sabato 8 dicembre 2012
Il Papa : MARIA IMMACOLATA CI INSEGNA AD ASCOLTARE LA VOCE DI DIO CHE PARLA NEL SILENZIO E LIBERA L'UOMO DAL PECCATO
"In questo tempo di Avvento, Maria Immacolata ci insegni ad ascoltare la voce di Dio che parla nel silenzio; ad accogliere la sua Grazia, che ci libera dal peccato e da ogni egoismo; per gustare così la vera gioia". Silenzio, grazia e gioia sono i tre elementi che Benedetto XVI ha sottolineato ai piedi della statua dell'Immacolata in piazza di Spagna. Come da tradizione, il papa si è recato nella piazza facendo prima una sosta alla Chiesa della Santissima Trinità davanti a via Condotti. L'arrivo del pontefice a piazza di Spagna segna in qualche modo l'inizio del periodo pre-natalizio, pieno di addobbi e di shopping.
Il papa ha però sottolineato che "ritrovarci insieme - romani, pellegrini e visitatori - ai piedi della statua della nostra Madre spirituale, ci fa sentire uniti nel segno della fede", soprattutto "in questo Anno della fede che tutta la Chiesa sta vivendo".
Riferendosi poi al vangelo della messa dell'Immacolata, quello dell'Annunciazione (Luca 1,26-38), il pontefice ha messo in luce anzitutto il valore del silenzio: "L'incontro tra il messaggero divino e la Vergine Immacolata passa del tutto inosservato: nessuno sa, nessuno ne parla. E' un avvenimento che, se accadesse ai nostri tempi, non lascerebbe traccia nei giornali e nelle riviste, perché è un mistero che accade nel silenzio. Ciò che è veramente grande passa spesso inosservato e il quieto silenzio si rivela più fecondo del frenetico agitarsi che caratterizza le nostre città... Quell'attivismo che ci rende incapaci di fermarci, di stare tranquilli, di ascoltare il silenzio in cui il Signore fa sentire la sua voce discreta".
Invece, il giorno dell'annuncio dell'Angelo, Maria "era tutta raccolta e al tempo stesso aperta all'ascolto di Dio. In lei non c'è ostacolo, non c'è schermo, non c'è nulla che la separi da Dio. Questo è il significato del suo essere senza peccato originale: la sua relazione con Dio è libera da qualsiasi pur minima incrinatura; non c'è separazione, non c'è ombra di egoismo, ma una perfetta sintonia: il suo piccolo cuore umano è perfettamente «centrato» nel grande cuore di Dio".
"Venire qui, presso questo monumento a Maria, nel centro di Roma - ha continuato - ci ricorda prima di tutto che la voce di Dio non si riconosce nel frastuono e nell'agitazione; il suo disegno sulla nostra vita personale e sociale non si percepisce rimanendo in superficie, ma scendendo ad un livello più profondo, dove le forze che agiscono non sono quelle economiche e politiche, ma quelle morali e spirituali. E' lì che Maria ci invita a scendere e a sintonizzarci con l'azione di Dio".
Un altro elemento sottolineato dal pontefice è la Grazia, cioè che "la salvezza del mondo non è opera dell'uomo - della scienza, della tecnica, dell'ideologia".
"Grazia vuol dire l'Amore nella sua purezza e bellezza, è Dio stesso così come si è rivelato nella storia salvifica narrata nella Bibbia e compiutamente in Gesù Cristo. Maria è chiamata la «piena di grazia» (Lc 1,28) e con questa sua identità ci ricorda il primato di Dio nella nostra vita e nella storia del mondo, ci ricorda che la potenza d'amore di Dio è più forte del male, può colmare i vuoti che l'egoismo provoca nella storia delle persone, delle famiglie, delle nazioni e del mondo. Questi vuoti possono diventare degli inferni, dove la vita umana viene come tirata verso il basso e verso il nulla, perde di senso e di luce. I falsi rimedi che il mondo propone per riempire questi vuoti - emblematica è la droga - in realtà allargano la voragine. Solo l'amore può salvare da questa caduta, ma non un amore qualsiasi: un amore che abbia in sé la purezza della Grazia - di Dio che trasforma e rinnova - e che così possa immettere nei polmoni intossicati nuovo ossigeno, aria pulita, nuova energia di vita. Maria ci dice che, per quanto l'uomo possa cadere in basso, non è mai troppo in basso per Dio, il quale è disceso fino agli inferi; per quanto il nostro cuore sia sviato, Dio è sempre «più grande del nostro cuore» (1 Gv 3,20). Il soffio mite della Grazia può disperdere le nubi più nere, può rendere la vita bella e ricca di significato anche nelle situazioni più disumane".
Infine, la terza cosa è la gioia, "quella gioia autentica che si diffonde nel cuore liberato dal peccato. Il peccato porta con sé una tristezza negativa, che induce a chiudersi in se stessi. La Grazia porta la vera gioia, che non dipende dal possesso delle cose ma è radicata nell'intimo, nel profondo della persona, e che nulla e nessuno possono togliere".
"Il Cristianesimo è essenzialmente un «evangelo», una «lieta notizia», mentre alcuni pensano che sia un ostacolo alla gioia, perché vedono in esso un insieme di divieti e di regole. In realtà, il Cristianesimo è l'annuncio della vittoria della Grazia sul peccato, della vita sulla morte. E se comporta delle rinunce e una disciplina della mente, del cuore e del comportamento è proprio perché nell'uomo c'è la radice velenosa dell'egoismo, che fa male a se stessi e agli altri. Bisogna dunque imparare a dire no alla voce dell'egoismo e a dire sì a quella dell'amore autentico. La gioia di Maria è piena, perché nel suo cuore non c'è ombra di peccato. Questa gioia coincide con la presenza di Gesù nella sua vita: Gesù concepito e portato in grembo, poi bambino affidato alle sue cure materne, quindi adolescente e giovane e uomo maturo; Gesù visto partire da casa, seguito a distanza con fede fino alla Croce e alla Risurrezione: Gesù è la gioia di Maria ed è la gioia della Chiesa".
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