Adorazione dei Magi - Diego Velasquez Gentile da Fabriano, Adorazione dei Magi
Giotto nella Cappella degli Scrovegni,Padova - Chiesa della Purificazi
S. Messa Vigiliare (sei letture bibliche)
Solennità della EPIFANIA (tre letture più Salmo 72)
Cercatori
della SPERANZA PERDUTA
❶ “L’Epifania tutte le feste porta via”, forma
ormai proverbiale. EPIFANIA, invece, festa d’inizio.
La
Luce è protagonista di questi giorni, petardi, fuochi d’artificio (luce fatua e momentanea), le
luminarie più o meno folkloristiche, presepi con giochi di luce, o effetti
speciali, cene a lume di candela, o luminosità progressiva, simile all’alba, al
“sorgere del sole”, nenie natalizie che invocano luce: “Astro del ciel”, “Tu
scendi dalle stelle”, “In notte placida” e tante altre, che rischiano di essere
prive di significato. IL BAMBINO E’ LA
STELLA, punto di riferimento , di arrivo, di ripartenza: “Per un’altra via
fecero ritorno”, erano, Pastori e Maghi, Maria e Giuseppe, Angeli e animali,
loro stessi LUCE, accumulatori e produttori di luce, “erano ormai pannelli
fotovoltaici”.
Pittori, musicisti, cantautori si sono confrontati sul
mistero celebrato oggi. Ne richiamo quattro: Velasquez, nel foglietto
liturgico della Messa vigiliare, Gentile da Fabriano, in quello della
Messa del giorno, Giotto nella cappella degli Scrovegni a Padova, con la
cometa che si distingue dalla stella che oggi si usa, l’Adorazione dei Magi, nella chiesa della Purificazione (Caronno).
Il primo molto essenziale, il secondo sembra rappresentare una grande battuta
di caccia con nobili, borghesi, popolino, animali esotici (leopardo e scimmie,
oltre i cavalli, cammelli e dromedari: uno zoo per sentieri scoscesi), il terzo
realistico con un alone di sacro, il quarto, di Giovan Paolo Lomazzo nel 1566-7: un lungo corteo che si snoda, serpeggiando,
tra colline, declivi, sentieri, natura lussureggiante, persone di varie etnie,
oggetti misteriosi per noi oggi: risvolto del manto di Maria, gioielli, l’elsa
della spada da parata del re Mago Baldassarre, poi Gaspare che consegna il
turibolo d’incenso a Giuseppe, lo scudiero al suo fianco, come un paggio di
corte, che regge il turbante con la corona; il tutto di fronte a Maria, che,
con le sue mani carnose, protegge il BAMBINO.
❷ Queste
storie, le leggende, l’arte, la musica, le luminarie vanno tenute accuratamente
distinte dal racconto evangelico di Matteo, 13 versetti, non
raccontati dagli altri Evangelisti. I credenti nella STELLA-GESU’ si
inseriscono nel racconto, soprattutto nel significato misterico, di Matteo.
L’Epifania “canta” Dio presente nella storia, non lascia ad
altri il suo Nome, le sue prerogative regali: liberare il misero, provvedere ai
poveri (Salmo 72). Ad Abramo fu promessa la benedizione per tutte le nazioni.
Persino ai pagani, che non hanno Abramo per padre, grazie a Gesù, è promessa
l’eredità divina.
❸ Nella
notte del Natale ai Pastori si resero presenti gli Angeli, essi
non potevano lasciare il gregge incustodito, non avevano se non grotte come
riparo, non erano inseriti nella società civile e religiosa. Dio si fa loro
incontro, è il Pastore che ricerca gli umili, i disprezzati, i senza Dio. I
pastori si sentono cercati, accolti, amati, i primi a ricevere la Bella
Notizia, che altri attendevano nei Palazzi e nel Tempio. I Maghi pagani non s’accontentano di ciò che sanno, sentono la
carenza-vuoto di pienezza, lasciano la patria per una destinazione ignota, il
quieto vivere non li soddisfa.
Il cuore del brano di Matteo è CRISTO, con la duplice
domanda dei viandanti “curiosi”: dove nasce il Cristo e da dove proviene,
Betlemme, che richiama il re Davide e Nazareth. All’interno del racconto si allineano
due file di dati contrastanti, due campi della storia, l’opposizione tra male e
bene, tra tenebre e luce. Attorno al BAMBINO
si proietta e si svolge il grande duello: l’amore e la persecuzione delle
potenze e delle nazioni. A Betlemme si oppone Gerusalemme, la città di Davide a
quella di Erode, alla ricerca omicida di Erode, quella amorosa dei Maghi, alla
paura la gioia (“Provarono una
grandissima gioia”), a “dov’è il re dei Giudei” subentra il gioioso “videro
il BAMBINO e sua Madre”, alla notte
di Gerusalemme, senza stella, si sovrappone la stella sulla via di Betlemme,
che illumina l’oscurità, la stella indica la via, ma essa si offusca anche: i
Sacerdoti conoscono la verità sul Messia, ma non lo sanno riconoscere, non sono
cercatori di luce e di futuro. Il contrasto tra bene e male regge tutta la
narrazione: accanto all’accoglienza il rifiuto aggressivo e sanguinario. E’ la
costante della storia; l’umanità, che ha come dono di Dio la Libertà, come i
Maghi o come gli Erodi di ogni epoca deve scegliere (C.I.E= centri
identificazione ed eccidi).
❹ La
Luce, che è il tema dominante del Natale (e della Pasqua), è fuori di noi, è
esterna, impalpabile, inafferrabile; eppure
è anche in noi e su di noi, ci illumina, è vita, è calore: è l’EMMANUELE, LUCE che dirada le
tenebre, per percorrere il tratto di strada a noi assegnato. Il mondo può
cercare le luci sfavillanti della pubblicità natalizia, i veglioni, le
apparenze splendenti, il cristiano sa dove trovare la sua luce, il suo sole.
❺ La
storia dell’umanità, paradigma sono i Maghi, è storia di un viaggio rischioso, di
un itinerario sulla strade del mondo, strade intricate, indecifrabili talvolta,
labirinto, disorientamento. Chi è convinto di possedere tutto e di avere il
monopolio della verità, non ha l’ansia della ricerca continua; è simile ai
Sacerdoti di Gerusalemme, freddi nel leggere la Bibbia. Occorre essere
“pellegrini della verità”. Solo i falsi viaggiatori restano delusi e “con un
pugno di mosche”, ritrovano solo se stessi. San Paolo (Ebrei 13, 13)
suggerisce: “Dio ha stabilito che tutte le nazioni lo cerchino e arrivino a
trovarlo, andando a tentoni, benché non sia lontano da ciascuno di noi”.
❻ Anche
noi usciamo dal nostro comodo accampamento, dal nostro grigiore di “buoni
cristiani”,
continuiamo a cercare, a seguirlo, andiamo verso Lui anche quando la strada è
stretta. Chiediamo a Lui di trasformare la nostra fede, quieta e spesso
ereditaria, in fede che è vita e rischio: come i Maghi, perfetti credenti, dopo
aver trovato, sono “prostrati in adorazione”, nuovi, percorrendo la strada che
la stella ha rivelato (“Io sono la Via”). “Anche
tu segui tua stella” (Dante ).
Don
Carlo
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