lunedì 24 febbraio 2014

Educazione, sfida da vincere

L’Age ha promosso un confronto in vista dell’incontro con papa Francesco del 10 maggio. Il presidente Azzolini: «Raccontiamo la scuola italiana che funziona»

« Basta parlare solo di scuo­la alla deriva. Nonostante le difficoltà, le scarse ri­sorse e i pochi mezzi, c’è una scuola i­taliana bella che resiste e funziona, va valorizzata e conosciuta». Così Fabri­zio Azzolini, presidente dell’A.Ge. (As­sociazione italiana genitori), ha aper­to ieri pomeriggio a Roma il conve­gno “La Chiesa per la scuola. Il mes­saggio della Chiesa nella relazione e­ducativa tra famiglia e scuola”, il pri­mo appuntamento associativo in pre­parazione all’incontro della scuola con papa Francesco, il 10 maggio prossimo. Sulla “scommessa” da par­te della Chiesa sul mondo della scuo­la è intervenuto don Maurizio Vivia­ni, direttore dell’Ufficio scuola della Cei, analizzando i fattori che concor­rono all’emergenza educativa e au­spicando un impegno comune a «coordinare, inventare, seminare». L’e­ducazione, per il presidente naziona­le del Forum Famiglie, Francesco Bel­letti, «è una sfida che si può vincere, nonostante i tagli di bilancio, la buro­cratizzazione, la fragilità delle fami­glie e la gestione delle nuove tecnolo­gie comunicative». Nessun attore e­ducativo, in una società come la no­stra, può «pretendere di bastare a se stesso», per ciò quella tra famiglia e si­stemi formativi si configura come u­na «relazione di alleanza».
  Di «crisi di identità dei genitori, non più tanto sicuri di essere i legittimi re­sponsabili dell’educazione dei figli», e di una scuola che, «con la sua sup­ponenza di autosufficienza e autore­ferenzialità », si pone in «perenne con­trapposizione con la famiglia», ha par­lato Lorenzo Santoro, responsabile nazionale dell’Ufficio scuola A.Ge. Sul­l’importanza di una «impostazione pedagogica ispirata al cristianesimo» si è soffermata Paola Pretto, respon­sabile nazionale dell’Ufficio famiglia dell’associazione: «Se al servizio del ragazzo, la scuola serve alle famiglie, che vedono completati gli sforzi edu­cativi in sintonia con le proprie con­vinzioni etiche e religiose».
  La scuola oggi, secondo Gianna Ma­risa Miola, vicedirettore generale del­l’Ufficio scolastico regionale per il Ve­neto, è stretta tra due esigenze appa­rentemente
 contrapposte: «Fornire a­gli studenti conoscenze e abilità e da­re risposte al disorientamento e alla paura del domani». Soffocata da linee guida, indicazioni e atti di indirizzo, la scuola «ha bisogno di aria. Genito­ri e docenti devono cercare alleanze nuove con le realtà del territorio chia­mando tutta la comunità a un patto di corresponsabilità educativa». Fermo restando la libertà di scelta educativa che spetta ad ogni famiglia: «Né allo Stato né ai Comuni tocca decidere i valori che devono presiedere alle at­tività educative», ha affermato Giu­seppe Richiedei, già presidente del­l’A. Ge., denunciando il «laicismo re­lativistico » che si impone in luogo di un «sereno pluralismo: in Italia il di­ritto alla libertà di scelta della scuola non può essere esercitato dalle fami­glie più povere cui viene imposta “l’e­ducazione di Stato”». Richiedei ha in­fine auspicato che chi frequenta la scuola paritaria possa essere «solle­vato dai pesanti e gravosi ostacoli e­conomici attuali, perché tutti coloro che lo desiderano possano avervi ac­cesso ». 


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