giovedì 16 maggio 2013

Papa Francesco a Bartolomeo I: i cristiani d'Oriente e Occidente diffondano insieme il Vangelo

Una “storica decisione” che “aprì nuove strade al Vangelo e contribuì in maniera decisiva alla nascita della civiltà europea”. Con queste parole, in un messaggio a firma del cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, Papa Francesco definisce l’Editto di Costantino che 1700 anni fa a Milano decretò la fine delle persecuzioni e la libertà religiosa per i cristiani. A celebrare l’anniversario è giunto nel capoluogo lombardo il Patriarca ecumenico ortodosso, Bartolomeo I, accolto dal cardinale arcivescovo della città, Angelo Scola. Nel porgere il suo saluto a entrambi, il Papa “auspica che, oggi come allora, la comune testimonianza dei cristiani di Oriente e di Occidente, sorretta dallo Spirito del Risorto, concorra alla diffusione del messaggio di salvezza in Europa e nel mondo intero e che – prosegue – grazie alla lungimiranza delle autorità civili, sia ovunque rispettato il diritto all’espressione pubblica della propria fede e sia accolto senza pregiudizi il contributo che il cristianesimo continua ad offrire alla cultura e alla società del nostro tempo”. Sulla celebrazione ecumenica a Milano con il Patriarca Bartolomeo I e il cardinale Scola.

Una preghiera per realizzare l’unità della Pentecoste: ortodossi e cattolici insieme nella Basilica milanese di Sant’Ambrogio a seguire la lectio del Patriarca Bartolomeo I e quella del cardinale Angelo Scola, a partire dal capitolo 26 degli Atti degli Apostoli e il 17 del Vangelo di Giovanni. La preghiera in italiano è stata animata dai canti del Coro bizantino del Conservatorio di Acharnes e dalla Cappella Musicale del Duomo di Milano. Al termine, i due leader religiosi sono scesi nella cripta a venerare le spoglie di quel Sant’Ambrogio che fu già ponte fra Oriente e Occidente e antesignano della libertà religiosa sancita dall’Editto costantiniano di cui si sta celebrando il 1700.mo anniversario.

Nel suo intervento Bartolomeo I, scampato recentemente ad un attacco diretto ad ucciderlo, ha sottolineato come, nonostante i progressi circa il rispetto dei diritti umani, il martirio resta una condizione connaturata al cristianesimo. Nel cammino verso l’unità, l’invito a non aver paura di resistere alla globalizzazione distruttiva e agli attuali stili di vita materialistici:

“Non cessiamo di pregare e di augurarci e di chiedere che tutti comprendano che la rappacificazione, la riconciliazione, la tolleranza, la mitezza, la clemenza – virtù che onoravano Sant’Ambrogio – possano avere riscontro positivo nella società, con le parole e con i fatti”.
Dal canto suo, il cardinale Scola ha insistito sul bisogno di unità, per dare forma visibile al dono della Trinità:

“Siamo partecipi della vita divina, già da ora. Si comprende allora come la preghiera per l’unità, che Gesù pronuncia nel frangente particolarmente solenne dell’Ultima Cena, sia assai di più che un’esortazione morale”. 
Al Patriarca è stata donata copia del nuovo Evangeliario ambrosiano e una capsella contenente le reliquie di Sant’Ambrogio e dei Santi martiri milanesi, e la promessa di ricambiare la visita già nel mese di gennaio 2014. Ieri, a Palazzo Reale, Bartolomeo I e il cardinale Scola avevano dialogato a partire dalla frase giovannea, “Conoscerete la libertà e la libertà vi farà liberi”
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