domenica 4 maggio 2014

Omelia di don Carlo Venturin 3^ Domenica di Pasqua – 4/5/2014


Atti 19,1-7           Discese lo Spirito Santo sui battezzati.
Salmo 107           “Noi siamo suo popolo e gregge del suo pascolo”
Eb 9,11-15           Cristo si offrì per purificarci le coscienze
Gv: 1,29-34         Agnello di Dio – lo Spirito – Figlio di Dio

“Il risorto evita il fallimento dell’umanità ( Creato )”

La Liturgia presenta le credenziali di Gesù attraverso il Battista, narrando come Giovanni, pur non conoscendo Gesù (“Io non lo conoscevo”), aiuti i credenti a comprenderne le caratteristiche.

L’Evangelista riporta la seconda giornata di Gesù: è in cammino per incontrare l’umanità: “vedendo Gesù, il Signore, venire verso di lui”, come con i discepoli di Emmaus, come camminando nel giardino o lungo il mare di Tiberiade.

Il Risorto si muove verso i suoi, come in tutto il Vangelo (è in uscita), non è chiuso o pauroso come gli apostoli nel Cenacolo.
Paolo ha compreso questa dinamica: “attraverso le regioni dell’altopiano scese a Efeso”, interroga i pochi credenti riguardo allo Spirito Santo, impone le mani e scende lo Spirito Santo, lo stesso che muove il risorto nella seconda lettura, così i credenti entrano nell’Alleanza, diventano suo popolo, gregge docile, circondato dall’affetto : “il suo amore è per sempre” (Salmo).
Il Vangelo presenta la testimonianza del Battista che vede Gesù avvicinarsi. La sua parola è rivolta agli ascoltatori presenti e futuri e richiama una immagine nota: egli è l’agnello di Dio che toglie il peccato del mondo. Tutto ciò perché ha contemplato “lo Spirito discendere e rimanere su di lui”.

Il suo è un chiaro riferimento all’Agnello Pasquale, è la vittima contemplata nella Settimana Santa, è colui che libera il suo Popolo e ristabilisce relazioni amicali, compie l’Esodo con noi: dalle tenebre alla luce. E’ sì un liberatore che muore, è anche il “plenipotenziario di Dio” (mi è stato dato ogni potere …..andate), è sì vittorioso nella guerra scatenata contro di lui ma senza violenza, è vincitore: “Dio non ha mandato il figlio nel mondo per giudicarlo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui” (Gv 3-17 ).

L’Agnello è il Figlio di Dio (questi è il figlio di Dio). La missione è quella di rimuovere il peccato del mondo, allontanare, spostare, cancellare. Il peccato è l’incredulità (Tommaso ), la corruzione, il fallimento, la frustrazione dell’umanità. Tutto questo nello Spirito Santo (il liquido amniotico ). Lo Spirito è sinonimo di vita, è il “respiro di Dio”, grazie al quale è evitato il fallimento dell’umanità. Questo respiro – Spirito di Dio – non solo scende, ma “rimane” e viene donato in modo permanente ai credenti presenti e futuri.

I “Santi 50 giorni” sono preparazione allo spirito che Gesù invierà. La presenza dello Spirito nella vita di Gesù determina tre momenti:
ü “Si incarnò per opera dello Spirito Santo”
ü Nel battesimo, quando scende in forma di colomba
ü Nella Pasqua
L’intera esistenza di Gesù è segnata dallo Spirito Santo (quando è condotto nel deserto, quando lo sostiene nell’ora della prova al Getzemani, in croce “quando emise lo Spirito”, gridando.
Con la morte termina la presenza fisica di Gesù, inizia la forma nuova di compagnia nella Chiesa e nel mondo.
L’immagine dell’agnello viene ricordata in ogni Eucarestia, egli toglie i peccati è la guida della nostra umanità, è il figlio di Dio che ristabilisce nuove relazioni umane (le apparizioni sono tutte all’insegna di legami nuovi).

Donare la vita, essere disponibili, vivere come dono, significa costruire la nuova umanità, non più cupa, disperata, quasi fallita, pessimista, incapace di “vedere oltre il proprio naso”, aspettare che siano altri a risanare. La Chiesa Pasquale, con il dono dello Spirito, sull’esempio e sulla parola di Paolo, mostra fino in fondo il volto di Dio: nella famiglia, nelle relazioni amichevoli, nei momenti parrocchiali e comunitari, nel lavoro e nella scuola, nei tempi lieti e in quelli difficili, nei momenti di oscuramento e disperazione, nel vedere scene tragiche e scene belle dell’umanità, nella malattia, nella morte, nella crisi più nera. La Chiesa, con la forza dello Spirito del Risorto, ristabilisce il progetto originario di Dio per eliminare le diseguaglianze con milioni di figli di Dio disperati, affamati, uccisi, senza identità, senza giustizia.

Come il Battista ha proclamato: togliere, eliminare, sbriciolare il male, così ciascuno è insieme, con la forza dello Spirito, essere costruttori del mondo nuovo, a partire da quello esistente: nuove relazioni con il dinamismo dello Spirito di Cristo.



Don Carlo

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