Igiovani non vivono tutti nella stessa situazione. C’è chi sta studiando per un diploma, ma anche chi ha iniziato a lavorare (e di questi tempi è fortunato). C’è chi studia all’università o la frequenta all’estero, ma anche chi l’ha terminata e sta cercando un lavoro. C’è anche chi si è sposato da poco e ora aspetta un bambino. Sono diverse le situazioni che vivono i giovani e i luoghi dove stanno. Hanno in comune l’età ma anche le grandi possibilità ed opportunità che la società di oggi offre loro. Tra i giovani ci sono i nativi digitali, ci sono gli utenti più numerosi dell’immenso mondo di Internet e dei social network. Quelli che hanno familiarità con il web, con LinkedIn, Facebook, Twitter, Instagram, Pinterest, Google+ ed altri ancora. Comunicano, si tengono in contatto econdividono files, documenti, foto, video. È uno spazio grande e immenso che non va ignorato, ma conosciuto bene, in modo particolare da chi ha un ruolo come educatore. Il Papa stesso afferma l’importanza di questi nuovi strumenti. Nel suo messaggio per la prossima Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, riconosce che questi mezzi «possono aiutare a farci sentire più prossimi gli uni agli altri» e che «comunicare bene ci aiuta ad essere più vicini» e «più uniti ». Ma parla anche del rischio che «alcuni media ci condizionino al punto da farci ignorare il nostro prossimo reale». Non basta essere connessi, «occorre che la connessione sia accompagnata dall’incontro vero». È necessario, allora, riconoscere l’importanza della relazione a tu per tu tra persone, facendo diventare questi spazi degli strumenti per rafforzarla, non per sostituirla. «Dobbiamo recuperare un certo senso di lentezza e di calma. Questo richiede tempo e capacità di fare silenzio per ascoltare – afferma ancora il Papa –. La persona esprime pienamente se stessa (…) quando sa di essere davvero accolta». In questa settimana si sta svolgendo a Genova il Convegno nazionale di pastorale giovanile dove si parla di cura educativa. Stare e saper stare con i giovani è condizione importante per essere educatori. Essere presenti nei loro spazi digitali, certamente, ma prima di tutto saper stare con loro nella realtà, condividendo paure, attese e speranze presenti nel loro cuore. Occuparsi di loro, avere del tempo per stare con loro, vivere in relazione con loro è un bel modo per dire che la vita è importante e per aiutarli a prenderla sul serio. DON MARCO SAIANI |
mercoledì 12 febbraio 2014
Oltre Facebook la sfida dell’incontro
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