L’Age ha promosso un confronto in vista dell’incontro con papa Francesco del 10 maggio. Il presidente Azzolini: «Raccontiamo la scuola italiana che funziona»
« Basta parlare solo di scuola alla deriva. Nonostante le difficoltà, le scarse risorse e i pochi mezzi, c’è una scuola italiana bella che resiste e funziona, va valorizzata e conosciuta». Così Fabrizio Azzolini, presidente dell’A.Ge. (Associazione italiana genitori), ha aperto ieri pomeriggio a Roma il convegno “La Chiesa per la scuola. Il messaggio della Chiesa nella relazione educativa tra famiglia e scuola”, il primo appuntamento associativo in preparazione all’incontro della scuola con papa Francesco, il 10 maggio prossimo. Sulla “scommessa” da parte della Chiesa sul mondo della scuola è intervenuto don Maurizio Viviani, direttore dell’Ufficio scuola della Cei, analizzando i fattori che concorrono all’emergenza educativa e auspicando un impegno comune a «coordinare, inventare, seminare». L’educazione, per il presidente nazionale del Forum Famiglie, Francesco Belletti, «è una sfida che si può vincere, nonostante i tagli di bilancio, la burocratizzazione, la fragilità delle famiglie e la gestione delle nuove tecnologie comunicative». Nessun attore educativo, in una società come la nostra, può «pretendere di bastare a se stesso», per ciò quella tra famiglia e sistemi formativi si configura come una «relazione di alleanza».
Di «crisi di identità dei genitori, non più tanto sicuri di essere i legittimi responsabili dell’educazione dei figli», e di una scuola che, «con la sua supponenza di autosufficienza e autoreferenzialità », si pone in «perenne contrapposizione con la famiglia», ha parlato Lorenzo Santoro, responsabile nazionale dell’Ufficio scuola A.Ge. Sull’importanza di una «impostazione pedagogica ispirata al cristianesimo» si è soffermata Paola Pretto, responsabile nazionale dell’Ufficio famiglia dell’associazione: «Se al servizio del ragazzo, la scuola serve alle famiglie, che vedono completati gli sforzi educativi in sintonia con le proprie convinzioni etiche e religiose».
La scuola oggi, secondo Gianna Marisa Miola, vicedirettore generale dell’Ufficio scolastico regionale per il Veneto, è stretta tra due esigenze apparentemente contrapposte: «Fornire agli studenti conoscenze e abilità e dare risposte al disorientamento e alla paura del domani». Soffocata da linee guida, indicazioni e atti di indirizzo, la scuola «ha bisogno di aria. Genitori e docenti devono cercare alleanze nuove con le realtà del territorio chiamando tutta la comunità a un patto di corresponsabilità educativa». Fermo restando la libertà di scelta educativa che spetta ad ogni famiglia: «Né allo Stato né ai Comuni tocca decidere i valori che devono presiedere alle attività educative», ha affermato Giuseppe Richiedei, già presidente dell’A. Ge., denunciando il «laicismo relativistico » che si impone in luogo di un «sereno pluralismo: in Italia il diritto alla libertà di scelta della scuola non può essere esercitato dalle famiglie più povere cui viene imposta “l’educazione di Stato”». Richiedei ha infine auspicato che chi frequenta la scuola paritaria possa essere «sollevato dai pesanti e gravosi ostacoli economici attuali, perché tutti coloro che lo desiderano possano avervi accesso ».
lunedì 24 febbraio 2014
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