Domenica scorsa il Vangelo ci ha offerto la
suggestiva immagine delle nozze di Cana.
Racconta di
un giorno di festa, una festa di nozze. Ma in questa festa viene a
mancare il vino,che nella Bibbia è
sempre simbolo della gioia di vivere.
Non basta sopravvivere, e non basta neppure vivere
discretamente. Dio ha creato l’uomo e la donna perché possano trovare il gusto di vivere nella serenità e nella
pace, nonostante le difficoltà che la vita pone davanti. Ma sappiamo tutti che talvolta (o spesso) può mancare la gioia di vivere.
Anche nella vita familiare, che è il massimo della
esperienza affettiva, può a un certo punto mancare la gioia.
Ci si può interrogare sui motivi che nella vita familiare
rischiano di spegnere la gioia. La
maturità chiede di interrogarsi con
sincerità: quali prove, quali fatiche,
quali delusioni e dolori, e anche quali tentazioni spengono la gioia
nella
esperienza d’amore.
Ma non basta. Possiamo seguire il suggerimento di
Maria: “Fate quello che Lui vi dirà”.
Questo “Lui” è
Gesù, sempre presente nella vita di una famiglia, anche quando non si
vede o sembra addirittura assente. Lui
c’è, per trasformare la nostra acqua in vino nuovo e gustoso.
Maria ci chiede di “ascoltare e fare”: la parola di
Gesù, il Vangelo, quando è ascoltato e
messo in pratica, è capace di rigenerare la gioia dell’amore, anche quando
sembra definitivamente spenta.
don Renato
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lunedì 28 gennaio 2013
Il commento settimanale:NON HANNO PIU’ VINO
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