mercoledì 5 dicembre 2012

Dalla Chiesa di Milano un regalo che fa compagnia all’uomo in recessione


«Solo l’io in relazione ci porterà fuori dalla crisi», ha detto il cardinale Angelo Scola presentando 

il suo «umile ma concreto tentativo»


Dicembre 5, 2012 Luigi Amicone«Solo l’io in relazione ci porterà fuori dalla crisi», ha detto il cardinale Angelo Scola presentando il suo «umile ma concreto tentativo»




«È un tentativo umile ma concreto di dare una risposta a ciò che sta sotto la crisi 

economica che è il travaglio dell’uomo nel nuovo millennio.

 Solo l’io in relazione ci porterà fuori dalla crisi. E questa iniziativa mettendo in

 relazione la famiglia e il lavoro, cioè due aspetti fondamentali della vita, è un

 primo passo». Con queste parole l’arcivescovo di Milano Angelo Scola ha 

lanciato “la seconda fase” dell’iniziativa di solidarietà creata dal suo 

predecessore Dionigi Tettamanzi. Due milioni di euro, per metà stanziati 

dall’8 per mille, l’altro milione raccolto dalle offerte dei privati, e il “tesoretto” 

del Cardinale (135 oggetti preziosi ricevuti in dono durante il suo patriarcato 

a Venezia) messo all’asta (vedi il catalogo online sul sito 

www.fondofamiglialavoro.it) per dare un segno tangibile della “compagnia” 

che la Chiesa fa agli italiani in lotta contro la recessione.

Una lotta, dice il vescovo, che ha per legge fondamentale, appunto, l’“io in 

relazione”. Essere è comunione. E a immagine della Trinità, direbbe Scola, 

la vita umana ha nel suo Dna il dinamismo della carità. 

Nessuno è un’isolaL’autodeterminazione è una fanfaluca. 

Dipendiamo – prova ne è la crisi globale – gli uni dagli altri. Ecco, in questa 

epoca piena di “solidarietà” da star che insegnano a credere solo in se stessi 

(«ti mostrerò dove stanno gli uomini che credono solo in se stessi», disse una 

volta Chesterton, «nei manicomi»), è notevole che il gesto di un successore 

degli Apostoli sia accompagnato dalla spiegazione del senso che ha la “solidarietà”. 

Parola usata e abusata in ogni spot. Ma la cui pregnanza ci restituisce non solo a 

un gesto di bontà, ma a un sano principio di vita esistenzialmente buona.


Nessun commento: