«Non avrò pace finché all’uomo è tolta la dignità». È uno dei passaggi del discorso che papa Francesco ha pronunciato alla plenaria della Congregazione per le Chiese Orientali riunita a Roma.Tra le preoccupazioni anche la possibile scomparsa della presenza cristiana in Medio Oriente. Una eventualità «a cui non ci rassegniamo». Il dramma dei rifugiati resta una delle emergenze più gravi.
"Non ci rassegniamo a pensare il Medio Oriente senza i cristiani". È l'espressione della grande preoccupazione del Papa per la situazione dei cristiani nella regione, manifestata questa mattina, giovedì 21 novembre, davanti ai patriarchi e agli arcivescovi maggiori delle Chiese Orientali cattoliche, riuniti nella plenaria della Congregazione per le Chiese Orientali. Anzi cogliendo l'occasione della loro presenza, Papa Francesco ha chiesto di lanciare insieme "un appello a che sia rispettato il diritto di tutti a una vita dignitosa e a professare liberamente la propria fede". E ha invocato la preghiera comune, poiché essa "disarma l'insipienza e genera il dialogo, là dove il conflitto è aperto".
È stato questo forse il momento centrale dell'incontro del Papa con i capi e padri delle Chiese cattoliche d'Oriente e con i rappresentanti della Congregazione, svoltosi nella Sala Clementina, nel quadro della plenaria del dicastero. "Il Vescovo di Roma - ha assicurato - non si darà pace finché vi saranno uomini e donne, di qualsiasi religione, colpiti nella loro dignità, privati del necessario alla sopravvivenza, derubati del futuro, costretti alla condizione di profughi e rifugiati". La sua dunque è una preoccupazione che si estende verso tutti i credenti, non solo cristiani. Ai cattolici d'oriente ha assicurato una particolare vicinanza. Ne aveva parlato poco prima, nell'incontro ristretto con i patriarchi e gli arcivescovi maggiori nella Sala del Concistoro. "Attraverso i vostri volti - ha detto - vedo le vostre Chiese e vorrei anzitutto assicurare la mia vicinanza e la mia preghiera per il gregge che il Signore ha affidato a ciascuno di voi". E pensando a questo gregge, piccolo o grande che sia, il Pontefice ha ricordato che per essere credibili è necessario assicurare "trasparenza nella gestione dei beni e sollecitudine verso ogni debolezza e necessità". Vicinanza il Papa ha assicurato anche ai fedeli di Terra Santa, nel messaggio inviato al patriarca di Gerusalemme dei Latini, Fouad Twal, che domenica scorsa ha presieduto a Nazaret la messa conclusiva dell'Anno della fede. Il Pontefice ha ricordato che è proprio nella Terra Santa la sorgente della nostra fede e ha ringraziato i cristiani per la fedele custodia dei luoghi sacri e per il coraggio della loro testimonianza.
(©L'Osservatore Romano 22 novembre 2013)
Nessun commento:
Posta un commento