lunedì 5 maggio 2014

MARCO E LA BEATIFICAZIONE.


Ampio risalto ha trovato la tristissima notizia di un ragazzo, portatore di handicap, morto schiacciato dalla caduta di un imponente monumento a Giovanni Paolo II in Valcamonica. Un maledetto incidente, diventato segno inquietante anche per il fatto di essere avvenuto a due giorni dalla santificazione di quel grande Papa e dal fatto che il ragazzo abitava in una via intitolata all'altro Papa santificato, Giovanni XXIII. Una serie di segni che come tanti nella vita possono essere letti o con gli occhi della disdetta cruda o con la curiosità dei cercatori di significati. Ogni incidente, oltre alle possibili responsabilità - magari quasi impercettibili- che lo rendono possibile, porta con sè, come dice la parola stessa, il potere di "incidere" in modo doloroso la vita. E proprio le strane concomitanze che legano il destino del povero Marco con quello dei due santi hanno fatto dire a chi lo amava che ora è "accanto" a loro. Chi lo amava ha letto così questi segni. Ha letto così l incidenza di questo fatto nel destino di Marco: d'essere fatto, lui non abile alla vita secondo canoni normali, per il paradiso, per il massimo. Altri hanno letto l'accaduto in modo cinico e duro. Non c'è solo una possibilità di lettura della vita e dei suoi incidenti - come insegna Manzoni nei Promessi Sposi. Ma occorre guardare i segni della vita sono letti meglio, cioè con più attenzione a tutti i particolari, da chi ama o da chi, magari leggendo un giornale, chiacchiera. La Santità, appunto, è uno strano segno. Che fa uscire la lettura del destino di un uomo dalle semplici e fisse categorie di "fortuna" e "sfortuna". Ce lo ha ricordato la grande cerimonia di santificazione, e anche l'oscura morte dello sconosciuto Marco. Come se i nostri cuori avessero bisogno di un supplemento di segni, di una sottolineatura priva di ogni possibile retorica.
dr

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