lunedì 6 gennaio 2014

A Roma come a Buenos Aires: la pastorale delle periferie del "buon pastore" Bergoglio


Foto 1
Papa Francesco TRA I FIGURANTI DEL PRESEPE VIVENTE ROMANO
Foto 2 

Foto 3 Foto 4

Il Pontefice ha visitato il presepe vivente con 200 figuranti allestito nella parrocchia di Sant'Alfonso Maria de' Liguori. Festeggiato dai bambini, ha parlato con tutti

Nessun formalismo, spontaneo calore umano in ogni frangente di una visita praticamente senza protocollo, contatto diretto con i fedeli che lo attendevano da stamattina alla chiesa di Sant'Alfonso Maria de' Liguori, nel quartiere romano della Giustiniana all'estrema periferia nord della capitale. Francesco è arrivato qui  per visitare il presepe vivente allestito dalla parrocchia, con oltre duecento figuranti.  Ma soprattutto, come già accaduto un mese fa nella borgata di Tor Sapienza, per ascoltare le voci della gente che soffre. Come un parroco ha festeggiato i bambini nella ricorrenza da loro più amata. Come il «Buon Pastore» del Vangelo, visitando il presepe vivente della Giustiniana, Francesco ha preso in braccio un agnellino e se lo è poggiato sulle spalle.
Un dialogo fatto di gesti e sorrisi trasforma una visita papale nell'abbraccio collettivo di una periferia difficile ad un Pontefice che ha riportato il Vangelo sociale al centro della scena pubblica. Il Papa ha salutato uno a uno i personaggi del presepe vivente, alcuni dei quali gli hanno chiesto di abbracciarlo e baciarlo, e lui non si è sottratto. Visibilmente emozionati, i parrocchiani romani indossavano sciarpe sul capo e teli sulle spalle per riprodurre, peraltro riuscendoci bene, i palestinesi del tempo di Gesù. Alcuni hanno donato al Papa disegni dei loro bambini, caramelle e cioccolatini: il tutto lasciato poi con discrezione nelle mani di Domenico Giani, il comandante della Gendarmeria, che lo seguiva da vicino mentre i suoi uomini, insieme a quelli dell'Ispettorato di Ps e ai carabinieri (in tutto una ventina, non molti rispetto alla folla dei parrocchiani) cercavano pazientemente di scomparire dietro a botti, capanne e ovili che anche quest'anno hanno ricostruito Betlemme a pochi passi dal cimitero di Prima Porta.
Cinque «pastorelli» hanno accolto questo pomeriggio il Pontefice al suo arrivo alla Giustiniana, una borgata nei pressi del Cimitero di Prima Porta, dove il Pontefice si è recato per visitare il famoso presepe «vivente e dinamico» allestito  dalla parrocchia Sant'Alfonso Maria de' Liguori, impegnata in tutte le sue articolazioni per dare vita a questa singolare rappresentazione a cui partecipano quest'anno 200 figuranti. Il Pontefice è arrivato poco dopo le 16 sulla solita Ford Focus e dai bambini ha ricevuto un mazzo di rose bianche e una calza della Befana, piena di cioccolatini e caramelle. Dopo aver stretto la mano al cardinale vicario Agostino Vallini e al vescovo ausiliare Guerrino Di Tora, ha subito attraversato il piazzale della chiesa dove con grande cura è stato ricostruito un villaggio palestinese dei tempi di Gesù, con le barie botteghe e ovili.
Ad «aiutare» pastori e pastorelli anche due magnifici cani, un bovaro svizzero e un terranova. «Avevamo scritto al Papa e lui ha voluto essere presente a questo evento della comunità», racconta il parroco don Dario Criscuoli. «Comprendendo che si tratta di un evento parrocchiale molto sentito a cui partecipano le famiglie del quartiere con i loro figli - continua don Dario - ci ha chiamato in seguito alla lettera manifestando la sua disponibilità a venire e partecipare a questo momento parrocchiale».
Ancora una volta le periferia sono al centro della missione di Bergoglio, che già da arcivescovo di Buenos Aires, Bergoglio scelse venti  dei suoi preti migliori e li mandò tra i poveri nelle villas "miserias" e  lui stesso ci passava tutte le feste più importanti, come il giovedì santo del 2010. Già a fine maggio, Francesco aveva scelto l'estrema periferia romana, Valle Muricana, a Prima Porta, 15mila anime e poche occasioni di incontrarsi. Visite che configurano una pastorale delle periferie disegnata con l'intento di incontrare i fedeli ed incoraggiare i sacerdoti di frontiera che lavorano soprattutto sulla socializzazione, sul fare della parrocchia e dei suoi spazi un luogo di confronto per adulti e ragazzi, attraverso realtà associative e di fede. Specialmente l'oratorio per i bambini.
«Preghiamo per i bambini, per i bambini in arrivo e preghiamo per i nonni che sono la saggezza», ha esortato Francesco. "Finisce il Natale comincia l'anno ma Gesù rimane con noi. Credete questo?", ha chiesto Papa Bergoglio ai bambini della parrocchia. I bambini hanno risposto in coro sì. Il Papa ha anche chiesto: «Gesù vince il diavolo?». Alla risposta affermativa dei bambini il Pontefice ha sorriso e ha detto: «Complimenti alle catechiste». Rivolgendosi alla comunità parrocchiale ha detto: «Vi ringrazio per l'accoglienza, per il vostro fervore cristiano e per questo bel presepe vivente che avete fatto» . "Viva Gesù! Viva Giuseppe! Viva Maria!»: con questo triplice "evviva" Francesco si è accomiatato dalla folla di fedeli, dopo un'ora e mezzo di visita.  Arrivato intorno alle 16.15 il Papa ha visitato i numerosi stand allestiti nell'area esterna e dopo un momento di preghiera in forma privata ha salutato i fedeli assiepati dietro le transenne, in prima fila i bambini (numerosissimi e giunti anche da quartieri vicini)i disabili e i malati. Quindi, verso le 17.40, al momento del commiato, alla folla di credenti ha assicurato: «Gesù rimane sempre con noi». Infine, l'invocazione finale a Gesù, Giuseppe e Maria, chiaro riferimento alla rappresentazione del presepe qui composto da oltre duecento figuranti, prima di far rientro in Vaticano.
«Certo che per mettere su tutto questo tu devi essere pazzo, ma va bene: certe pazzie piacciono a Dio». Dopo la visita al presepe allestito alla Giustiniana, Papa Francesco ha salutato con queste parole don Dario, il dinamico parroco della chiesa di Sant'Alfonso che ha promosso l’iniziativa.
Con particolare tenerezza Papa Francesco ha salutato poi chi interpretava Maria e Giuseppe, con il piccolo Gesù Bambino, un piccino di due mesi battezzato proprio ieri con il nome di Francesco.

Nessun commento: