mercoledì 13 marzo 2013

ASPETTANDO LA FUMATA Qualcosa che accade ora


Questione di ore, al massimo giorni. Poi la fumata, le campane. La storia che accelera di colpo. E il nuovo Papa si affaccerà dalla Loggia, a salutare il suo popolo che inizierà a conoscerlo. Inizierà, perché chiunque sia - il cardinale famoso o l’outsider - quello che accade in quel momento è un nuovo inizio. Un incontro, e un inizio. Il cristianesimo è così. Sempre. Non è mai un futuro. È un ora.

Ma è proprio per questo che è decisivo non perdere di vista ciò che sta accadendo ora, in quella piazza nel cuore del mondo che attira gli occhi di tutto il mondo. Era colma, già ieri sera. Sotto la pioggia e in attesa di una fumata che si sapeva sarebbe stata con ogni probabilità, nera. Eppure, era piena. Di sguardi puntati su quel comignolo. Di facce che attendono. Di cuori che attendono. Ma attendono cosa? Chi?

Ecco, basterebbe fissare quei volti - quella attesa - e non smarrirla. Guardarla bene, fino in fondo. In tutta la portata che ha. Che è profonda, acuta. Perché a prima vista non ha nulla a che fare con le attese e le preoccupazioni di ogni giorno piccole e grandi - il lavoro, i figli, la politica -, eppure le attraversa tutte e le trascina tutte. Al punto da spostare lo sguardo lì. Ha una forza tale, questa attesa, da lasciare tutto come sospeso, dipendente da lì.

La verità è che in quella piazza - come nelle case e negli uffici, davanti alle tv e agli streaming dei pc - c’è l’immagine di quello che siamo. Del bisogno totale che siamo. Di felicità e pienezza. Di qualcuno che «ci aiuti a vivere», come diceva una signora di mezza età - il volto aperto e bellissimo: sofferente di mille inquietudini che puoi solo immaginare, ma aperto e bellissimo! - intervistata al volo da uno dei tanti tg di ieri sera.

Non è un’idea, questa attesa. Un progetto. Un programma di quello che serve alla Chiesa per affrontare le sfide del futuro, come si legge in tante analisi di questi giorni. È un’istantanea del bisogno che siamo. Totale. E contemporaneo, presente. Perché ho bisogno ora. Per questo può rispondermi solo Qualcosa che accade ora.
Chiunque si affacci da quella Loggia, sarà segno visibile di questa Presenza. Vicario di Cristo. Contemporaneo a me. E in grado di raccogliere e rilanciare la sfida dell’attesa che abbiamo, che siamo, fino in fondo.
Per questo attendiamo le campane a festa. Per il nuovo Papa. E perché Cristo c’è, ora.
http://www.tracce.it

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