Baruc 1, 15; 2, 9-15
Fede umile e cordiale, capace di
riconoscere sempre l’opera di Dio
Salmo 106 “Rendete grazie al Signore, il suo amore è
per sempre”.
Rm 7, 1-6
Mediante il corpo di Cristo Gli
apparteniamo, per portare “frutti per Dio”
Gv 8, 1-11
“Il mio giudizio è vero, perché viene dal
Padre” ( v. 16 )
( Domenica
della “Divina Clemenza” )
Apologia
di reato
❶ Le
domeniche precedenti hanno presentato in varie maniere, in diversi luoghi e tempi, la contrastata esistenza di Gesù. Simeone dichiara di Lui di essere
segno di contraddizione tra il popolo e tutte le nazioni. Ogni Domenica il
Vangelo elencava vari episodi di scontri, sia in sinagoga, sia nel Tempio (come
il brano di oggi), sia nei villaggi, sia lungo il suo peregrinare. Domenica
scorsa in sinagoga, la guarigione in giorno di sabato e il tentativo dei
Farisei di catturarlo; in precedenza a Nazareth, sempre in Sinagoga, Gesù
insegna e viene rincorso per essere catturato. Il Vangelo di Giovanni, poco
prima dell’episodio odierno, mette in bocca a Gesù: “Perché cercate di
uccidermi?” (7, 19) ed è nel Tempio. Così al v. 30: “Cercarono allora di
arrestarlo”; v. 32: “Mandarono guardie per arrestarlo”; v. 44: “Alcuni
avrebbero voluto arrestarlo”; nell’episodio di oggi: “Parlarono così per
tendergli un’insidia e avere un pretesto per accusarlo” (v.6); nel seguito
della sua vita, fino alla morte in croce, sarà un perseguitato politico e
religioso, in contrasto con consuetudini non provenienti da Dio. E’ fedele al
messaggio originario del Padre, sfata incrostazioni che erano schermi per i
detentori del potere religioso. Gesù è l’icona (“Ecce Homo”) della persona
libera, obbediente solo al Padre, è anche modello per la Sua Chiesa. Un anno fa “un fulmine a ciel sereno”:
❷ le
dimissioni di Benedetto XVI; una situazione inedita, che rompe consuetudini inveterate,
l’incredulità di tanti credenti e no, dibattiti a non finire, dove andrà la
Chiesa, chissà quali complotti. Non si accettano le motivazioni del Papa: età
avanzata e forze fisiche venute meno, non
più adeguato all’esercizio del suo ministero. In occasione della morte
di Paolo VI, il Cardinal Ratzinger, allora Arcivescovo di Monaco, espresse il
suo pensiero, valido al momento della Sua rinuncia: “Possiamo immaginare come
poteva essere pesante il pensiero di non poter appartenere a se stesso… essere
incatenato, sino alla fine, con il suo corpo che lo abbandonava, a un compito
che esige, giorno dopo giorno, l’impegno vivo e pieno di tutte le forze umane”.
Il cristiano, la Chiesa, i credenti seguono il Signore, sono aperti al nuovo,
sono fedeli alla Parola, anche se un tale comportamento genera dicerie,
contraddizioni, scontri e anche la morte.
❸ Tutta
la Liturgia oggi evoca il messaggio divino di misericordia e di tenerezza . Il
Profeta Baruc è esemplare al
riguardo. Pur essendo deportato, esprime la sua fede: “…egli è giusto in tutte
le sue opere… facci trovare grazia davanti a coloro che ci hanno deportati… Sei
il Signore nostro Dio”.
Così pure il Salmo:
“Si mosse a compassione, per il suo grande amore”. San Paolo usa un ardito paragone per mostrare “che siamo liberati… per
servire secondo lo Spirito”.
❹ Sullo
sfondo del brano “dell’adultera” si celano minacce umane (“un
pretesto per accusarlo”). Gli accusatori non sono interessati alla donna,
vogliono riaffermare la loro supremazia, storpiano la Legge dei Padri. Accusano
Gesù di lesa maestà (la Legge), anzi vedono nel suo non agire (“Gesù si chinò e
col dito si mise a scrivere per terra”) “una apologia di reato” (difende
l’adulterio!). Giovanni compie una netta distinzione tra la folla (“La gente
accorreva da Lui”) e i capi. Essi, di fronte alla simpatia della gente per
Gesù, non hanno argomenti, ma solo certezze: il giudizio è solo il loro, perché
loro e non la folla “ignorante” sono i “competenti”. Essi sanno che Gesù è
amico dei peccatori e dei pubblicani, pronto al perdono: perdonerà anche
all’adultera, contro la legge mosaica (Dt 22, 22; Lv 20, 10). Ora hanno una
denuncia precisa; Gesù è già condannato a priori, con un appiglio giuridico.
❺ Il
Figlio di Dio dapprima sembra non voler rispondere,
perché non sono persone da ascoltare, non sono alla ricerca della verità, ma
solo di un capo d’accusa. Gesù non nega il giudizio di Dio, ma vuole che ciascuno
lo rivolga a sé. Adulterio o no, siamo tutti peccatori, bisognosi di clemenza,
di conversione, di perdono. Soltanto Dio può giudicare (“Nessuno mi può
giudicare, nemmeno tu…”).
❻ Gesù
esprime il giudizio. Il suo atteggiamento di fronte alla donna adultera (e
l’uomo adultero dov’è?) non elude il problema, il suo non è un “lavarsi le
mani”. Egli è Figlio di Dio, non un peccatore, pronuncia il giudizio, che è di
perdono e di invito alla conversione: è il vero giudizio di Dio. Chi ci ha
costituiti giudici? “Non giudicate”. Chi sono io per giudicare? Sono proprio
senza peccato? La Chiesa tutta è chiamata a vivere quanto Gesù ha detto e ha
fatto; così sarà segno di contraddizione, ma fedele al suo Fondatore,
nell’oggi. I cristiani sono chiamati per grazia a questa testimonianza, anche
se contestati e accusati di non essere al passo con i tempi.
Don
Carlo
Nessun commento:
Posta un commento