta alle urgenze della crisi siriana. Ma qual è la portata e la potenza di queste "armi" che la Chiesa mette in campo in questa ora critica per il pianeta? 


R. - È il potere di Dio. Tutto il resto viene, perché se c’è la preghiera e Dio ci ascolta, ciascuno di noi può dare il suo contributo. I potenti dovrebbero almeno dare il contributo di un ripensamento e il popolo quello di una partecipazione solidale, perché non ci sono soltanto i venti di guerra, ci sono due milioni di siriani che stanno scappando e, tra questi milioni di siriani, c’è un numero impressionante di bambini.

D. - Ma perché alla preghiera si accompagna il digiuno? Che significato ha?

R. - Il digiuno aggiunge alla preghiera una particolare sottolineatura di sacrificio: dà densità esistenziale ed etica a una preghiera che altrimenti potrebbe essere un po’ verbalistica e un po’ pietistica. La preghiera è una delle cose più impegnative, ma può essere vissuta in modo del tutto astratto se non ci si sacrifica in qualche cosa. Tutte le cose, anche le più grandi, possono essere affermate, ma in modo irrelato alla vita.

D. - Moltissimi esponenti - anche di altre religioni - hanno detto di voler partecipare a questa veglia di sabato. Ma la preghiera può diventare un punto di contatto tra spiritualità differenti?

R. - Mi sembra che questa sia la dimostrazione che un gesto autenticamente cattolico rivela la sua capacità di comprendere e di valorizzare anche tutte le differenze. Mi sembra che sia stata per secoli la grande testimonianza della Chiesa. Non è una verità esclusiva, è una verità inclusiva.

D. - Qual è il significato di questa giornata per chi invece vi si accosta da non credente?

R. - È un’occasione fondamentale di ripensamento sulla propria identità di uomo, sulle esigenze che costituiscono il cuore umano, tra le quali una delle più fondamentali è certamente la pace, ma la pace non disgiunta dalla verità.

D. - Qual è invece l’aiuto che la preghiera può dare alla politica?

R. - La preghiera, al di là dell’intelligenza, al di là del cuore, fa oltrepassare i limiti angusti e deformanti dell’egoismo. E la politica, è una forma eminente di carità.
 http://it.radiovaticana.va

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