martedì 4 febbraio 2014
«Amare, servire, accogliere, rispettare, promuovere».Cinque parole per la vita La lezione di papa Francesco
Cinque verbi a favore della vita. Cinque verbi per «generare futuro ». Sono i verbi usati dal Papa per commentare l’annuale ricorrenza della Giornata nazionale per la Vita, che come di consueto è coincisa con la prima domenica di febbraio e che quest’anno aveva proprio in «generare futuro » il suo tema. La vita, ha detto il Papa, va amata, servita, accolta, rispettata e promossa. E per questo il Pontefice, subito dopo l’Angelus, ha voluto aggiungere la sua voce a quella di tutta la Chiesa della Penisola nel chiedere che venga sconfitta la cultura della morte.
«Rivolgo il mio saluto e il mio incoraggiamento alle associazioni, ai movimenti e ai centri culturali impegnati nella difesa e promozione della vita – ha detto infatti ai fedeli riuniti in piazza San Pietro per la tradizionale preghiera mariana di mezzogiorno –. Mi unisco ai Vescovi italiani – ha quindi aggiunto – nel ribadire che 'ogni figlio è volto del Signore amante della vita, dono per la famiglia e per la società' (citazione tratta dal Messaggio per la XXXVI Giornata nazionale per la Vita, ndr). Ognuno, nel proprio ruolo e nel proprio ambito, si senta chiamato ad amare e servire la vita, ad accoglierla, rispettarla e promuoverla, specialmente quando è fragile e bisognosa di attenzioni e di cure, dal grembo materno fino alla sua fine su questa terra».
Francesco ha quindi salutato il cardinale Vicario della capitale, Agostino Vallini, «e quanti sono impegnati nella diocesi di Roma per l’animazione della Giornata per la Vita. Esprimo il mio apprezzamento – ha sottolineato il Pontefice – ai docenti universitari che, in questa circostanza, hanno dato vita a convegni sulle attuali problematiche legate alla natalità». Sabato scorso, infatti il Policlinico Umberto I e l’Azienda ospedaliera Sant’Andrea hanno ospitato due convegni organizzati in collaborazione con l’Ufficio diocesano per la pastorale universitaria.
La Giornata per la vita è stata quindi celebrata in tutta Italia con varie iniziative. «La vita è preziosa sempre – ha fatto notare il cardinale Angelo Bagnasco –, dal concepimento ad ogni altro stadio dell’esistenza: anche quando un uomo ha l’Alzheimer, ha una malattia mentale, quando è povero e non può produrre ». L’arcivescovo di Genova e presidente della Cei, parlando nella cattedrale di San Lorenzo, ha spiegato che la vita «deve essere protetta e difesa sempre: non è possibile restare a guardare quando è riconosciuto il diritto del più forte sul più debole». «Quando uno Stato decide chi è degno di vivere e chi no, a quel punto gli stessi diritti umani sono in grave pericolo e la società si imbarbarisce» perché «senza la vita non può esistere nessun altro diritto». Inoltre i cardinale ha sottolineato: «La famiglia naturale è oggi oggetto di denigrazione culturale, di trascuratezza politica, di aggressione per renderla evanescente e inefficace. Ogni iniziativa in questa direzione è iniqua». La «cultura della disperazione» che mortifica il desiderio di «generare futuro». è stato il tema dell’omelia tenuta domenica dall’arcivescovo di Bologna, cardinale Carlo Caffarra. «Nei giovani sposi è presente un grande desiderio di generare – ha detto il porporato – ma esso viene non raramente mortificato dalla carenza di adeguate politiche familiari, dalla pressione fiscale ormai al limite del sopportabile, dalla mancanza e precarietà del lavoro». Tuttavia, ha concluso, «il Vangelo della speranza e della vita si contrappone alla minaccia della disperazione e della morte». Anche nella Cattedrale di Avezzano, in Abruzzo, il vescovo monsignor Pietro Santoro ha celebrato la giornata impartendo la benedizione alle mamme in attesa e ai neonati.
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